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Via le oliere anonime dai tavoli, anzi no, invece sì

Non per essere criticoni, ma come si fa a non sentirsi frastornati e pure sconcertati, per non dire sfiduciati, di fronte a notizie ufficiali che comunicano certe informazioni e poi le rettificano, per infine avvisare che c’è una marcia indietro su tutta la linea?

Non parliamo dell’Imu, parliamo del divieto di rabbocco dell’olio offerto ai commensali nei servizi di ristorazione. Parliamo di normative nazionali e comunitarie che abbiamo più volte dovuto constatare si contraddicono e si sormontano, e nello specifico delle misure a protezione della genuinità dell’olio, della trasparenza sulla etichettatura, della tutela del consumatore.

Ricostruire tutta la storia sarebbe troppo lungo, bastano le tappe fondamentali.

In Italia fin dal 2006 è vietato presentare sulle tavole dei ristoranti olio extravergine d’oliva in contenitori non etichettati. Pochi ne erano a conoscenza e applicavano la norma. Tanto che il 19 dicembre 2012 venne approvata la nuova legge, in 17 articoli, finalizzata alla tutela dell’olio extravergine di oliva italiano, la cosiddetta “Legge salva olio”, pubblicata sulla GU del 14 gennaio 2013, n. 9, nella quale viene ripreso l’obbligo, per l’Horeca, di presentare olio in confezioni anti-rabbocco.

Era stata la stessa Commissione europea a volere che l’olio sulla tavola dei ristoranti, sul bancone dei bar, nei servizi di catering, fosse soggetto a regole di trasparenza con precise informazioni sull’etichetta, e si preparava a presentare agli Stati membri una nuova proposta di regolamentazione, in applicazione e integrazione di quella varata nel gennaio 2012.
L’Italia si era adeguata e la Coldiretti aveva subito annunciato che apposite task force erano pronte ad effettuare controlli.

Ma le cose non sono così semplici in Europa. Troppi, evidentemente, sono gli interessi in gioco, di cui i Commissari sentono la pressione.
Fatto sta che vi è stato un giallo sulla data di entrata in vigore del provvedimento, a causa della diversa interpretazione data dal Ministro competente e l’Unione Europea. L’Italia sosteneva che la legge è entrata in vigore il 1° febbraio 2013, per l’Unione Europea la norma poteva diventare operativa solo dopo il 22 novembre 2013, stante in discussione un regolamento comunitario che doveva disciplinare proprio su etichettatura e confezione.
In mancanza di maggioranza qualificata, con l’opposizione dei Paesi del Nord, il Commissario Ue all’Agricoltura Dacian Ciolos nel giugno 2013 ha ritirato il piano.

Per ora i paesi membri sono liberi di adottare i tappi antirabbocco.
Ma, nella nostra normativa nazionale, c’è il trucco interpretativo, in perfetto stile tradizionale. In pratica sono bandite le “oliere anonime” e il tappo anti rabbocco è “consentito”; le bottiglie normali “possono” essere presentate purché fornite di etichettatura appropriata, con provenienza e data di scadenza. Cosicché, in pratica nel mondo Horeca ognuno fa come crede.
Che baraonda!

Maura Sacher


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