Tribuna

Il “New Deal” della viticoltura

Il "New Deal" della viticoltura

Il “New Deal” della viticoltura

Il giovane enologo trentino Nicola Basi nel vigneto di famiglia a Coredo

Unire la qualità alla sostenibilità ambientale per un mondo più pulito e sano: questo lo spirito che anima la rete di aziende capita nata da    da Nicola Biasi

Unire la qualità alla sostenibilità ambientale. 

È questo lo spirito che guida la rete di aziende che ha sposato la causa di una viticoltura più pulita e sana attraverso la messa a dimora di  nuove varietà,

 i Piwi, acronimo derivante dal tedesco “Pilzwiderstandfähig” che significa “viti resistenti ai funghi”, vale a dire vitigni resistenti alle principali malattie della vite.

 Promotore un giovane enologo trentino Nicola Biasi che ha creato il marchio “Resistenti”. 

L’obiettivo è quello di praticare una viticoltura ed una enologia veramente sostenibili, che in nessun modo turbino l’equilibrio dell’ecosistema in cui il vigneto è inserito. 

Un passo importante per una viticoltura moderna a tutela dell’ambiente

Il Solaris, un vitigno Piwi resistente alle malattie fungine

Lo studio delle varietà resistenti è un importante passo avanti della viticoltura moderna: le caratteristiche agronomiche di queste tipologie sono ormai ampiamente riconosciute e segnano un passo promettente verso un maggiore rispetto ambientale. 

Oggi non è più sufficiente fare vino di qualità: il mercato è fortunatamente sempre più sensibile al tema dell’inquinamento e all’approccio che il produttore ha nei confronti del territorio. 

E’ dovere dell’enologo produrre vini di qualità, fedeli al carattere e rispettosi del territorio da cui provengono. 

E’ questa l’unica strada che permetterà di esaltare la straordinaria diversità di terroir che il nostro Paese ci offre. 

La totale fiducia in questo nuovo approccio della viticoltura, la voglia di innovazione e la reale volontà di salvaguardare l’ambiente ha portato Vin de la Neu a far parte di un progetto nuovo e resistente.

Dalla guida del “Gambero Rosso” il primo importante riconoscimento

E se la qualità dei vini viene ampiamente dimostrata dai numerosi premi che si sono aggiudicati durante l’anno appena passato 

Nicola Biasi a gambero rosso

(su tutti i Tre Bicchieri del Gambero Rosso assegnati al “Vin de la Neu” 2020 che è stato anche inserito tra i migliori 10 vini d’Italia da Bibenda) 

le aziende hanno voluto produrre anche una prova concreta della loro sostenibilità.

Nasce così l’idea dello studio comparativo sull’impronta di carbonio nella produzione di vini da varietà tradizionali e vini da varietà resistenti in collaborazione con Climate Partners.

E’ di -37,98% il valore riscontrato, in termini di CO2 prodotta nella gestione di un vigneto con vitigni resistenti e uno con varietà classiche a parità di condizioni climatiche e territoriali.

Lo studio, condotto nel 2022 presso l’azienda Albafiorita in provincia di Udine, ha tenuto in considerazione tutti gli aspetti globali della produzione,

 dal vigneto alla commercializzazione, mettendo in luce l’importanza delle scelte imprenditoriali sul tema dell’impatto ambientale. 

I dati rilevati vanno dal packaging, alla chiusura, passando per la tipologia di bottiglia utilizzata fino ad arrivare a ciò che ha fatto veramente la differenza:

 l’utilizzo di vitigni resistenti permette oggi di avere alta qualità, alta sostenibilità e minori emissioni di CO2. 

Queste nuove varietà resistenti alle principali malattie della vite (peronospora, oidio e botrite)

 permettono una riduzione dei trattamenti, un minor utilizzo di antiparassitari, un minor consumo d’acqua con un conseguente impatto ambientale non paragonabile alla viticoltura attuale.

Otto le ziende che hanno aderito al progetto “Resistenti” di Nicola Biasi

Albafiorita a Latisana, Della Casa a Cormons, Ca’ da Roman a Romano d’Ezzelino, Colle Regina a Farra di Soligo, 

Poggio Pagnan a Mel, Nicola Biasi a Coredo, Villa di Modolo a Belluno e Vigneti Vinessa a San Zeno di Montagna

 sono le 8 aziende della rete che, guidate dall’enologo Nicola Biasi, stanno lasciando un’impronta indelebile nel mondo della viticoltura attraverso le loro attività.

 Una scelta che parla di difesa del territorio, valorizzazione del luogo e consapevolezza che, grazie all’innovazione, 

si può creare una viticoltura reale sempre più sostenibile. 

In alto i calici. Prosit!


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