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Confcooperative Emilia Romagna, successi in tempi di crisi

Nel biennio 2012/2013 sono nate 167 nuove imprese, aumentando soci, addetti e fatturato. Risultati interessanti che dimostrano il buono stato di salute complessivo del mondo cooperativo.

Il movimento cooperativo ha saputo resistere meglio delle altre realtà produttive alla pesante crisi economica e finanziaria degli ultimi anni. In Emilia Romagna, nel quinquennio 2008/2013 la cooperazione ha creato più di 5.200 nuovi posti di lavoro portando gli addetti a sfiorare quota 175 mila (+3,1 per cento).

 

Sempre a livello regionale, in questo periodo Confcooperative ha visto aumentare il proprio fatturato, passato da circa 12.430 a oltre 12.940 milioni di euro (+3,6 per cento), gli addetti (cresciuti da 69.900 a più di 73 mila con un incremento del 4,4 per cento) e i soci (passati da circa 340.600 a oltre 385 mila con un +13 per cento).

 

“In un periodo estremamente difficile a causa della pesante recessione, che ha messo a dura prova la tenuta dell’intero sistema produttivo – ha dichiarato il direttore, Pierlorenzo Rossi – la crescita di Confcooperative Emilia Romagna non si è arrestata nemmeno nel 2013, l’anno in cui la crisi ha fatto sentire i suoi effetti più duri”. Buone performances anche se non migliorano i tempi di pagamento da parte degli enti pubblici e dei privati.

 

“I dati concernenti l’ultimo quinquennio – ha sottolineato il presidente regionale di Confcooperative, Francesco Milza – dimostrano il buono stato di salute complessivo del mondo cooperativo e della nostra Organizzazione in particolare. In questo scenario generale assegniamo un valore particolarmente positivo al dato occupazionale che sottolinea chiaramente la capacità della cooperazione di far coincidere tenuta economica e creazione di lavoro”.

 

Da segnalare, infatti, che ben il 75,6 per cento degli addetti di Confcooperative Emilia Romagna può contare su un contratto a tempo indeterminato e il 61,4 per cento degli occupati è di sesso femminile mentre il 16 per cento è composto da lavoratori stranieri.

 

“In questi anni – ha proseguito Milza – abbiamo messo in campo tutti gli strumenti in grado di favorire la crescita e l’occupazione, in particolare quella dei giovani che possono scegliere la cooperativa come modello imprenditoriale capace di esaltare la persona rispetto al capitale, la squadra rispetto all’individuo, la creatività e il contributo di ciascuno”.

 

Dal punto di vista territoriale, risulta particolarmente consistente il gruppo delle nuove cooperative nate in provincia di Reggio Emilia (43), seguita da Forlì-Cesena (37), Rimini (23), Bologna (18), Piacenza (15), Modena (9), Ravenna (8), Parma (7) e Ferrara (7). La maggior parte di queste nuove imprese opera nel comparto dei servizi (79) e della solidarietà sociale (36), seguiti dal settore cultura turismo e sport con 22 cooperative e dall’agricoltura con 17.


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