
Vini dealcolati: l’Italia dice sì, ma con riserve
Dopo un lungo dibattito, l’Italia ha finalmente legalizzato la produzione di vino dealcolato, allineandosi ad altre nazioni. Questa novità “storica” è stata ufficializzata con un decreto firmato a fine anno dal ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida.
Pro e contro:
Favorevoli: Vedono questa svolta come un’opportunità per nuovi prodotti e per soddisfare la crescente domanda di bevande più salutari.
Contrari: Temono che il processo di dealcolizzazione possa alterare negativamente il gusto e la qualità del vino.
Il parere di Carlin Petrini (Slow Food)
Petrini riconosce la necessità di questa misura per evitare concorrenza sleale, ma sottolinea alcune preoccupazioni:
Rischio di additivi: Per compensare la mancanza di alcol, si potrebbero aggiungere aromi e altri additivi potenzialmente dannosi.
Consumo poco prudente: Il decreto include anche vini parzialmente dealcolati, il che potrebbe incentivare un consumo eccessivo, soprattutto tra i giovani.
Uve utilizzate: Petrini teme che, non potendo dealcolizzare vini DOP e IGP, si utilizzino uve di bassa qualità provenienti da zone meno pregiate.
Impatto ambientale: Il processo di osmosi inversa, spesso utilizzato per la dealcolizzazione, richiede molta energia e aumenta l’impronta carbonica.
L’importanza della morigeratezza Petrini conclude che i vini dealcolati possono essere un’alternativa per chi non può bere alcol, ma per il resto è fondamentale promuovere un consumo responsabile e consapevole del vino, basato su conoscenza e morigeratezza.
Schenk investe nel vino dealcolato
Schenk Italia, parte di un gruppo internazionale, ha annunciato un investimento di circa 2 milioni di euro per trasferire la produzione di vino dealcolato dalla Spagna all’Italia. L’azienda vede un grande potenziale in questo mercato, soprattutto nei paesi dove la domanda di bevande a basso contenuto alcolico è in crescita.
Il vino dealcolato rappresenta ancora una nicchia di mercato in Italia, ma con buone prospettive di crescita. La sfida principale sarà attrarre nuovi consumatori, abituati a bevande diverse dal vino, offrendo un prodotto di qualità che mantenga un legame con la tradizione enologica italiana.
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