A difesa del made in Italy saranno resi pubblici i flussi commerciali delle materie prime provenienti dall’estero per la produzione alimentare. C’è l’impegno del ministro della Salute, Beatrice Lorenzin che ha accolto la richiesta presentata dal presidente di Coldiretti, Roberto Moncalvo. Dobbiamo crederci?
Sarà tolto il segreto di Stato sui dati degli scambi agroalimentari con l’estero. Che sia la volta buona? Ce lo auguriamo tutti!
Infatti, a breve saranno resi pubblici i flussi commerciali delle materie prime provenienti dall’estero per la produzione alimentare. Parola di ministro. Ha vinto la Coldiretti e quanti hanno protestato contro le aggressioni al made in Italy.
Finora una complessa normativa doganale ha impedito l’accessibilità dei dati legati alla tutela della riservatezza. Una mancanza di trasparenza che ha favorito il verificarsi di inganni a danno di prodotti simbolo del made in Italy.
Due prosciutti su tre venduti in Italia, provengono da maiali allevati all’estero; tre cartoni di latte a lunga conservazione su quattro sono stranieri; oltre un terzo della pasta è ottenuta da grano non coltivato in Italia e la metà delle mozzarelle sono fatte con latte o cagliate straniere. E l’elenco potrebbe continuare all’infinito secondo Coldiretti. Adesso basta!
Il ministro della Salute ha disposto l’immediata costituzione di un comitato composto da esperti della materia, incaricato di definire, in tempi brevi, le modalità attraverso cui saranno rese disponibili le informazioni sulla provenienza dei prodotti agroalimentari a soggetti che dimostrino un legittimo interesse all’utilizzo di tali dati.
A parte i “tempi brevi” che mi preoccupano, credo che il legittimo interesse all’utilizzo dei dati li abbiano tutti i cittadini italiani che ogni giorno acquistano prodotti illudendosi che siano fatti in casa nostra e invece vengono ingannati. Speriamo bene!
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