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Libertà è diritto scontato, una conquista, o pura illusione?

È superfluo che io parta dalle definizioni di “Libertà”, sarebbe fare della teoria, invece intendo porvi delle riflessioni su come negli ultimi tempi, diciamo da due anni a questa parte, è stata intesa e percepita la Libertà, nella nostra vita quotidiana e sociale.

E metterò il dito nelle piaghe, senza giri di parole, pur consapevole che non saranno condivise da alcuni lettori.
Ma questa è la libertà di cui posso godere, grazie all’Editore.

Ultimamente si è fatto un gran parlare di libertà e dittatura, quella “sanitaria” ben evidente nelle ipocrite restrizioni governative, che hanno creato, anche in modo alquanto contradditorio – e questo non si può negare – una certa confusione nei cittadini e nei gestori ed operatori di un infinito numero di attività.

Appiattimento mentale

Ma a tutti i livelli si doveva negare l’evidenza, complici gli strilloni del pensiero unico.

Alcuni, appecorati, appiattiti al pensiero comune, insistevano nel sostenere che la libertà non è un privilegio del singolo a fronte della tutela della salute collettiva.

I post sui social venivano, e ancora vengono, censurati d’imperio da un arbitrario algoritmo, e oscurate le opinioni persino di letterati, filosofi, scienziati, medici, premi Nobel, che raccontavano un’altra storia rispetto al pensiero imposto.

La censura non è limitazione della libertà?

I capi delle categorie rappresentative dei ristoratori, alberghieri, di settori commerciali e dei servizi, si sono adattati, facendosi carico della protezione della salute collettiva, nonostante non tutti gli operatori delle attività economiche fossero felici dell’imposizione di tale sacrifico.

Alla fine è emersa la verità sul disastro economico che è avvenuto, come rivela l’ultimo Rapporto FIPE: oltre 43 mila locali chiusi, 194mila occupati in meno rispetto al 2019, il calo dei consumi fuori casa e perdita economica nel settore della ristorazione di più di 24 miliardi di euro.
Un duro prezzo.

Ma nell’appiattimento mentale si insisteva a sostenere la favola che tutto ciò era colpa della pandemia, non delle misure restrittive o del terrore mediatico martellante!

La Libertà non ha prezzo ma un passaporto

Benché un prezzo ci sia, quello della responsabilità individuale nell’autogestirla, per non essere di nocumento al prossimo.

Lo Stato, tuttavia, ha dimostrato che non si fida dei suoi cittadini, e infatti ha spaccato la coesione sociale, mettendo l’uno contro l’altro famigliari, colleghi, vicini di casa.

La libertà ha anche un costo, come quello di ribellarsi di fronte alle ingiustizie, alla protervia altrui, a regole non condivisibili e magari pagare le conseguenze. Come è successo ai milioni di Italiani che hanno perso il lavoro per non aver obbedito.

Ma se la Libertà è il contrario di sottomissione, oppressione, costrizione, quale Libertà gli Italiani hanno vissuto, supinamente sottoponendosi a restrizioni, condizionamenti e compressioni delle libertà di movimento, incluso il diritto allo studio?

Oltre a cittadini seriamente terrorizzati dal finire in terapia intensiva e fiduciosi nella sperimentazione, c’è stato che ha offerto il braccio all’iniezione per non perdere un guadagno o lo stipendio.
E altri pensando di riavere la vita spensierata di prima, andare a cena in ristorante o a sciare in montagna, e persino potersi bere un caffè al bar (e a fare la pipì nei gabinetti, ce lo siamo dimenticato?).

 

Nel contempo, è stata imposta l’opinione, molto discutibilmente“scientifica”, che possedere un passaporto era non solo ritenersi liberi dal contagio, ma soprattutto essere socialmente liberi, mentre si veniva obbligati a possederlo e costretti a mostrarlo ovunque si volesse andare.
Che poi i posti dove si poteva andare erano assai limitati.

E in questi giorni, si aggiunge l’ultima ridicolaggine (dovrebbero andare da uno psicanalista!) che togliere adesso il green pass sarebbe darla vinta agli oppositori.

Essere condizionati ad una carta significa essere liberi?

Un altro incubo: la politica europea

C’è un altro incubo che incombe, e non sono solo le terribili notizie sul fronte orientale e le reciproche sanzioni tra le parti in causa (UE, NATO, USA e Russia) a preoccuparci, si sta per assistere ad un dramma globale che implica uno scenario da profezie apocalittiche: scarsità energetica, cambiamenti climatici, siccità, carestia.

Insostenibili sono ormai i costi di produzione, nei campi, nei vivai e nelle serre, gli ortaggi non vengono nemmeno raccolti, si seccano alla radice, gli agricoltori non ce la fanno a far quadrare i conti.

Neanche loro sono veramente liberi non solo di stabilire il prezzo del loro prodotto (ricordo la questione delle quote latte), ma nemmeno di coltivare i loro terreni secondo i fabbisogni nazionali, perché è la UE che comanda, stabilendo quanti ettari possono essere coltivati e quando, in nome del contestato e contestabile PAC.

In questo momento cruciale abbiamo le prove di come sia stata sbagliata la politica comunitaria, a cui anche l’Italia, attraverso i non mai troppo criticabili rappresentanti a Bruxelles, si è allineata, soprattutto nel campo agroalimentare, così spesso danneggiando i produttori nostrani.

E come sia stata ingenua, improvvida, l’adesione alla fantomatica “transazione ecologica”, ragione per la quale l’Italia non ha nemmeno pronti i rigassificatori per il gas che gli USA ci venderanno.

Dove non è arrivata la pandemia, a decimare la popolazione mondiale sarà, se non la guerra nucleare, la miseria.

Si può ammettere che la vera Libertà è una pura Illusione?

Maura Sacher

 

 


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