Stile e Società

Il gusto siciliano della festa

Prodotti enogastronomici esclusivi dell’Isola per il Natale de I Monsù, Accademia Siciliana di enogastronomia presso la Focacceria Mamma Iabica a Siracusa.

natale monsù
Un grande successo la festa di Natale de I Monsù siciliani, un’associazione culturale che si propone di recuperare, valorizzare e divulgare l’immenso giacimento enogastronomico storico siciliano attraverso una serie di eventi (historical cooking class; conferenze e conversazioni tematiche, visite guidate a luoghi di interesse culinario e storico) capaci di coniugare cultura, gusto e divertimento.

 

In occasione della festa di Natale hanno scelto quale location la focacceria-latteria Mamma Iabica che propone solo prodotti tipici siciliani, pani da grani antichi a lievitazione naturale, salumi e formaggi dei Nebrodi e degli Iblei, prodotti di tonnara di Favignana e Trapani, una vera e propria “gustoteca” del made in Sicily segnalata nella guida Foodies 2016 del Gambero Rosso.

 

“Più che di un’operazione commerciale, si tratta di un’operazione culturale” racconta Laura Foti, la signora Mamma Iabica “l’idea di aprire questo ritrovo è nata durante un giro in macchina della Sicilia alla ricerca e riscoperta di profumi e sapori antichi e preziosi”. La loro filosofia ben si accorda con quella de I Monsù che sono sempre assai selettivi e rigorosi nella scelta dei loro partner.

 

Il menù comprendeva: terrina di patate con caciocavallo e guanciale di maialino nero dei Nebrodi, terrina di patate con pecorino, capuliato di pomodoro secco e filetti di cipolla al forno, panelle con pesto di prezzemolo e limone, il saporitissimo “Lisca nera” cabucio (pane contadino tipico del trapanese) di tumminia farcito con ficazza di tonno, formaggio primo sale, paté di olive nere e zucchine grigliate, gelato rompigusto all’olio d’oliva e nepetella, la gustosa “Basiluzzo” focaccia di grano russello farcita con mortadella d’asino chiaramontano, caciocacavallo e zucchine grigliate, e ancora tagliere di formaggi misti siciliani, cannolo alla farina di carrube con ricotta o crema pasticcera o crema al cioccolato.

 

Il tutto accompagnato da ottimi vini siciliani: il Sofì, Sauvignon Blanc, e il Cammut, Nero d’Avola, dell’Azienda agricola biologica Bagliesi. A ciò si aggiungono due creazioni originali realizzate da Anna Martano – direttrice Accademica e Maestra di cucina de I Monsù – in esclusiva per Mamma Iabica: la Focaccia Monsù di marina (focaccia aperta di tumminia con stracciatella del Caseificio Mongibella, fettine di limone, scaglie di bottarga di Favignana, pepe nero e olio evo) e la Focaccia Monsù dei Nebrodi (focaccia chiusa di russello, con cacioso, un ragusano dop in versione splamabile prodotto dal caseificio Le mucche del nonno, guanciale di maiale nero dei Nebrodi e nocciole dei Nebrodi). Il patron di Mamma Iabica, Gianni Cavallaro, aveva infatti chiesto alla MaestraMonsù (così è stata rinominata Anna Martano dai soci dell’Accademia), di utilizzare i due formaggi in questione.

 

La Mongibella Soc. Coop., è una giovane azienda a carattere familiare, per la trasformazione del latte situata sugli altipiani iblei, a Buccheri, a 1000 metri slm, in provincia di Siracusa, il cui stabilimento ricadente in alta Valle dell’Anapo; e Le mucche del nonno, azienda modicana che alleva le mucche con metodologie e alimentazione tradizionale. Nel programma della serata anche una diretta radiofonica con Radio Gastronomusica.

 

Essendo una serata di festa non poteva mancare il gioco con un Mercante in Fiera gastronomico le cui carte raffigurano i mestieri del cibo: il casaro, il fornaio, il viticoltore, il cantiniere, il mugnaio e così via perché I Monsù non dimenticano mai di sottolineare che dentro il cibo non c’è solo il territorio e la storia, ma anche il lavoro e l’impegno di tante persone.

 

E poi lo scambio dei regali, tutti gastronomici e realizzati artigianalmente dai tanti partecipanti. A fine serata I Monsù hanno consegnato a Gianni e Laura il loro ambito riconoscimento, il “Diploma di Custodi del Gusto Siciliano” che I Monsù attribuiscono solo ai produttori, agli esercenti, ai ristoratori, alle cantine che rispettano qualità e tradizione.

Antonio Iacona


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