Stile e Società

Le agenzie di viaggio senza viaggiatori

Le agenzie di questo Bel Paese che organizzano vacanze all’estero senza i viaggi non possono riprendersi da una crisi lunga 17 mesi.
Risentono delle vigenti restrizioni di un Dpcm di marzo 2020 che impone il divieto di uscita dai confini nazionali per mete extra-Schengen, e ciò provoca un drastico crollo del fatturato del settore.

Dall’inizio della pandemia il turismo organizzato ha perso l’85% del fatturato.

Gabriele Milani, direttore nazionale della Federazione del Turismo Organizzato (Fto), lamenta l’ingiustizia della situazione rispetto ai tour operetor di altri Stati: «Noi invece subiamo ancora questo stato di incertezza senza conoscere date, regole e procedure da seguire. Viene da dire che oltre il danno c’è anche la beffa. Siamo cittadini europei e vogliamo che sia garantita la stessa libertà che hanno gli spagnoli, i tedeschi, i portoghesi, i polacchi».

Le mete extra Schengen sono chiuse per decreto, se non per “motivi di lavoro, salute, studio, emergenza o rientro alla propria residenza”.

Ma gli italiani le raggiungono ugualmente, eludendo divieti e controlli, con prenotazioni fai-da-te, partendo sia da aeroporti italiani sia da aeroporti di altri Paesi europei.

Fto porta l’esempio delle Maldive che hanno appena pubblicato le statistiche relative agli arrivi nel mese di agosto 2021 sull’arcipelago.
In totale, ad agosto le isole dell’Oceano Indiano hanno accolto qualcosa come 143.599 turisti, di cui 10mila tedeschi, 8mila spagnoli, ma anche 2mila italiani.

Nel periodo pre Covid, gennaio-agosto 2019, le Maldive avevano accolto 1.134.071 visitatori e l’Italia era il terzo mercato, dopo Cina e India.
In quel momento ben 92mila viaggiatori italiani avevano visitato le isole maldiviane, nella maggioranza dei casi prenotando tramite la filiera del turismo organizzato.

Le Maldive è solo un esempio di destinazione che si è allontanata dai progetti dei vacanzieri nazionali.

Il nostro Paese, d’altra parte, deteneva il primato degli arrivi dall’Europa.

«Auspichiamo che il governo italiano si allinei quanto prima a tutti gli altri principali Paesi altrimenti assisteremo presto alla chiusura di migliaia di imprese, alla perdita di migliaia di posti di lavoro e alla dispersione di importanti professionalità causate da un divieto che non ha più alcuna ragion d’essere».

«Con le restrizioni imposte alle imprese del turismo organizzato italiano stiamo perdendo accordi commerciali con molte destinazioni a favore di altri tour operator stranieri, che sarà difficile recuperare. In questi giorni si sta parlando di corridoi turistici. Gli operatori degli altri Paesi stanno già confermando i propri impegni commerciali. Il mondo va avanti, noi siamo fermi a quando ancora non c’erano i vaccini», conclude Milani.

Maura Sacher

 


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