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Frode o non frode, questo è il dilemma!

Il nucleo controllo pesca della Capitaneria di Porto di Palermo in un blitz presso strutture turistiche del litorale, ha scoperto numerose irregolarità, multando i proprietari. Ma per l’Asp n. 6 i verbali sono illegittimi. Tutto nullo, tranne il pesce congelato servito come fresco.

C’è da non crederci che in un Paese normale possano succedere queste cose, ma forse normali non lo siamo. Andiamo con ordine.

 

Il nucleo controllo pesca della Capitaneria di Porto di Palermo la scorsa settimana fa dei controlli soprattutto nei ristoranti del litorale palermitano. Risultato: in 21 dei 30 ristoranti controllati servivano come fresco pesce congelato o di dubbia provenienza.

 

Addirittura, nel blasonato ristorante Castello a Mare di Palermo (chef Natale Giunta), oltre al pesce surgelato, sono stati trovati prodotti scaduti. La Guardia Costiera ha elevato 35 mila euro di verbali per le irregolarità riscontrate.

 

Bene, invece di sostenere l’operato della Capitaneria di Porto a tutela degli utenti, i veterinari dell’Asp n. 6 di Palermo hanno annullato gli effetti dei controlli, cancellando i verbali per difetto di competenza e le relative multe.

 

In soldoni, la Capitaneria di Porto non era competente (secondo i veterinari dell’Asp n. 6), ad adottare quei provvedimenti. Roba da rabbrividire! Tornando al Paese normale, ci si chiede se l’autorità giudiziaria ha avviato un’indagine nei confronti dell’Asp n. 6 di Palermo per omesso controllo sulla somministrazione degli alimenti nel territorio.

 

Quello che è successo in Sicilia è lo specchio di un Paese che arranca, fra valori disattesi e illegalità diffusa, frutto di un patto scellerato con chi è incapace di governare nell’interesse della collettività. A ciascuno la sua responsabilità!

 

 


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Piero Rotolo

Direttore Responsabile vive a Castellammare del Golfo Trapani

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