Curiosità

Maso Martis brinda con il Trentodoc Brut Riserva “35”

Maso Martis brinda con il Trentodoc Brut Riserva "35" La maison spumantistica di Martignano festeggia i suoi primi 35 anni con una nuova etichetta

Maso Martis brinda con il Trentodoc Brut Riserva “35”

Roberta, Maddalena e Alessandra, le donne del vino di Maso Martis, con Antonio Stelzer

La maison spumantistica di Martignano festeggia i suoi primi 35 anni con una nuova etichetta: il “restyling” di uno dei vini più amati, il Trentodoc Brut millesimato vendemmia 2020. Il passaggio di testimone di mamma Roberta e papà Antonio Stelzer alle figlie Alessandra e Maddalena.

Maso Martis, la “maison” spumantistica di Martignano, festeggia i suoi primi 35 anni con una nuova etichetta: il restyling di uno dei vini più amati, il Trentodoc Riserva “35” Brut Millesimato, vendemmia 2020. 

L’elegante bottiglia con etichetta nera dai riflessi dorati, proprio come le bollicine di montagna Trentodoc, e che reca impresso il numero 35, racchiude una cuvée di Pinot Nero e Chardonnay. che si esprime con un perlage finissimo e persistente. 

“Il Trentodoc Brut Riserva è sempre stato uno dei nostri cavalli di battaglia”

 

Le reginette di Maso Martis- le sorelle Maddalena e Alessandra Stelzer

“Il Trentodoc Brut Riserva è stata la prima etichetta con affinamento lungo della nostra cantina ed è sempre stato uno dei nostri cavalli di battaglia” racconta Alessandra Stelzer, titolare della cantina insieme alla sorella Maddalena Stelzer. “Con i cambiamenti nei gusti e nei trend del mercato abbiamo ampliato la nostra collezione, ma questa cuvée ha sempre avuto un posto speciale nei nostri cuori.”

“Meno blasonato della nostra Madame o del Monsieur è però un’etichetta che ha segnato il nostro inizio e oggi per festeggiare i 35 anni di Maso Martis ci è sembrato non solo romantico, ma doveroso riproporla in una veste nuova, che celebra il traguardo di oggi ricordando il passato con grande orgoglio e ammirazione, proiettandoci con entusiasmo verso il futuro con nuovi obiettivi da conquistare.”

La commozione di Roberta Giuriali e del marito Antonio Stelzer

“Legare questa nuova release ai nostri 35 anni è un modo per festeggiare gli anni passati, ma soprattutto il lavoro e la passione e l’amore della nostra famiglia e di tutto il team con cui abbiamo creato qualcosa di speciale: non solo vini, ma anche relazioni” ha sottolineato Roberta Giuriali che con il marito Antonio Stelzer nel 1990 ha creato Maso Martis.

“Trentacinque anni possono sembrare tanti, ma anche pochi. Abbiamo vissuto e partecipato all’ascesa del Trentodoc, abbiamo creduto nel nostro progetto e siamo riusciti a dare un tocco unico alle nostre bollicine di montagna, abbiamo visto crescere in cantina le nostre figlie, Alessandra e Maddalena. Insomma, in trentacinque anni sono racchiuse moltissime emozioni, tante quante ne regalerà la Riserva “35” di Maso Martis a chi, sorseggiandone un calice, sentirà le note e gli aromi della nostra la storia e della nostra passione.”

Straordinaria la freschezza che caratterizza i Trentodoc firmati Maso Martis

All’assaggio le bollicine di questa Riserva “35”, dal perlage finissimo e persistente che danzano spensierate nel calice, regalano un bouquet di agrumi che si intrecciano con invitanti sentori di vaniglia, cenni di pan brioches, mandorla e nocciola tostata. Al sorso la morbidezza si sposa con aromi di cedro candito, un tocco di erbe aromatiche e una sapidità che contribuisce alla piacevole sensazione di freschezza che, da sempre, caratterizza i Trentodoc firmati dallo “chef de cave” di Maso Martis: Matteo Ferrari.

Un gioiello che rende iconica questa edizione celebrativa prodotta in 5 mila bottiglie (prezzo 40,50 euro). A tavola si sposa con le crudità di mare e i piatti a base di pesce, come rombo al forno, filetto di storione agli agrumi, capesante al beurre blanc. Ma può accompgnare splendidamente anche i risotti e le carni bianche preparate con le erbe aromatiche o i formaggi freschi e semistagionati.

