Curiosità

Premiati i “top wines” del pianeta

Premiati i "top wines" del pianeta

Premiati i “top wines” del pianeta

Nove le Gran Medaglie d’Oro conquistate dall’Italia al 30° Concours Mondial de Bruxelles che si è svolto a Parenzo-Porec (Croazia). Premiati i vini di due enologi trentini: Albino Armani e Paolo Tiefenthaler.

E’ il concorso enologico più importante al mondo al quale ogni anno partecipano i vini dell’intero pianeta. 

Stiamo parlando del Concours Mondial de Bruxelles. 

Nato 30 anni fa Bruxelles, si svolge ogni anno in località diverse e vede la partecipazione di migliaia di vini che sono giudicati da un panel di degustatori provenienti da tutte le nazioni del mondo. Nel corso delle 30 edizioni la giuria ha degustato e valutato oltre 175 mila vini presentati da 65 Paesi. 

Creato nel 1994 da Louis Havaux, il Concours Mondial de Bruxelles è considerato per prestigio e autorevolezza l’evento-competizione più importante e le medaglie assegnate alle aziende vincitrici un motivo di orgoglio e una vetrina importante per orientare le scelte dei consumatori.

L’edizione numero 30 del Concorso al Palasport di Parenzo-Porec (Croazia)

Quest’anno, dopo Lisbona, Bordeaux, Palermo, Venezia, Bratislava, Brno, Pechino, Svizzera, Bulgaria, Lussemburgo, Repubblica Ceca (abbiamo citato solo alcune sedi), il concorso si è svolto nella vicina Istria al Palasport di Parenzo-Porec (Croazia),

Presidente di commissione il belga Stefaan Van den Abeele

località che vanta un’antica tradizione enoica. Tradizione testimoniata dalla Scuola di Agraria fondata, ai tempi dell’impero asburgico, nel 1875, un anno dopo l’Istituto Agrario, oggi Fondazione Edmund Mach, di San Michele all’Adige. 

Alla trentesima edizione del concorso hanno partecipato 7.504 vini provenienti da 50 Paesi dei cinque continenti tra cui, oltre agli storici Paesi produttori, anche l’India, il Kazakistan e l’Albania. 

I vini in concorso sono stati giudicati alla cieca da 320 degustatori di 50 Paesi diversi: enologi, giornalisti, critici enogastronomici, opinion leader, buyer, ricercatori e rappresentanti di isitituzioni professionali. 

Una giuria internazionale che contribuisce a rendere l’evento unico nel suo genere.

Il Satrico 2022 di Casale del Giglio, il vino bianco rivelazione dell’anno

Per quanto riguarda l’Italia la giuria internazionale sui 1.400 vini presentati dal nostro Paese ha assegnato 365 medaglie con la Toscana al top per vini presentati (228) e premiati (80 medaglie). 

Il sindaco di Parenzo-Porec (Istria) Loris Peršurić

I riconoscimenti più prestigiosi, le “Gran Medaglie d’Oro” (punteggio minimo 96 centesimi) sono state assegnate a nove etichette tricolori con menzione particolare per il Lazio Igt Satrico  2022 della tenuta Casale del Giglio, vino premiato anche come “Revelation White Wine From Italy”. 

Un gioiello che parla trentino poichè creato dall’enologo e winemaker della Val di Cembra Paolo Tiefenthaler che quest’anno festeggerà la sua 35.ma vendemmia. 

Oltre alla “Gran Medaglia d’Oro” Casale del Giglio ha conquistato anche la Medaglia d’oro (punteggio minimo 90 centesimi) con il Mater Matuta 2018, un blend di Syrah e Petit Verdot.

La scommessa di Antonio Santarelli con il supporto di Paolo Tiefenthaler

L’enologo trentino Paolo Tiefenthaler con Antonio Santarelli, patron di Casale del Giglio

Era il 1985 quando il patron dell’azienda Antonio Santarelli, affascinato dai terreni non ancora sfruttati dell’Agro Pontino, decise di scommettere sulle potenzialità vitivinicole di quel territorio e, forte dell’esperienza familiare nel campo enologico, fondò Casale del Giglio (200 ettari). 

Coadiuvato dal padre Dino e da una schiera di agronomi e professori universitari (tra questi il prof. Attilio Scieza e il prof. Francesco Spagnolli), mise a dimora oltre 60 tipologie di vitigni

Luigi Salvo colonna storica tra gli assaggiatori a CMB

internazionali che, grazie all’enologo Paolo Tiefenthaler, iniziarono a dare i primi risultati, sia in purezza che in assemblaggio. 

Tra questi il Satrico, un piacevolissimo blend di uve Chardonnay, Sauvignon e Trebbiano.

 L’etichetta ricorda l’antica città di Satrico che, nel IX secolo avanti Cristo, era situata nel borgo delle “Ferriere” (Latina), dove oggi  ha sede l’azienda. 

