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Taste Etna: week-end all’insegna del gusto e della bellezza

Nell’incantevole cornice dell’Esperia Palace Hotel di Zafferana Etnea si è svolta l’edizione 2016 di Taste Etna, intensa kermesse culinaria dal programma ricchissimo.

Taste Etna è stato un mix di chef, prodotti del territorio, paesaggi. Sempre impeccabile e autenticamente cordiale l’accoglienza del padrone di casa Seby Sorbello, presidente dell’Associazione Provinciale Cuochi Etnei, e della sua incredibile mamma Enza Cutuli che di questo luogo è la vera anima.

 

Si è iniziato con i cooking show di Giuseppe Raciti di Zash (Riposto) che ha presentato il suo “polpo croccante ai sapori della terra del Vulcano”, un polpo cotto con aglio e rosmarino in padella per due ore e accompagnato da macco di fave e finocchietto. A seguire Moreno Emmi di Talè (Piedimonte Etneo) che ha presentato “Il latte di cavaddro” con ragusano Dop su crema di asparagi selvatici e mozzarella, tartare di gambero e salsa agrodolce all’arancia, cialda di pistacchio di Bronte e crumble d’acciughe.

triglia nel girdino dell'etna

Poi la volta di Giuseppe Nicotra di Terra e Sorsi di Nicosia (Trecastagni) che, invece, propone la carne: un filetto di maiale cotto a basse temperature, affinché mantenga tutta la sua naturale e gustosa succulenza, bardato al pistacchio di Bronte e composta di agrumi.  Andrea Macca di Donna Carmela (Riposto) ha proposto un piatto che fa l’occhiolino al Giappone: un polpo in salsa teriyaki siciliana, fatta con riduzione di mosto di Nerello Mascalese, aceto di casa e salsa di soia, con salsa di patate all’agro e té matcha. Originale e decisamente a chilometro zero il piatto di Lina Castorina di 4 Archi (Milo): un’arancina farcita con il cavolo trunzo di Aci, una specialità dell’orto divenuta Presidio Slow Food, un’eccellenza da riscoprire e valorizzare.

 

Il giorno dopo si è cominciato con Peppe Arcidiacono di In un angolo di mondo (Acireale) che stuzzica il palato con una ‘mpanata’ con impasto a lunga lievitazione di farina da grani antichi siciliani farcita con cavolo trunzo stufato in padella, formaggio pepato fresco, olive nere. Dopo è stata la volta di Seby Sorbello del Parco dei Principi (Zafferana Etnea) che ha strappato alla platea più di un applauso con “La triglia nel giardino dell’Etna”, un piatto che non ha stagione e racchiude in sé la parte emersa e la parte sommersa del Vulcano che lascia, attraverso gli scogli di pietra lavica, la sua impronta anche a mare; un filetto di triglia di scoglio, passato in una pastella di birra e farina di tumminia e poi fritto in olio evo e adagiato su un leggero purè di sedano rapa e accompagnato con verdure di stagione appena scottate: una delizia! E poi Seby ci ha stupito con un dolce, un omaggio alla mela cola dell’Etna servita in forma di gelato, di soufflé e di composta: mai il frutto del peccato fu così tentatore!

seby mela cola

Elia Russo di Villa Neri (Linguaglossa) ha proposto un mignon di maialino nero cotto a bassa temperatura, souté di cime di rapa e spuma di macco di fave ai semi di finocchio riccio. Giovanna e Santo Musumeci della pasticceria Musumeci (Randazzo), padre e figlia, hanno presentato “L’evoluzione del cannolo”, un dessert composto da una cialda di cannolo sulla quale si adagia una mousse di ricotta; e poi, a sorpresa, un gelato gastronomico al pecorino con composta di cipolle e composta di pere conference che può essere un originale antipasto o un buon finale.

 

Infine Marco Cannizzaro di Km. Zero (Catania) cui va il merito di rivalutare un pesce, a torto, troppo spesso ritenuto povero: l’alalunga; il suo piatto è stato una crema di finocchi sul fondo del piatto, agro di lamponi, l’alalunga cucinata in padella e finita in forno (con una percentuale del 10 per cento di vapore), due foglioline di menta e la cipolla in agrodolce.

 

Di contorno ai cooking show tanti corner di produttori d’eccellenza: i salumi da maialino nero, le bibite tradizionali, marmellate e oli bio, formaggi tipici. La parte alcolica è curata dall’eccellente sommelier Mauro Cutuli che guida le degustazioni di birre artigianali e vini dell’Etna. Certamente chi ha avuto la fortuna di partecipare ha vissuto due giornate di puro godimento.

Anna M. Martano

 


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