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Le vendite di vini nella GDO

Le vendite di vini nella GDO

Le vendite di vini nella GDO

Il primo trimestre del 2023 vede un calo per gli acquisti dei vini in coincidenza con un aumento dei prezzi. 

Dopo il periodo della pandemia durante il quale le vendite nella GDO e nei siti di commercio elettronico erano sensibilmente aumentate, da qualche mese c’è una contrazione di acquisti.

 Si registra un aumento dei ricavi che ammontano a 675 milioni di euro dovuto alla inflazione e all’aumento dei prezzi delle bottiglie. 

Si evidenzia  contemporaneamente il livello più basso di vendite allo scaffale anche rispetto al periodo pre pandemia del 2019. 

Il calo di acquisti si attesta oltre il 6 %.

 I vini fermi fanno segnare un meno 7,5 %, i vini DOC – DOP meno 9,5 % mentre per I vini rossi si supera il 10 %: 10,5 % è il dato preoccupante. 

L’incremento del valore dei ricavi non q è quindi connesso alla domanda. 

L’aumento dei costi di produzione è stato dell’8,7 % e questo ha causato, ma non del tutto, gli aumenti dei prezzi negli scaffali. 

La contrazione delle vendite non ha colpito i vini spumanti che vedono un aumento del 4 % e un incremento del valore del 10 %. 

L’incremento è dovuto ai vini spumanti a prezzo basso che fanno un balzo del 15,6 %.

 Il costo medio di questi spumanti è di circa 4,50 euro.

 Questi vini stanno erodendo la fetta di mercato del Prosecco arrivando al 40 % delle vendite di bollicine nella GDO. 

Il Prosecco denota un calo di acquisti del 2,7 %, ma va assai peggio allo champagne con un meno 6 %. In crescita l’Asti Spumante con più 11,8 % e gli spumanti Metodo Classico con più 4 %. 

I vini più colpiti dal calo di vendite sono quelli DOC e IGP. I cosiddetti vini comuni perdono il 4,6 % mentre i vini rosati vanno assai peggio: meno 11,2 %.

 Importante la contrazione per i vini biologici che marcano un 9 % in meno. I canali distributivi che soffrono di più sono rispettivamente i discounts con il 10 % in meno, iper meno 4 % e supermercati meno 5 %. 

I siti di commercio elettronico hanno perso addirittura il 20 % di vendite. 

In specifico le tipologie più penalizzate sono: Montepulciano d’Abruzzo meno 20 % come il Nero d’Avola, Salice Salentino e Bonarda dell’Oltrepo Pavese, Barbera del Piemonte meno 13 %, Valpolicella e Dolcetto meno 5 % e il Cannonau 9 %. 

Stabili nelle vendite Lambrusco e IGT SIciliane e Pugliesi. In buona crescita il Vermentino di Sardegna. 

Non sarà un anno facile per i vini italiani che rispetto allo stesso trimestre del 2022 registrano un calo anche nelle esportazioni. 

Il limitato potere d’acquisto causato dalle guerre, dalla inflazione, dall’aumento dei costi di produzione e delle materie prime avrà una ripercussione negativa sull’intero mercato mondiale del vino.

Umberto Faedi 


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Redazione

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