Colore paglierino dorato, bouquet floreale con sentori fruttati di mela Golden e nuances di nocciola, erbe aromatiche e vaniglia, al palato è morbido, sostenuto da una fragrante acidità che ne invoglia il sorso.

L’Amarone Riserva Cuslanus 2018 di Albino Armani, un inno alla longevità

Altra Gran Medaglia d’Oro è quella conquistata da Albino Armani (400 ettari di vigneti in Trentino, Veneto e Friuli Venezia Giulia) con l’Amarone Riserva Cuslanus 2018.

Egle Capilupi, moglie di Albino Armani, mostra orgogliosa l’Amarone Cuslanus gran Medaglia d’oro

 Questo autentico gioiello nasce nel cuore della Valpolicella e custodisce le memorie più antiche delle tecniche di appassimento delle uve. 

Qui, tra i muri a secco che sostengono vigneti e piccole contrade, l’Amarone racconta l’identità unica della vallata di Marano attraverso giochi di trasparenze, profumi cangianti di frutta matura, spezie e richiami di cioccolato e caffè.

“Abbiamo dedicato il nostro Amarone Riserva a Cuslanus, divinità adorata dagli Arusnati in Valpolicella al tempo degli Etruschi” ci ha confidato la moglie di Albino Armani, Egle Capilupi. 

“L’idea del trascorrere del tempo è collegata a questa divinità, proprio come questo Amarone Riserva Cuslanus richiede un tempo ulteriore di maturazione per esprimersi in evoluzioni balsamiche ed eteree che conferiscono ad ogni calice eleganza, equilibrio e una straordinaria personalità.” Un inno alla longevità.

 

Il Salice Salentino 2019 Moros di Claudio Quarta, il rosso rivelazione dell’anno

Premiato con la “Gran Medaglia d’Oro” e come “Revelation Red Wine from Italy” il Salice Salentino Doc Moros 2019 di Claudio Quarta Vignaioli.

 E’ realizzato con uve Negroamaro e Malvasia Nera che provengono da un terreno con caratteristica prevalentemente argillosa con presenza di pietre calcaree, che si estende per poco più di un ettaro nel feudo di Guagnano (Lecce).

Colore rosso intenso con riflessi amaranto, inebria con un bouquet particolarmente accattivante che ricorda la vaniglia e la confettura di ciliegie. Al palato è un’esplosione di frutti a bacca rossa con piacevoli note balsamiche e delicate sfumature dolci.

Le altre “Gran Medaglie d’Oro” assegnate all’Italia: dal Garda al Salento

Ecco le altre “Gran Medaglie d’Oro” assegnate all’Italia. Premiato il Garda Doc Carpino Merlot 2018 dell’Azienda agricola Ricchi dei fratelli Stefanoni, Monzambano di Mantova; 

il Nizza Riserva 2018 dell’Azienda agricola Il Botolo di Nizza Monferrato; 

il Vino Nobile di Montepulciano Damo 2015 dell’azienda Montemercurio di Montepulciano; il Salice Salentino Doc Donna Lisa Negroamaro Riserva 2019 di Leone de Castris;

 l’Igt Lazio I Quattro Mori 2016 di Castel de Paolis; l’Irpinia Doc Anniversary Aglianico 2019 dell’Azienda agricola  Nativ di Paternopoli (Avellino).

Solo l’1 per cento dei vini in concorso ha ottenuto la “Gran Medaglia d’Oro”. L’Italia, come abbiamo visto, ne ha conquistate nove: dal Veneto alla Puglia, dal Piemonte alla Campania, dalla Lombardia alla Toscana, al Lazio. 

A ulteriore conferma che la qualità emerge sempre al di là delle culture e dei modi di degustare un vino, al di là dei vitigni e dei territori. 

Tra le aziende plurimedagliate spiccano le abruzzesi Fantini Group e Citra, rispettivamente con 4 e 3 ori, la siciliana Milazzo con 4 ori, la toscana Fattoria La Vialla (un oro e 6 argenti) e la marchigiana Terre Cortesi Moncaro (4 argenti).

Sei le etichette del Trentino Alto Adige premiate con la medaglia d’argento

Niente medaglie d’oro quest’anno in regione: questo il responso del 30° Concours Mondial de Bruxelles che si è svolto a Parenzo.

 Il Trentino Alto Adige si deve accontentare delle medaglie d’argento conquistate da due  realtà cooperative del Trentino e da quattro aziende altoatesine. 

Per quanto riguarda il Trentino la giuria internazionale del Concorso ha pemiato con medaglia d’argento il Pinot Grigio Nove Rosé Nosio 2022  del Gruppo Mezzacorona e il Sauvignon “I Classici” 2022 della Cantina Valle di Cembra. 

