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Ti disiscrivi o resti con noi? Vige la privacy

Tutti stiamo ricevendo da giorni caterve di e-mail che ci avvisano dell’entrata in vigore, dal 25 maggio 2018, della normativa europea “sul regolamento della protezione dei dati”.

È roba che risale al 2016, noto come GDPR, ma come al solito in Italia si aspetta l’ultimo momento, si aspetta la “scadenza del tempo utile”.

Tutti gli uffici stampa, che hanno contatti o che per un motivo o l’altro sono entrati in possesso degli indirizzi di singoli cittadini, sono tenuti a interpellare costoro uno per uno, proponendo la conferma o il rifiuto dell’iscrizione alla loro mailing-list.

E così stanno facendo anche Agenzie stampa delle più remote imprese e società, a cui mai abbiamo lasciato i nostri dati e che mai ci hanno inviato loro comunicati di servizio, ossia dei perfetti sconosciuti. Sconosciuti a noi, ma noi ben conosciuti a loro, evidentemente!

Insomma, dall’altro ieri le nostre caselle di posta sono invase da questi avvisi.

C’è chi scrive: «non devi fare nulla, in tal modo ci autorizzerai a continuare a inviarti le nostre comunicazioni». Altri: «Se non desideri ricevere le nostre informazioni, clicca il link sottostante “unsubscribe from this list”», altre ancora chiedono di inviare una richiesta di cancellazione rispondendo all’e-mail.

Le formulazioni adottate sono così sottilmente argute e insidiose che siamo costretti a leggere un messaggio alla volta ed agire di conseguenza.
Ma come non commuoverci di fronte a questa frasetta in calce: «altrimenti tra 30 giorni saremo obbligati a cancellarti e non sai quanto ci dispiacerebbe».

Eliminare il mio indirizzo dalla mailing-list di sconosciute aziende che nulla hanno a che fare con questa testata giornalistica è un gran sollievo.
Amen e pace all’anima dei loro interessi, che li cerchino altrove.

Maura Sacher


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