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Attrazione bollicine

La produzione di spumanti italiani nel 2013 è stata in crescita del 9,1 per cento (434 milioni di bottiglie), rispetto l’anno precedente. Ancora meglio l’export, aumentato dell’11,5 per cento (277,6 milioni di bottiglie). Il Prosecco supera lo Champagne. Il mercato interno segna il passo.

Iniziamo con le buone notizie. La produzione annua di spumanti made in Italy è stata di 434 milioni di bottiglie con un valore all’origine di 735 milioni di euro (dati Osservatorio vini spumanti effervescenti – Ovse).

 

Crescita dei volumi del 9,1 per cento; ancora meglio il solo export con volumi a più 11,5 per cento e valore più 16 per cento rispetto al 2012. Si espande l’appeal del binomio bollicine-Italia nel mondo e la piramide Prosecco per la prima volta supera lo Champagne con 307 milioni di bottiglie contro 304. Ma non è tutto oro quello che luccica!

 

Andiamo ai guai di casa nostra. Il mercato italiano si presenta bloccato, infedele, discontinuo e non ancora maturo. Anche se le bollicine nazionali hanno contribuito a sostituire i vini importati, il consumo per il terzo anno consecutivo regredisce, con un meno 8,1 milioni di bottiglie (6,2 per cento) in totale, compreso le bottiglie importate. In tre anni l’horeca ha fatto registrare un calo di consumi di bollicine dell’11 per cento, soprattutto per le etichette con prezzi intermedi.

 

“Il mercato nazionale ha bisogno – ha dichiarato Giampietro Comolli, direttore Ovse – di una nuova programmazione di marketing e strategia lungo periodo: più promozione commerciale e contatto diretto con il consumatore finale per crescita dei consumi”.

 

Se la domanda interna è complessa, occorre una maggiore elasticità dell’offerta. A buon intenditor, poche parole!


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Piero Rotolo

Direttore Responsabile vive a Castellammare del Golfo Trapani

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