I Viaggi di Graspo

In Val di Susa da Stefano e Mariangela Turbil 

In Val di Susa da Stefano e Mariangela Turbil  La Chimera, l’Avana ed il Becuet, Dott.Jekill e Mr. Hide

In Val di Susa da Stefano e Mariangela Turbil La Chimera, l’Avana ed il Becuet, Dott.Jekill e Mr. Hide

da sx Stefano Turbil con Gianmarco Guarise fotografo di Graspo

 

 

“ Sono come Dott. Jekill e Mr. Hide “ esordisce così Stefano Turbil giovane produttore a Chiomonte in Val di Susa per descrivere temperamento e carattere dei sui due vitigni del cuore : l’Avanà ed il Becuet.

Tanto è dolce ed immediato il primo, tanto spigoloso ed introverso il secondo, scorrevolezza e sostanza.

Grappoli di Avanà

“L’Avanà ha un grappolo bellissimo anche da vendemmiare, spiega la moglie Mariangela, ed è buona anche da mangiare mentre il Becuet ha grappolo molto più piccolo quasi, sembra un gioiellino, una bomboniera e molto simile allo Shiraz ed al Chatus che sono altri vitigni che ritroviamo in Val di Susa.

la bellezza delle vestigia e dei luoghi

La folgorazione per la Val di Susa e per i suoi ardui ma suggestivi panorami arriva durante un tirocinio fatto ai tempi dell’università di enologia. 

Fino a quel momento Stefano Turbil, oggi tenace e determinato vigneron, non si sarebbe mai sognato che il suo lavoro ed il suo futuro potesse essere quello di produrre vino in questo territorio di montagna difficile ma ricco di opportunità e potenzialità. 

la vendemmia

Non senza fatica per individuare i terreni disponibili, nel 2005 nasce La Chimera un’azienda di circa 3 ettari e mezzo di vigneto ricavato su antichi terrazzamenti ad oltre 700 metri di altitudine rivolti verso sud.

Siamo in una valle di origine glaciale ed è proprio il lavoro del ghiacciaio ad aver lasciato poca terra sulle pendici dando origine a suoli poco profondi e ricchi soprattutto di scheletro.

Mariangela e Stefano

Queste condizioni, abbinate ad un clima alpino con forti escursioni termiche, danno vita a vini caratterizzati da freschezza ed eleganza. In questa avventura personale, al limite dell’eroico, dal 2018 è supportato anche da sua moglie Mariangela che lo ha raggiunto rinunciando al suo precedente lavoro.

Da quando abbiamo iniziato, raccontano, abbiamo sempre cercato e accorpato piccoli appezzamenti di terra per recuperare vecchi vigneti o impiantarne di nuovi, non senza difficoltà, perchè il territorio è fortemente parcellizzato e spesso i proprietari attuali non risiedono più qui. Noi li cerchiamo e proviamo a convincerli che un vigneto di nuovo coltivato, vuol dire conservare e valorizzare il territorio.

Sistemare i muri a secco, pulire i vecchi sentieri, rigenerare i piccoli vigneti in semi abbandono e soprattutto preservare gli antichi vitigni del territorio è oggi la loro missione.

Ed i questo contesto sono due vitigni a bacca rossa come l’Avanà ed il Becuet ad esprimere meglio di altri le caratteristiche e la vocazione di questo territorio.

Sono due varietà diffuse anche nella vicina Savoia Francese e in Cote du Rhone.

Stefano e Mariangela Turbil

L’avanà è un vitigno tipico della media ed alta Val di Susa, diffuso principalmente nei comuni di Chiomonte, Meana, Gravere, Susa e Giaglione.

Qui si coltiva utilizzando il metodo della controspalliera oppure quello ad alberello, cioè un sistema di coltivazione che ben si adatta a zone climatiche fredde. 

Le vigne necessitano di molte cure, soprattutto nel periodo invernale. La pianta è soggetta ad una certa alternanza produttiva, inoltre occorre che il grappolo sia ben esposto al sole in modo da raggiungere un colore adeguato.

da sx Aldo Lorenzoni , Mariangela e Stefano Turbil, Gianmarco Guarise e Daniele Dal Cerè

L’uva Avanà viene destinata quasi interamente alla vinificazione, anche se alcune famiglie la preferiscono anche come uva da tavola per via della sua buccia spessa e gustosa. 

Storicamente era vinificato insieme ad altre varietà (Barbera, Freisa) in modo da ottenere un vino più equilibrato. Da metà degli anni novanta, con la nascita della denominazione Valsusa D.O.C. E l’utilizzo di tecniche moderne sia in vigneto che in cantina, si è potuto felicemente constatare che l’Avanà ha un’importante strada da percorrere anche da solo! 

Dal 2014, l’Avanà, viene infatti utilizzato da Stefano e Mariangela anche per realizzare spumanti in grado di valorizzare al meglio le sue originali caratteristiche di freschezza e vivacità con risultati così sorprendenti da essere clonati anche da altre aziende del territorio.

Il Becuet è invece un vitigno più vigoroso, dal grappolo piccolo, cilindrico o conico, spargolo, con acini dalla forma ovoidale con buccia molto spessa.

 La sua scarsa resistenza all’oidio è probabilmente il motivo per il quale la sua coltivazione non si è diffusa oltre i confini della Val Susa. I vini ottenuti dalle uve Becuet hanno in genere un estratto notevole e un elevato corredo polifenolico. 

Il Becuet quando non vinificato in purezza è utilizzato come miglioratore nei tagli con altri vitigni ai quali conferisce corpo, struttura e colore.

Una curiosità che appassiona noi di Graspo è poi il fatto che da un’incrocio naturale tra Avanà e Becuet si sia originato un vitigno originale chiamato Ciamosul, che sembra far idealmente sintesi dei due caratteri contrapposti dei genitori.

Ne ritroviamo qualche esemplare disperso tra i filari eroici dell’azienda, un vitigno che sicuramente avrà tanta attenzione nel nuovo impianto previsto in un suggestivo appezzamento che Stefano chiama del Priorato per la presenza di un antichissimo monastero attorno al quale si possono attivare nuove ed originali iniziative di valorizzazione di questi vitigni magari anche con la collaborazione di GRASPO.

Il viaggio continua…

 

Aldo Lorenzoni e Luigino Bertolazzi

Foto di Gianmarco Guarise

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La Chimera Viticoltura Eroica

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