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I cambiamenti climatici penalizzano la produzione di miele

I cambiamenti del clima sconvolgono i ritmi della natura e hanno gravi conseguenze sulle produzioni alimentari.

La produzione di miele italiano ha dovuto affrontare fino adesso nel 2021 incendi, siccità, bombe d’acqua, grandinate e gelate.

L’andamento climatico anomalo ha danneggiato pesantemente le fioriture e causato gravi problemi agli alveari.

Le api non hanno la possibilità di raccogliere il nettare sufficiente per produrre il miele.

La perdita stimata è di almeno il 25 % e il raccolto sarà molto al di sotto di 15 milioni di chilogrammi.

È la raccolta più bassa degli ultimi decenni e circa la metà del miele venduto in Italia quest’anno proviene dall’estero.

Il brutto segnale di difficoltà per le nostre api indicano iil grave stato di salute dell’ambiente.

La morte di milioni di api condiziona le colture alimentari: tre su quattro dipendono dalla impollinazione per qualità e resa.

Ciliegie, cocomeri, fragole, mele, meloni e pere dipendono dal ruolo insostituibile di questi preziosi insetti.

Albert Einstein sosteneva che se le api scomparissero dalla terra rimarrebbero pochissimi anni di vita per il pianeta.

Dato che molti vasetti di miele arriveranno dall’estero è necessario verificare con grande attenzione le etichette.

Un modo sicuro per acquistare miele di qualità è quello di andare dai produttori nelle aziende agricole, oppure recarsi nei mercati contadini o comprare i vasetti presso gli agriturismi.

In Italia ci sono ben 60 tipi di miele, una ricchezza di varietà unica al mondo. Le tipologie più diffuse sono acacia e millefiori, ma importanti sono le varietà di miele di castagno e tiglio.

Nel nostro ex Belpaese ci sono 1,6 milioni di alveari custoditi da settantamila apicoltori, la maggior parte dei quali producono miele per autoconsumo. Il decreto legge N. 73 del 25 Maggio 2021 ha stanziato 5 milioni di euro per dare un aiuto economico a quegli apicoltori che hanno subito danni causati dal clima impazzito di Aprile, Maggio e Giugno.

Questi aiuti tuttavia non sono sufficienti a coprire i gravi danni subiti dal settore apistico fino adesso.

Invece di stanziare milioni di euro per finte missioni di pace in giro per il mondo che non servono a nulla  l’esecutivo dovrebbe essere attento a salvaguardare l’ambiente dell’Italia e le nostre uniche produzioni alimentari.


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Redazione

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