Due parole sulla vinificazione. Dopo la vendemmia manuale, segue una pressatura soffice delle uve intere di Chardonnay e di Pinot Nero, lavorate separatamente. Il Pinot Nero viene vinificato solo in acciaio mentre il mosto di Chardonnay fermenta e affina in barrique per circa 8 mesi prima del tiraggio. Avviene poi la preparazione della cuvée e il successivo imbottigliamento con l’aggiunta di lieviti selezionati. La permanenza sui lieviti è di circa 48 mesi.

La storia siamo noi: galeotto fu quel primo bacio, la notte di San Lorenzo

Maso Martis nasce dalla storia d’amore tra Antonio Stelzer e Roberta Giuriali, che si incontrano per la prima volta nel 1987 durante una vacanza nella ex Jugoslavia: poteva essere un flirt estivo, invece fu amore a prima vista. La notte di San Lorenzo, il 10 agosto 1987, il primo bacio e da lì non si sono più lasciati. 

Negli anni Ottanta il padre di Antonio, l’imprenditore Giuseppe Stelzer, aveva intravisto un’opportunità di investimento: vende una proprietà in Veneto e acquista 12 ettari di terreni, compreso il bosco e la casa colonica, situati sulla collina Est di Trento, a Martignano, il paese a 450 metri di altitudine, ai piedi del Monte Calisio (Argentario), un luogo caratterizzato da terreno calcareo, ricco di scheletro e roccia rossa trentina, e da un’ottima esposizione al sole. Elementi perfetti per la coltivazione dei vigneti. 

Tra il 1982 e il 1986 vengono bonificati i terreni e piantati a vigneto, con l’intento iniziale di vendere le uve alla Cantina Sociale di Trento: le varietà prevalenti erano, e sono tuttora, Chardonnay e Pinot Nero, e altre tipologie minori come Cabernet Sauvignon (in un secondo momento tolto dalla produzione), Pinot Meunier e il rarissimo Moscato Rosa. 

La sfida: produrre esclusivamente spumante Metodo Classico

A Maso Martis si festeggia e si brinda in occasione della vendemmia appena ultimata

Antonio, figlio minore di Giuseppe, aveva dedicato la maggior parte del suo tempo alla costruzione del vigneto, nonostante la giovane età. Per questo, nel 1990, il padre decide di affidare l’azienda agricola a lui e alla fidanzata Roberta, che insieme decidono di intraprendere la strada più difficile, ossia quella della spumantizzazione.

Attrezzata la cantina con il minimo indispensabile e ristrutturata la casa, inizia la storia di Maso Martis, con a capo Roberta e Antonio, che si sposarono poi nel 1992, poco prima della nascita delle figlie Alessandra (1993) e Maddalena (1996).

Alessandra e Maddalena Stelzer brindano con il Müller Thurgau di Maso Martis

Maso identifica l’edificio rurale all’interno di un accorpamento di terreno unico, Martis è il genitivo latino di Marte dall’antico nome Martis Fanum, ossia Tempio di Marte, di Martignano, dove si trova la cantina.

Fin dagli esordi, Antonio e Roberta avevano le idee chiare su quello che volevano produrre, ossia quasi esclusivamente spumante Metodo Classico, aderendo da subito al disciplinare della Doc Trento, nata nel 1993. Quella che oggi può apparire una scelta facile e di tendenza, a quel tempo rappresentava invece una grande sfida, perché in quegli anni questa tipologia enologica del Trentino non aveva ancora raggiunto la reputazione di alta qualità che ha oggi con il marchio Trentodoc, nato nel 2007, che oggi raggruppa 69 produttori aderenti all’Istituto Trento Doc. Una sfida lungimirante. 

Nel 2021 il passaggio di testimone alle figlie Alessandra e Maddalena

Matteo Ferrari, lo storico chef de cave della maison spumantistica trrentina Maso Martis

Il primo ottobre 2021 ha segnato per Maso Martis un passo fondamentale. «Abbiamo costituito una società semplice agricola con a capo le nostre figlie Alessandra e Maddalena” raccontano Antonio e Roberta Stelzer. “Un passaggio necessario e di grande soddisfazione visto il loro impegno in azienda da ormai diversi anni. Grazie al loro ingresso è stato possibile sviluppare al meglio l’accoglienza in cantina e tutta la parte di comunicazione web&social. I progetti per i prossimi anni sono diversi: abbiamo acquistato 2 ettari di vigneto a 800 metri di quota e siamo in procinto di ristrutturare il punto vendita e ampliare la sala degustazione, creando una struttura all’altezza della crescita del fenomeno enoturistico.” 

Il passaggio di testimone è gestito in modo graduale: Roberta e Antonio sono ancora impegnati nell’attività aziendale, Roberta per la parte di promozione e commerciale, Antonio in campagna e cantina. Chapeau!

In alto i calici. Prosit! (GIUSEPPE CASAGRANDE)


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