Stile e Società

Il successo dei vini in lattina

Sono passati molti anni da quando le Cantine Giacobazzi di Modena misero in vendita il vino in lattina. Il loro 8 e 1/2 bianco e rosso frizzante anticipò una tendenza che sta emergendo sempre più a causa della pandemia. La Cantina Giacobazzi si è sempre distinta per lo spirito innovativo e anticipatore.

La domanda per poter confezionare vini in contenitori alternativi venne inviata ai ministeri dell’agricoltura e sanità nel 1978. Fino a quel periodo i vini potevano essere confezionati e venduti solo in vetro, coccio e legno.

Quattro anni dopo venne dato il permesso di mettere i vini nel tetrapack, in PET e in lattine. Sicuramente fu un evento epocale per il mondo del vino dal punto di vista commerciale, logistico e produttivo.

Le lattine erano riciclabili al 100 %, ecologiche, leggere, robuste e facilmente trasportabili.

Non si rompevano ed erano a porzione singola. Inizialmente non venne dato il permesso di mettere nelle lattine vino frizzante e quindi le Cantine Giacobazzi decisero di aspettare.

Altri produttori invece intuirono il grande potenziale della lattina e in breve oltre 50 cantine italiane si misero a commercializzarlo. In Emilia Romagna i primi furono Cavicchioli e Medici, in Italia Folonari.

La Cantina Giacobazzi iniziò nel 1983 con 8 e 1/2 bianco e rosso. Non era specificato il vino dato che il decreto non permetteva l’indicazione del vitigno in lattina. Il successo fu incredibile sia in Italia che all’estero.

Tutte le maggiori catene della GDO lo inserirono negli scaffali e all’estero lo slogan “Giacobazzi is my wine” conquistò i mercati. Tutti lo volevano e i camion facevano la fila davanti alla cantina anche per giorni interi. Gli ostacoli burocratici non favorirono la durata del grande successo. I permessi dovevano essere rinnovati annualmente e le lattine non bastavano mai.

I clienti pian piano si rassegnarono e nel giro di pochi anni l’entusiasmo scemo’. L’idea era incredibile e pionieristica e venne fagocitata dai commercianti stranieri fra i quali australiani e americani.

Gli ignoranti pensano che l’idea sia nata oltreoceano, ma non è così. E non a caso questi sono i mercati attuali del vino in lattina definito “on the go” ovverossia in movimento. Entro pochi anni è previsto che il volume d’affari superera’ i 160 milioni di dollari e il tasso annuo di crescita si prevede del 10,5 %.

La tipologia preferita è la sparkling o frizzante col 60 % di volume rispetto ai vini fermi. La maggior quota di mercato è appannaggio degli Usa col 35 %, seguiti da Australia, Giappone, Corea, Canada, Germania, Svizzera, Francia e Nord Europa.

In Italia oltre alla storica Giacobazzi che fa parte ora del Gruppo Donelli Vini ci sono molte aziende che producono vino in lattina.

Tante le tipologie da vari vitigni e proposte biologiche, vegane e senza alcol destinate ai mercati arabi.

Sono i millennials i maggiori consumatori di questa tipologia. Grande la attenzione al packaging e al prezzo che mediamente si aggira sui 2 euro e in Usa circa 4 dollari. I vini in lattina sono certificati e derivati da filiere tracciabili. Sono oramai centinaia le etichette differenti in vendita anche con referenze IGT.


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Redazione

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