Quattro le etichette dell’Alto Adige premiate: il Sauvignon Raif 2022 dell’Azienda Castelfeder di Alfons Giovanett;

 il Lagrein Von Steiner 2022 della Cantina di Bolzano e due vini della cantina Plonerhof di Marlengo: il Pinot Nero Exclusive Riserva Plonerhof 2020 e il Pinot Nero Limited Edition Plonerhof 2019.

Come miglior vino rosé al mondo premiato il “Y By 11minutes” di Pasqua

Come miglior vino rosé al mondo è stato premiato il “Y By 11minutes” delle Cantine Pasqua (Verona). 

Nasce da un blend di due vitigni autoctoni (la Corvina e il Trebbiano di Lugana) con il supporto di un vitigno internazionale, il Carmenère. 

Sempre nel settore dei vini rosé l’Italia ha ottenuto complessivamente il 33% delle medaglie totali: oltre alla “Gran Medaglia d’Oro” con il “Y By 11minutes” di Pasqua , 

29 medaglie d’oro (con vini firmati dalle cantine Torrevento, Tollo, Fantini Group Apollonio, Citra, Jasci & Marchesani, Tinazzi, Terre Cortesi Moncaro, Varvaglione, solo per citarne alcune) e 48 medaglie d’argento. 

Il boom dei vini rosati in Italia, in Europa e nel mondo (Usa in primis)

Italia superstar per quanto riguarda i vini rosati con la Puglia che si conferma la regione italiana più premiata al 30° Concours mondial de Bruxelles con 27 medaglie davanti al Veneto (17) e all’Abruzzo (11). 

Un primato importante che accende i riflettori sull’Italia dei rosé, il cui consumo è in costante crescita. 

Basti pensare che, tra il 2002 e il 2018, il consumo mondiale di vino rosé è passato da 18,3 milioni di ettolitri a 26 milioni, aumentando di quasi il 40%. 

Le stime sul consumo a livello mondiale parlano di un aumento del 50% entro il 2035, sui 24 milioni di ettolitri attuali, secondo l’Osservatorio Mondiale dei Rosati. 

I Paesi dell’Europa occidentale e gli Stati Uniti sono i più grandi consumatori di rosé al mondo e solo l’Italia produce ogni anno oltre 2 milioni di ettolitri di vino rosato, con un consumo pro capite di oltre due litri.

Bordeaux è la regione più rappresentata e premiata, con 256 vini medagliati

A livello complessivo Bordeaux è la regione più rappresentata e più premiata, con 256 vini medagliati. 

Numeri record anche per la Spagna con la regione di Aragona che vanta il più alto numero di vini premiati del Paese: il 42% dei vini medagliati. 

Bene anche il Portogallo con una media nazionale del 37,5% dei vini iscritti e premiati. Ma nel medagliere figurano anche Paesi meno noti come India, Kazakistan e Albania. 

Le etichette internazionali premiate con il punteggio più alto sono state, per quanto riguarda i vini bianchi,  il Cenzontle Blanco prodotto in Messico nella Valle di Guadalupa,

 mentre per quanto riguarda i vini rossi si è imposto un vino bulgaro: il Vineyards Selection Tenevo, un blend di Merlot, Cabernet Franc e Petit Verdot prodotto da Villa Yambol. 

Il Trofeo Sylvain, assegnato annualmente al vino barricato con il punteggio più alto, se lo è aggiudicato un vino californiano: la cuvée Earthquake Zinfandel, prodotto dalla Michael David Winery nella regione di Lodi.

 Infine, il vino biologico con il punteggio più alto parla spagnolo: la cuvée Palmeri Navalta dell’azienda Palmeri Sicilia, Tabuenca (Saragozza).

 

La prossima edizione del Concours Mondial de Bruxelles spiccherà il volo, per la prima volta, nel continente americano. Si terrà a Guanajuato, in Messico, dal 7 al 9 giugno 2024.

I vini italiani premiati saranno presentati e degustati a Roma il 20 giugno

I vini medagliati italiani saranno presentati e degustati il 20 giugno, a Roma, nella cerimonia di premiazione a Palazzo Valentini, con il patrocinio di Città Metropolitana Comune di Roma.

 Nell’occasione, i produttori presenteranno, a tutti gli operatori del settore, i loro vini premiati nel 2023 nelle diverse sessioni effervescenti, rosé, bianchi e rossi.

“Ottenere una medaglia al Concours Mondial de Bruxelles – ha sottolineato Carlo Dugo, ambasciatore italiano per il Concours Mondial de Bruxelles – è un’affermazione della qualità della produzione che viene confermata da tavoli di giurati internazionali. 

Una vera e propria porta di accesso privilegiata all’esportazione del prodotto in tutti quei Paesi che desiderano entrare in contatto con le eccellenze italiane.” In alto i calici. 

Prosit! (GIUSEPPE CASAGRANDE)


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