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Da Buttrio alla scoperta del territorio

img_0422Non solo degustazioni, ma anche piacevoli momenti alla scoperta del territorio: le giornate dedicate alle finali della guida Vinibuoni d’Italia 2017, grazie all’impegno della Pro Loco Buri danno la possibilità ai coordinatori della guida stessa di conoscere alcune realtà significative del Collio.

Un viaggio che inizia con una cornice emozionante a Capriva del Friuli, il Castello di Spessa, immerso nel verde di un giardino all’italiana di 20 ettari, circondato da vigneti, origini antiche che risalgono al 1200, anche se numerosi reperti trovati nelle vicinanze parlano dell’origine romana, realizzato intorno ad una torre dʼavvistamento costruita per controllare e contrastare le numerose scorrerie barbariche, forse utilizzata in seguito dai Longobardi. Pochi sono oggi gli elementi rimasti dell’originaria struttura a causa delle successive ricostruzioni, l’ultima ristrutturazione è di fine Ottocento, progettata dall’architetto triestino Ruggero Berlam, che applicò alla struttura preesistente i canoni dell’architettura neogotica.

Il Castello ha vissuto diversi momenti storici importanti e le sue stanze hanno ospitato nel corso dei secoli personalità illustri: Giacomo Casanova invitato nel 1773 dall’allora proprietario il conte Luigi Torriano gli dedicò varie pagine nelle sue famosissime memorie, raccontando fra l’altro dei rigogliosi vigneti che si estendevano attorno al castello, da cui proveniva “un vino eccellente”. A ricordo di Casanova dal 2003 viene organizzato un Premio, un omaggio al Friuli Venezia Giulia assegnato ad un personaggio che ne ha portato nel mondo l’immagine e i valori, la cui cerimonia di consegna si svolge annualmente al castello. Qualche anno più tardi ha soggiornato l’abate Lorenzo da Ponte librettista di Mozart per Le Nozze di Figaro. Durante la prima Guerra Mondiale il castello venne utilizzato come sede dei comandi militari che ne sfruttarono la posizione isolata, la robustezza, le cantine e i sotterranei. Nel 1987 il Castello di Spessa, assieme ai vigneti di proprietà, è stato acquistato dalla famiglia Pali, divenendo il cuore del complesso Castello di Spessa Resort.e della Pali Wines.

Assolutamente meritano una visita le cantine, considerate le più antiche ed affascinanti del Collio goriziano, che si sviluppano su due livelli: in quello superiore, il più antico risalente al periodo medioevale vengono affinati in barriques i pregiati vini rossi della tenuta tra cui il Pinot Nero intitolato a Giacomo Casanova. Una lunga scala lo collega al secondo, un bunker militare realizzato negli anni ʼ30 a difesa della soglia di Gorizia che scende in profondità a 18 metri con due uscite a metà collina.

Il complesso ospita un campo da golf, un tracciato spettacolare di 18 buche e per i buongustai, rispettando il pensiero di Casanova “dove l’animo s’appaga il palato s’accende” il bistrot, il ristorante gourmand la tavernetta e l’hosteria per godere dei sapori del territorio accompagnati dai vini della tenuta, dalla ribolla gialla, anche in versione spumante, al friulano senza dimenticare i rossi.

Piacevole scoperta l’azienda agricola ZOFF situata a Borgnano, frazione di Cormòns, ai piedi del Colle di Medea e a ridosso del Collio. Da tre generazioni si occupa dell’allevamento delle vacche di razza Pezzata Rossa, pochi capi selezionati che si nutrono esclusivamente di fieno e orzo (il mais è bandito dalla loro alimentazione) provenienti da terreni non concimati. Una razza a triplice attitudine (lavoro, macellazione, latte) docili e altere. La derivazione è quella della Simmental svizzera che, dopo essersi adattata molto bene al clima del Friuli, ne ha assunto la provenienza. Il latte viene trasformato nel caseificio aziendale in formaggi tutti a latte crudo e yogurt. Dal 2015 l’azienda ha intrapreso il cammino della certificazione biologica. Secondo le tecniche delle lavorazioni tipiche, la produzione si articola nel classico “latteria friulano”, un formaggio a pasta semicotta a latte crudo, come nella migliore tradizione delle “latterie turnarie”; in prodotti freschi come la ricotta (magra senza aggiunta di latte o panna), la mozzarella, primo sale (formaggio freschissimo e dolce) e formaggi “inventati” per offrire dei prodotti nuovi come le caciotte aromatizzate, sempre a latte crudo, aromatizzato con salvia, rosmarino, timo, basilico, ortica, e per finire con i fiori di sambuco, malva, petali di rosa e calendula. Questi aromi, usati essiccati, vengono massaggiati all’esterno delle caciotte prima lavate, e lasciate maturare venti, trenta giorni e poi sono pronte per essere mangiate con tutta la crosta. Non da ultimo in termini di importanza lo yogurt bianco intero fatto con il latte appena munto e il Dolce Latte, una dolce crema dal sapore di caramello fatta di solo latte, zucchero e bacche di vaniglia. E per gli amanti dei sapori forti ed esclusivi uno straordinario Fossa di Cormòns che, prodotto nel mese di maggio, da agosto a novembre viene affinato nella fossa della canonica di a Roncofreddo, in terra romagnola.

