I Viaggi di Graspo

G.R.A.S.P.O. il premio nazionale Bere il Territorio di Go Wine

G.R.A.S.P.O. il premio nazionale Bere il Territorio di Go Wine al libro sulla Biodiversità Viticola

G.R.A.S.P.O. il premio nazionale Bere il Territorio di Go Wine al libro sulla Biodiversità Viticola

Grinzane Cavour si è svolta sabato 23 settembre presso il Castello di Grinzane Cavour, la Cerimonia finale di premiazione del Concorso Letterario Bere il territorio, promosso da Go Wine.
Giunto al traguardo della ventiduesima edizione che ha assegnato il premio speciale per la sezione libri al testo

“ La Biodiversità Viticola, i custodi, i vitigni i vini “ curata per G.R.A.S.P.O. (Gruppo di Ricerca Ampelografica per la Salvaguardia e la Preservazione della Originalità e biodiversità Viticola) da Aldo Lorenzoni, Luigino Bertolazzi, Giuseppe Carcereri e Gianmarco Guarise.

 

“Bere il Territorio” non è solo un premio nazionale ma un’iniziativa culturale che ha sempre accompagnato la vista dell’associazione  Go Wine nata ad Alba nel 2001 e guidata da Massimo Corrado, un progetto teso a promuovere cultura del vino ed enoturismo in Italia.

E proprio in occasione di un viaggio dell’Associazione Go Wine in Lessinia, in particolare presso l’azienda Sandro De Bruno e l’az. Cecchin abbiamo presentato il percorso fatto da Graspo negli ultimi anni assaggiando alcuni dei nostri vini impossibili realizzati con i vitigni perduti proprio di questo territorio.

Bere il territorio, per Go Wine, è sempre stato appunto un riferimento, per comunicare una determinata visione del vino, per unire vignaioli e consumatori attenti e consapevoli, per promuovere un’immagine positiva del vino di qualità e degli importanti valori sociali e culturali di cui è portatore.

Attraverso tante edizioni il Concorso si è evoluto, con nuove iniziative e nuove relazioni, mantenendo tuttavia saldi alcuni punti di riferimento.

 

A cominciare dal titolo, nato per una sorta di provocazione, e rimasto sempre attuale: “Bere il territorio” per attribuire un valore aggiunto a ciascun vino di qualità ed apprezzare, attraverso il calice, non solo il prodotto in sé, ma anche la cultura e l’ambiente che esso racchiude.

 

Da alcuni anni l’iniziativa si è rafforzata sempre ispirandosi all’idea  di guardare ad una figura qualificata di consumatore che non ama solo conoscere e degustare i vini, ma avverte il desiderio di farsi viaggiatore per scoprire i luoghi dove ciascun vino si afferma e dove uomini e donne del vino operano.

La Giuria del concorso composta da: Gianluigi Beccaria (Università di Torino), Piero Bianucci (scrittore e giornalista scientifico), Valter Boggione (Università di Torino), Margherita Oggero (scrittrice), Bruno Quaranta (La Repubblica), Massimo Corrado (Associazione Go Wine), ha riconosciuto nell’opera di G.R.A.S.P.O. la capacità di dare voce ai custodi dei vitigni antichi ed abbandonati.

Vitigni e custodi raccontati dall’Ass. GRASPO in un viaggio di oltre 50.000 chilometri in tanti territori italiani, incontrando 150 produttori, eseguendo 250 prelievi di materiale vegetale con 150 analisi del DNA per stabilire l’identità dei vitigni, scoprendo ad oggi 10 nuove varietà di uva e realizzando solo nell’ultima vendemmia oltre 60 microvinificazioni.

La Biodiversità viticola, i custodi, i vitigni, i vini, e quindi una pubblicazione che fa sintesi del lavoro fatto fino ad oggi e diventa lo strumento ideale per accompagnare le degustazioni di questi originalissimi vini. Si tratta di un testo realizzato proprio con questo scopo, un libro da bere, una esperienza che affonda saldamente le radici nei vitigni del passato ma che presenta o ripresenta sorprendentemente vini moderni che guardano al futuro.

Non si tratta quindi di un mero catalogo di vitigni a rischio estinzione o a rischio erosione genetica ma di una esperienza immersiva in questo mondo dimenticato, fatto di storie di autentico eroismo se parliamo dei tanti viticoltori incontrati ma anche un racconto di quanto gli ampelografi di tutta Italia hanno fatto per identificare e preservare questi vitigni.

Il testo  è organizzato anche in capitoli territoriali cercando di contestualizzare dove possibile i singoli vitigni nei relativi territori, sfida quasi impossibile, comunque raccolta,  finalizzata a trovare per ogni vitigno a rischio estinzione incontrato nel percorso di ricerca, un’azienda che di questo vitigno diventi custode, un progetto quindi di valorizzazione dove risulta fondamentale la relazione tra la storia dell’azienda, del territorio, del vitigno e delle potenzialità del vino anche in chiave di cambiamenti climatici.

Un libro quindi che non è solo un racconto dei 60 vitigni ritrovati ma che arriva a farne degustare i vini quali testimoni vivi dell’unicità dei luoghi e delle persone ai quali da sempre appartengono. 

E questo è proprio il concetto di Bere il Territorio. 

Il viaggio continua…..

 

Aldo Lorenzoni e Luigino Bertolazzi

Foto di Gianmarco Guarise

 

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