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Il vino cullato dal vulcano

Presentati i primi risultati del progetto “Vini d’Alta Quota”, un esperimento innovativo dell’azienda vinicola Calcagno di Castiglione di Sicilia (Ct), in collaborazione con l’Ingv (Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia) di Catania.

 

Un progetto d’avanguardia nato dalla voglia di rafforzare il legame dei vini col territorio e nello stesso tempo dallo stimolo continuo a sperimentare. Così nel luglio del 2015 è stata lanciata l’iniziativa “Vini d’Alta Quota”, grazie ad una sorta di joint venture virtuosa fra l’azienda Calcagno e l’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia.

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Scopo del progetto verificare le teorie di Pasteur sulla migliore conservazione di un prodotto fermentato come il vino in quota, dove l’aria è priva di germi e più rarefatta per la bassa concentrazione di ossigeno. Detto fatto.

 

All’interno dell’Osservatorio dell’Etna di Pizzi Deneri (Linguaglossa) dell’Ingv, a un’altitudine di 2813 metri e a circa 500 metri dal cratere centrale del vulcano, è stato allestito un corner dedicato all’affinamento di un lotto di bottiglie di vini dell’azienda Calcagno, posizionati in casse di legno, per un periodo di 12 mesi. Un affinamento estremo ad un passo dal cielo per i vini Calcagno, al fine di verificarne il processo di maturazione e la longevità.

 

Nella fase finale, dopo un anno di sperimentazione, sono state recuperate le bottiglie e presentate in una conferenza stampa allestita nella sede Ingv del capoluogo etneo, alla presenza di giornalisti enogastronomici, enologi, sommelier e tecnici. In questo modo l’azienda Calcagno ha condiviso ufficialmente insieme alla stampa di settore i risultati ottenuti.

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All’incontro, a tratti emozionante per l’attesa di scoprire aromi, sapori e percezioni visive di questo vino, moderato dal giornalista gastronomico Antonio Iacona, sono intervenuti: il direttore dell’Ingv di Catania, Eugenio Privitera; i titolari della cantina, Franco, Gianni e Giusy Calcagno; il responsabile digital marketing dell’azienda, Pietro Galvagno; l’enologo della cantina, Alessandro Biancolin; il sommelier che ha guidato la degustazione tecnica, Mauro Cutuli; e lo Chef Seby Sorbello, Patron di Sabir Gourmanderie a Zafferana Etnea, che ha deliziato i partecipanti con realizzazioni culinarie intitolate ai sapori dell’Etna e dell’autunno.

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“Il nostro è un ente di ricerca, – ha detto ad apertura di conferenza il direttore Ingv, Eugenio Privitera – gestiamo 450 sensori su tutto il territorio, di cui 160 solo sull’Etna, che sono attivi 24 ore su 24. In tutto questo scenario scientifico, poco più di un anno fa si è presentata la cantina Calcagno con questo progetto sperimentale interessante. Da qui – ha aggiunto Privitera – la nostra decisione di sostenerlo, nell’interesse di un territorio, quello etneo, che è tra i più promettenti a livello nazionale e internazionale. Il progetto è stato per noi a costo zero e senza fini di lucro”.

 

Infatti, i vini affinati a quota 2813 metri saranno messi all’asta e il ricavato sarà interamente devoluto all’Ingv per la ricerca.  Sono state aperte e degustate durante la conferenza stampa le etichette: “Arcuria Etna Rosso” (2013); “Feudo di mezzo Etna Rosso” (2013); “Caricante Bianco” (2014) e “Arcuria Rosato” (2014).

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I risultati sono stati incredibili: in tutti i vini degustati è stata riscontrata una particolare finezza, freschezza, eleganza e armonia. “I miei vini – ha affermato Giusy Calcagno, rappresentante della quarta generazione della famiglia Calcagno – rappresentano la parte emotiva della cantina e sono riempiti di Etna”; e questi affinati ad alta quota, ancora di più, grazie anche alla micro oscillazione continua dell’Etna.

 

 


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Piero Rotolo

Direttore Responsabile vive a Castellammare del Golfo Trapani

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