Arriviamo a Russiz superiore, un’altura in posizione panoramica a Capriva del Friuli quasi al tramonto: un bel colpo d’occhio sulle vigne che degradano verso la Slovenia accolti da Roberto Felluga, quinta generazione, figlio di Marco, punto di riferimento della viticoltura regionale, oggi conduce due aziende prestigiose che hanno sede nel Collio Goriziano: Marco Felluga a Gradisca d’Isonzo e Russiz Superiore a Capriva del Friuli. Una produzione che privilegia i vini bianchi rispetto ai rossi, che trovano nelle colline di Russiz Superiore un ambiente con caratteristiche geomorfologiche e climatiche speciali. Una stupenda cantina storica, scavata nella collina che scende per 12 metri sotto terra. img_0333Roberto Felluga da molti anni sta portando avanti il suo progetto per i vini bianchi invecchiati, ottenendo grandi risultati con il Collio Pinot Grigio Mongris Riserva Marco Felluga, il Collio Sauvignon Riserva Russiz Superiore e il Collio Pinot Bianco Riserva Russiz Superiore. Su tutte le etichette l’aquila che deriva dall’emblema che fu dei principi di Torre Tasso, tra i primi signori di queste terre, giunti in Friuli nel 1273.

Un salto nel medioevo al Castello di Ragogna con la visita allo Scriptorium Foroiuliense con l’Opificium librorum, ospitati nelleantiche carceri, un ambiente che ricrea le antiche fasi della della produzione del libro: dalla postazione che spiega come veniva realizzata la pergamena, ai banchi degli amanuensi fino a quello del legatore cui spettava rilegare e copertinare i volumi. Tutto fatto a mano, naturalmente. Merita salire all’ultimo piano del castello per una vista mozzafiato sul Tagliamento.

Il Collio è veramente un paesaggio da bere e non poteva mancare una sosta ad una eccellenza nel panorama vitivinicolo della regione essendo il principale produttore di vino, la Cantina Rauscedo, che associa 500 viticoltori, 1200 ettari di vigneto con i suoi 23.4 milioni di euro di fatturato è inserita nell’elenco delle 500 aziende più importanti del Friuli. Nata nel 1951, quest’anno celebra i 65 anni dalla fondazione, staff giovane con mentalità imprenditoriale,  dotata delle più avanzate tecnologie per una vinificazione qualitativamente all’avanguardia, da anni ha iniziato a lavorare seguendo ogni singola azienda, creando un’intesa condivisa nella lavorazione e gestione dei vigneti, puntando alla qualità delle uve, alla loro sanità ma soprattutto a ottenere, al momento della maturazione, un giusto equilibrio tra aromi, zuccheri e acidità. I loro prodotti puntano sulla rappresentatività del territorio, Ribolla Gialla, Sauvignon, Refosco dal peduncolo rosso, Prosecco extra dry, Friulano e Malvasia dry.

E come poteva mancare una degustazione di bianchi straordinari organizzata dal Consorzio di tutela vini del Collio presso borgo Conventi, una panoramica della vendemmia del 2015 di diversi produttori che ha interessato tutto il territorio del Collio da ovest ad est ed un vino di Farra, ultima propaggine. Per finire un vino del 2012 proprio a dimostrazione questi vini si esprimono bene da giovani ma hanno anche grande longevità e che sanno emozionare quanto i vini rossi.

Piera Genta


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Redazione

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