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San Michele-Appiano brinda con Appius 2017

San Michele-Appiano brinda con Appius 2017

San Michele-Appiano brinda con Appius 2017

La cantina altoatesina guarda con ottimismo al futuro e brinda con il gioiello di Hans Terzer 

San Michele

Prosit. La cantina San Michele-Appiano, la più grande realtà cooperativa dell’Alto Adige, dopo aver chiuso il 2021 con una crescita del 13%, risultato che evidenzia la forza del marchio sul mercato nazionale ed internazionale, guarda al futuro con ottimismo nonostante i bagliori di guerra che è alle nostre porte e brinda con orgoglio alzando i calici del gioiello di famiglia: Appius 2017.

Il bilancio 2021 ripaga gli sforzi compiuti nel 2020 per contenere gli effetti della crisi derivante dalla pandemia e consente alla cantina guidata dal 1977 dal kellermeister Hans Terzer di guardare con fiducia alle nuove sfide. Le vendite hanno sfondato quota due milioni di bottiglie: 70% in Italia, 30% in 40 Paesi europei ed extraeuropei. Cifre che confermano la forza e la notorietà del marchio “San Michele-Appiano” presente in Italia soprattutto con le etichette Gewürztraminer, Sauvignon e Pinot Nero, e all’estero con il Pinot Grigio e il Pinot Nero.

E’ la cooperativa sociale (320 soci) più grande dell’Alto Adige

La cooperativa sociale più grande dell’Alto Adige (320 soci, 385 ettari di superficie vitata, 23 milioni di fatturato) è da sempre impegnata nel processo di innovazione con l’introduzione delle più moderne tecnologie e applicazioni atte a migliorare l’efficienza produttiva. E lo si tocca con mano dalla vigna alla cantina, passando dall’offerta al pubblico di nuovi canali di consultazione all’acquisto dei prodotti (shop.stmichael.it) alla promozione attraverso l’esperienza del virtual tour per visitare la cantina centenaria.

Appius, il gioiello sognato e creato dal kellermeister Hans Terzer

Tra il pubblico dei wine lover San Michele-Appiano è conosciuta in particolare per una autentica “chicca”: Appius, una cuvée di vini bianchi, il vino sognato e creato otto anni fa dal kellermeister Hans Terzer. Al recente Merano WineFestival è stata presentata l’annata 2017, un vino intrigante frutto di un meticoloso lavoro di selezione e dosaggio delle uve che compongono questo gioiello. Un lavoro che mai come nel 2017 è stato determinante nell’ottenere il massimo della qualità da una delle annate più complesse e difficili degli ultimi anni. 

A comporre Appius 2017 sono “selezioni di punta”per metà provenienti da vecchi vigneti, ormai stabilmente impiegati per la realizzazione della cuvée, e per metà da vigne meno frequentate, ma  ritenute congeniali all’interpretazione dell’annata e al raggiungimento degli obiettivi enologici di Hans Terzer. 

Appius: un blend di Chardonnay, Pinot Grigio, Sauvignon e Pinot Bianco

Per quanto riguarda l’annata 2017 nel “blend” di Appius prevale lo Chardonnay (54%), mentre il Pinot Grigio è presente con il 24%, il Sauvignon Blanc con il 12% e il Pinot Bianco con il 10%.

 Appius 2017 al calice ci regala un bellissimo colore brillante con riflessi giallognoli leggermente olivastri e rivela al naso una perfetta alchimia sensoriale tra le singole varietà: la componente floreale (fiori gialli  come ginestra e tiglio, fiori bianchi come il biancospino e la zagara, il fiore dell’arancio e del limone), la componente fruttata con note agrumate di mandarino e pompelmo e alcune più rare come il ribes bianco e l’uva spina. Al palato è elegante, vellutato, sostenuto da una vibrante acidità e da una piacevolissima nervatura minerale e sapida. Persistente il retrogusto con “nuances” che virano dall’agrodolce all’acidulo. 

Il progetto Appius, parola che ricorda la radice romana della località altoatesina, Appiano, è nato otto anni nel 2010. A seguire le annate 2011, 2012, 2013, 2014, 2015 e 2016. L’intento è quello di 

realizzare anno dopo anno un vino capace di rappresentare fedelmente il millesimo e di esprimere la creatività, la sensibilità, l’anima del suo autore, Hans Terzer. Anche il design della bottiglia e l’etichetta (bellissima) cambiano di anno in anno. Cinquemila le bottiglie prodotte. Lo scopo è quello di creare una “wine collection” in grado di entusiasmare gli appassionati di vino di tutto il mondo. In alto i calici. Prosit. (GIUSEPPE CASAGRANDE)


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