Stile e Società

Addio Issa, re della cucina giordana in Italia

In Friuli aprì tre ristorantini. Giovanni Rana lo consacrò executive chef

Addio Issa, re della cucina giordana in Italia

In Friuli aprì tre ristorantini. Giovanni Rana lo consacrò executive chef

Addio Issa, re della cucina giordana in Italia
Addio Issa, re della cucina giordana in Italia, Foto Renato vettorato

Non ha retto al dolore per la perdita l’anno scorso, durante le festività natalizie, della moglie Luciana.

E nei giorni scorsi, proprio il giorno di Natale, se ne è andato anche lui, stroncato nell’animo oltre chè nel fisico da un male subdolo e incurabile.

Lo avevo incontrato un mese fa nel suo ristorantino di Cavasso, minuscolo comune del Pordenonese, famoso per la cipolla rossa e le mele antiche, a due passi da Maniago, patria delle coltellerie, e da Spilimbergo, capitale del mosaico.

Era rimasto solo.

Una sofferenza per me e per mia moglie, amici di vecchia data, quell’ultimo incontro.

Non riusciva a trattenere le lacrime, stentava a parlare, lo sguardo spento. Ripeto: una sofferenza.

Issa Gweinat, giordano di religione cattolica (Issa altro non è che la traduzione araba della parola Gesù).

Era arrivato giovanissimo in Italia negli anni Sessanta con altri giovani studenti di Amman per imparare l’arte del mosaico alla Scuola Mosaicisti di Spilimbergo, una delle più rinomate al mondo.

Addio Issa, re della cucina giordana in Italia
Addio Issa, re della cucina giordana in Italia foto Renato Vettorato

Il governo giordano aveva bisogno di tecnici e maestranze per la conservazione dei leggendari mosaici di Madaba, città patrimonio dell’Unesco famosa per i suoi mosaici bizantini ed in particolare per la gigantesca mappa di Gerusalemme (un’mozione per me, qualche anno fa, ammirarla dalla passerella che circonda la struttura). 

 

Addio Issa, re della cucina giordana in Italia

 

In Friuli si invaghì di una splendida fanciulla della Carnia, Luciana D’Andrea, la sua “fatina”.

E la sposò. Fu la sua musa ispiratrice per coltivare, oltre all’amore per il mosaico, un’altra passione: la passione per la cucina.

Assieme acquistarono un primo ristorante a Usago di Travesio, un secondo a Casarsa della Delizia e un terzo a Cavasso. Tutti frequentatissimi soprattutto dagli ufficiali americani della base aerea di Aviano.

In poco tempo Issa si fece conoscere non solo in Friuli. Invitato da molti ristoratori, portò la vera cucina giordana con i suoi profumi e le sue proposte (carne, pesce, verdure) in numerose città italiane e in Europa (Austria, Slovenia, Croazia).

Fu ospite anche della Confraternita trentina di Bacco e dello Smacafam alla Cà dei Boci di Montagnaga di Pinè.

Indimenticabili i suoi piatti.

Un giorno lo chiamò anche Giovanni Rana per l’incontro conviviale di fine anno dei dipendenti dell’azienda veronese e fu un trionfo.

Lo baciò, lo abbracciò a lungo, lo sommerse di elogi.

Fu la consacrazione ufficiale: executive chef, titolo che valeva molto più della stella Michelin.

Quanti ricordi, quante serate nei suoi ristorantini (li chiamva proprio così con la firma, sua, all’ingresso, in mosaico).

In occasione delle mie frequenti trasferte in Friuli passavo sempre a trovarlo anche solo per assaggiare il suo impareggiabile caffè al cardamomo, preparato con amore per gli amici del cuore.

Addio, caro Issa, un ultimo abbraccio. E buon viaggio lassù dove ti attende la tua “fatina”.

Per ricordare la figura e la cucina dell’amico Issa ripropongo l’incipit di una mia recensione scritta negli anni Novanta.

QUELLA SINFONIA DI PROFUMI MEDIORIENTALI

Luci delicatamente soffuse, effluvi di incenso che si mescolano con altre essenze aromatiche.

Tappeti da mille e una notte, una collezione di preziosi oggetti artigianali (narghilè, teiere, piatti decorati, scimitarre). La suggestiva immagine di Petra e i ritratti di re Hussein di Giordania e della regina Rania alle pareti e come sottofondo antiche melodie mediorientali.

Non siamo ad Amman.

Quella che vi abbiamo descritto è la magica atmosfera che si respira ad Usago di Travesio, paesino di poche anime in provincia di Pordenone, a due passi da Maniago – patria delle coltellerie.

Spilimbergo,  capitale del mosaico, altra grande passione di Issa, oltre alla cucina.

In questo angolo di Friuli, là dove la pianura cede il passo alla montagna, un signore del deserto, Issa Gweinat, giordano di religione cattolica, ha piantato la sua tenda e assieme ad una splendida “fatina” della Carnia, Luciana D’Andrea, bella, bionda e simpatica.

Ha aperto un “ristorantino” (l’ha chiamato proprio così: “Ristorantino Da Issa”) che in breve tempo ha conquistato la stima e l’apprezzamento dei buongustai grazie alle peccaminose proposte della sua cucina.

Una cucina ricca di spezie, di profumi e di sapori.

Una cucina di grande fascino che esalta come poche i prodotti del mare e della terra.

Couscous, Tabbouleh, Hummus, Magiuba, Falafel sono alcuni dei mille piatti che Issa propone ai suoi ospiti dopo l’immancabile passerella di bocconcini serviti con una sequenza di deliziose salsine (di ceci, di yogurt, di cetrioli, di peperoni, di tonno) accompagnate da un bicchierino di “Arak”, liquore a base di anice, che prepara lo stomaco ai succulenti piatti della tradizione giordana…

(Giuseppe Casagrande, quotidiano “L’Adige”, rubrica Pantagruel, 23 novembre 1998)


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