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Il vino gode ottima salute: lo conferma l’edizione numero 30 del Merano WineFestival 

Il vino gode ottima salute: lo conferma l'edizione numero 30 del Merano WineFestival 

Il vino gode ottima salute: lo conferma l’edizione numero 30 del Merano WineFestival

Sostenibilità e vitigni resistenti: questo il leitmotiv della kermesse meranese. Premiate con l’Award Platinum il Perlé Zero Ferrari 2014, Madame Martis 2011 e il Vin de la Neu 2019 prodotto a mille metri in Alta Val di Non.

l mondo del vino gode buona, anzi ottima salute. Questo il “sentiment” degli operatori, produttori, buyer, enotecari che per cinque giorni (convegni, dibattiti, masterclass) hanno affollato i saloni del Kursaal in occasione della trentesima edizione del Merano WineFestival.

 

Un’edizione fortemente voluta da Helmuth Koecher con la presenza fisica di tutte le grandi aziende del pianeta vino, dopo il forzato stop del 2020. Il mercato ha ripreso a correre e sta mettendo a segno delle performances superiori addirittura al 2019 prima della pandemia, anno record per l’export del nostro Paese con oltre 6 miliardi di euro. 

La soddisfazione era visibile sui volti di molti produttori: dagli altoatesini Elena Walch, Franz Haas, Martin Foradori Hofstaetter alle maison spumantistiche trentine Ferrari, Maso Martis e Letrari.

 

Il vino gode ottima salute: lo conferma l’edizione numero 30 del Merano WineFestival

 

Insomma si guarda con fiducia al futuro anche alla luce di una vendemmia poco generosa dal punto di vista quantitativo (l’Italia è al primo posto con 44 milioni di ettolitri contro i 49 dell’anno scorso.
Seconda la Spagna con 35 milioni e terza la Francia con 34 milioni), ma superlativa dal punto di vista qualitativo in molte regioni d’Italia come ha evidenziato
Hans Terzer, enologo e direttore della Cantina San Michele Appiano.

Helmuth Koecher
Helmuth Koecher Il vino gode ottima salute: lo conferma l’edizione numero 30 del Merano WineFestival

A Merano, ha presentato il vino icona dell’azienda: Appius 2017 (un intrigante blend di Chardonnay, Pinot Bianco, Pinot Grigio e Sauvignon), una selezione di uve per metà provenienti da vecchi vigneti, ormai stabilmente impiegati per la realizzazione della cuvée, e per metà da vigne ritenute congeniali all’interpretazione dell’annata.

Un vino di nobile blasone che lo chef stellato Herbert Hintner del Ristorante “Zur Rose” di Appiano è riuscito ad esaltare abbinandolo ad alcune sue creazioni culinarie. 

Soddisfatto Gianpaolo Girardi, patron di Proposta Vini (Cirè di Pergine): “Il mercato sta vivendo un vero e proprio boom. Non riusciamo a far fronte alle richieste di ristoranti, alberghi, enoteche”.

Ottimista anche Matteo Lunelli, presidente e amministratore delegato del Gruppo Lunelli e di casa Ferrari, la maison spumantistica di Ravina che nei giorni scorsi a Londra ha conquistato l’Oscar quale miglior produttore del mondo al Concorso “The Champagne & Sparkling Wine World Championships 2021”, una sorta di Olimpiade delle bollicine.

“In questi mesi stiamo assistendo ad una forte ripresa del mercato – ha dichiarato – in particolare per quanto riguarda il mondo delle bollicine.

Certo la pandemia crea ancora difficoltà in Paesi come la Cina e la Russia, ma ovunque prevale la voglia di tornare a brindare”. 

Il vino gode ottima salute: lo conferma l’edizione numero 30 del Merano WineFestival

 

A Merano le Cantine Ferrari sono state premiate con l’ambitissimo Platinum Award assegnato da “The WineHunter” (25 i vini premiati su 6.500 etichette) per il Perlè Zero annata 2014.

Il prestigioso riconoscimento è stato assegnato ad altre due aziende trentine: Maso Martis per la Riserva Madame Martis annata 2011 e alla cantina di Nicola Biasi (Coredo) per il “Vin de la Neu” 2019.


(dialetto noneso, in italiano Vino della Neve), un vino bio da uve Johanniter in purezza, che nasce a mille metri di quota, alla Predaia.

Un vino estremo, eroico per usare un termine caro alla vitienologia moderna, che guarda al futuro ed in particolare ai vitigni resistenti, i famosi Piwi, come ha raccontato l’enologo trentino che ha creato una rete di impresa “Resistenti Nicola Biasi”, rete che riunisce realtà come Albafiorita, Ca’ Apollonio, Colle Regina, Della Casa, Poggio Pagnan e Vin de La Neu.

“La strada per affermare questi vitigni è produrre vini di altissima qualità – ha dichiarato – perchè il consumatore cerca prima di tutto quella. Ma il clima sta cambiando e tante varietà che hanno fatto la storia del vino italiano rischiano di non essere più al passo con in tempi”. Parole sante. In alto i calici.


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