Curiosità

All’Antica Osteria “Morelli” la cena di pesce di fine estate

All'Antica Osteria "Morelli" la cena di pesce di fine estate

All’Antica Osteria “Morelli” la cena di pesce di fine estate

Alberto Rania El Pescador di Riva del Garda con il luccio di 22 chili pescato alcuni anni fa

Il pescato del giorno del leggendario “Pescador” gardesano Alberto Rania protagonista del pantagruelico menu proposto a Canezza di Pergine dallo chef Fiorenzo Varesco con le bollicine della Champagne d’Italia.

La barca Blubel 3 dell’unico pescatore professionista rivano Alberto Rania

Doveva essere la cena romantica di fine estate, al chiaro di luna, con fiaccolata sul Lago di Caldonazzo. Ma il maltempo con repentino crollo delle temperature (da 36 a 16 gradi) ha costretto gli organizzatori ad annullare l’evento sul lago e a trovare nel giro di pooche ore una soluzione. Di ripiego, dirà qualcuno, nossignori. 

Fiorenzo Varesco e Francesco Nuresi non si sono persi d’animo e hanno dirottato gli ospiti a Canezza di Pergine nell’accogliente sala caminetto e nella tavernetta dell’Antica Osteria Morelli. 

Stesso menu, protagonista il pesce d’acqua dolce pescato il giorno stesso dal leggendario “Pescador” Alberto Rania, l’unico pescatore professionista del versante trentino del Lago di Garda. E stessa romantica atmosfera per una serata all’insegna della convivialità.

Antica Osteria “Morelli Trote del Benàco, lucci, lavarelli, sarde di lago, salmerini di fonte

Hanno aperto le danze, come ghiotto antipasto, un involtino di trota lacustre racchiuso nella foglia di aglio orsino. A seguire un fiore di zucca ripieno;

una polpetta di cavedano in zucchina marinata; una crosta di polenta soffiata con sarda di lago salata;

un involtino di coregone affumicato con salsa Tzatziki a base di yogurt greco e cetrioli; una sarda di lago in saor con cipolla di Tropea; un salmerino di fonte con porcino crudo e il maestoso prataiolo Agaricus Augustus appena raccolto nel bosco. Una bontà.

I taglierini con le zucchine, il coregone e la bottarga di lago

Dopo questa coreografica e pantagruelica carrellata, breve pausa anche per predisporre lo stomaco ai piatti più sfiziosi della serata: i taglierini della casa con zucchine, fiori eduli, il coregone del Benàco e la sua bottarga. Piatto delizioso al pari del luccio in bianco con patata schiacciata e insaporita con l’olio extravergine del Garda.

Nuova pausa in attesa del trancio di Sua Maestà la trota lacustre del Benàco su “ratatouille dell’orto” e limone di Sorrento. Da leccarsi i baffi anche quest’ultimo piatto.

Chiusura in dolcezza con il peccaminoso cremoso al cioccolato bianco e nocciola con piccoli frutti della Valle dei Mòcheni esaltato dal “Divin Terrano” del laboratorio artigianale triestino Piolo&Max.

Prosit con le bollicine Delaiti, l’Equipe5 e l’Anisos di Eugenio Rosi

Degni di cotanto menu i vini abbinati: le bollicine della cantina di Igor Delaiti (Aldeno): l’Ouverture e il Rondò recentemente premiati al “Venice International Wine Trophy Bubbles”.

In sintonia con i piatti della serata anche l’Anisos 2019 (un blend di Nosiola, Pinot Bianco e Chardonnay) del viticoltore artigiano (ama definirsi così) Eugenio Rosi con cantina e vigneti in Vallagarina e in Vallarsa. 

Ospite d’onore della serata l”Equipe5″ Riserva 2014, formato magnum, un Brut degno delle più blasonate maison francesi. Fragrante, raffinato, seducente, una carezza per il palato, dal primo all’ultimo sorso.

I cinque pionieri dell’Equipe5: Andreaus, Letrari, Tonon, Tura e Zanetti
Polenta e Porcini

La storia di questo spumante millesimato merita una breve divagazione. Fu creato nel 1964, dopo un viaggio nella Champagne, da cinque allievi dell’Istituto Agrario di San Michele all’Adige, diventati poi pionieri della spumantistica trentina: Bepi Andreaus, Leonello Letrari, Ferdinando “Mario” Tonon, Pietro Tura e Riccardo Zanetti.

“Equipe5” divenne ben presto un marchio al punto di rivaleggiare con il mitico Giulio Ferrari.

Nei primi anni Novanta del secolo scorso il colpo di scena: un giovane e lungimirante enologo trentino (trentinissimo di nome e di fatto) Bruno Trentini, che si era da poco insediato come direttore generale della Cantina di Soave, convinse il Consiglio di amministrazione ad acquistare il marchio.

Un marchio prestigioso che oggi la cantina veronese propone anche nella versione “La Riserva dei Cinque”: 120 mesi di affinamento nelle suggestive grotte della Rocca Sveva all’ombra del castello medievale.

La grande passione per la pesca di Alberto Rania “El Pescador” di Riva

Nel corso della serata Fiorenzo Varesco ha precisato dove acquista il pesce d’acqua dolce (trote, coregoni, sarde, persici, lucci, cavedani) soffermandosi sulla storia dell’unico pescatore professionista ancora in attività nelle acque del Garda trentino: Alberto Rania, conosciuto come “El Pescador” di Riva. Una figura leggendaria che qualche anno fa era salita agli onori delle cronache per aver pescato un luccio di 22 chili. “Mi rifornisco sempre da lui  – ha aggiunto lo chef – e sulla base del pescato del giorno preparo i miei piatti.” 

Lo stesso “Pescador” ha raccontato la sua grande passione per il lago e per l’ambiente acquatico. “Nel periodo delle vacanze estive passavo le mie giornate sulle rive del lago pescando tutto ciò che riuscivo ad insidiare. La pesca sportiva è sempre stata il mio hobby principale fino al 2015 quando decisi di cambiare radicalmente vita abbandonando la fabbrica in cui avevo lavorato per 25 anni. Così ho potuto dare spazio alla mia grande passione, la pesca, facendola diventare un lavoro a tempo pieno. Ho chiesto la licenza  professionale, ho acquistato le reti da pesca e una barca di sei metri, la Blubel 3, costruita nei cantieri Paghera di Campione del Garda e ho iniziato questa nuova, antichissima ed affascinante avventura che mi regala tante soddisfazioni.” Che altro aggiungere? Chapeau.

 


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