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A Pachino la celebrazione del vino

Grande partecipazione alla 3° edizione della Festa della Pigiatura svoltasi a Pachino lo scorso 23 Agosto. Una serata di celebrazione del vino e della grande tradizione di un territorio che ha trovato nel vino la sua riconoscibilità.

 

Fosse stato un incontro di calcio avremmo scritto “spalti gremiti, pubblico in delirio, spettatori centomila circa!”. Centomila, no, ma è stata davvero assai partecipata la 3° edizione della Festa della Pigiatura di Pachino. Una serata di celebrazione del vino e della grande tradizione di un territorio che, per molto tempo, ha trovato nel vino la sua riconoscibilità.

museo del vino

Prima che la dizione Nero d’Avola fosse riconosciuta, infatti, quel vino era noto ovunque come “u vinu ‘i Pachinu”. E la vita, l’economia, il lavoro, di un paese intero ruotavano intorno al vino. Di questa tradizione si è fatto autorevole custode Nele Nobile, la cui famiglia vive di vino da cinque generazioni, che ha raccolto nel Museo del Vino una ricchissima a collezione etnografica di grande valore antropologico, storico e culturale. Ma il vulcanico Nele non si è fermato a questo: ha ideato la Festa della Pigiatura con lo scopo di divulgare e valorizzare le tradizioni locali per preservare la propria unicità sociale e culturale.

 

L’edizione di quest’anno è stata particolarmente ricca di momenti diversi, in un’armonica e stimolante unione di etno-enologia, musica, gastronomia e cultura. Ad aprire l’evento, l’interessantissima relazione di Francesco Pira, sociologo, giornalista, docente di comunicazione all’Università degli studi di Messina e all’Università Salesiana di Venezia e Verona, sul tema “Comunicare il territorio: l’arte e il vino testimonial della Sicilia 3.0”.

prof pira

Secondo Pira, le nuove tecnologie costituiscono “una nuova sfida per gli imprenditori, gli amministratori, gli operatori culturali. Oggi la vera capacità consiste nello sviluppare progetti di comunicazione integrata che coinvolgono tutto il territorio e che siano diluiti nel tempo, non vivi soltanto quando c’è qualcosa da comunicare”. Sul ruolo dei social network nella moderna comunicazione Pira manifesta una certa cautela. “I social network sono senza ombra di dubbio una grande opportunità. E da diversi anni. Basta vedere – ha affermato Pira – come hanno promosso il turismo i paesi del Nord Europa. Possono però essere un’arma a doppio taglio se dietro l’utilizzo non c’è una strategia e non ci sono professionisti”.

 

Il relatore ha poi sottolineato come una buona comunicazione territoriale non possa prescindere dall’aspetto emozionale e quindi, per essere efficace anche dal punto di vista della promozione turistica, funzioni la narrazione, lo storytelling, piuttosto che la mera pubblicità.

 

“Per far volare la Sicilia, per abbandonare stereotipi negativi, e far vincere un’immagine positiva – ha proseguito Pira – che abbini cultura, storia, tradizione con innovazione, prodotti della terra, vini pregiati e cibo di qualità, una comunicazione integrata tra vecchi e nuovi media è fondamentale”.

 

Dopo l’approfondimento culturale è il momento della festa: arrivano i carretti siciliani colmi d’uva che viene versata nei tini e pigiata da gioiose fanciulle. Per molti dei presenti è stata davvero un’esperienza unica, giacché mai avevano assistito al rito della pigiatura. A seguire la visita guidata al Museo del Vino, e staresti ore ad ascoltare Nele narrare le sue storie e poi golosità con un trionfo di arancine fritte al momento dallo Chef Turi Monaco.

 

E poi, musica, con il Noto Barocca Ensemble formato da Raffaele Schiavo, voce, Gabriele Bosco, violino, Mario Licciardello, violoncello, Alfonso Lapira, voce, un incontro di stili e di culture che hanno in comune la Sicilia ed il val di Noto in particolare, che ha proposto “Le Voci del Vino” musiche, stornelli, e versi dedicati alla vendemmia oltre a un incantevole repertorio di musiche e canti medievali.

 

Appuntamento al prossimo anno per una nuova edizione, sempre più festosa!

 

Anna M. Martano

 


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