Un occhio sul mondo

VeronaFiere lancia “Amphora Revolution”

VeronaFiere lancia "Amphora Revolution" Il nuovo salone nasce dalla collaborazione tra il Merano WineFestival e Vinitaly

VeronaFiere lancia “Amphora Revolution”

ll patron del Merano WineFestival Helmuth Köcher, grande estimatore dei vini georgiani.

Il nuovo salone nasce dalla collaborazione tra il Merano WineFestival e Vinitaly con l’obiettivo di esaltare i vini fermentati, invecchiati e conservati in anfore e giare di argilla.

Ricerca, studio, esperienza, passione. Partendo da queste premesse, VeronaFiere terrà a battesimo un nuovo salone del vino: “Amphora revolution”.

L’evento vede impegnate per la prima volta in una “joint venture” il Merano WineFestival e Vinitaly. Il progetto intende far conoscere e valorizzare una pratica antichissima di vinificazione e  invecchiamento dei vini: l’utilizzo di anfore e giare di argilla. In pratica una vera e propria rivoluzione a sostegno della naturalità del prodotto e della sostenibilità, oltrechè una sfida legata ai cambiamenti climatici.

Alle Gallerie Mercatali di VeronaFiere passerella dei migliori vini in anfora 

Simpatica prova di botte, pardon di … anfora

“Amphora Revolution” intende riunire a Verona i migliori vini in anfora a livello nazionale, fenomeno che sta suscitando un interesse crescente tra i wine lover. L’evento, in programma venerdì 7 e sabato 8 giugno alle Gallerie Mercatali di VeronaFiere, riunirà produttori, enologi e opinion in una kermesse che alternerà convention scientifiche, simposi, tavole rotonde e masterclass.

“Amphora Revolution” vuole posizionarsi come prima referenza nazionale e internazionale grazie alla presenza di produttori in anfora provenienti da tutto il territorio italiano, insieme ad una serie di convegni e simposi tecnico-scientifici che avranno l’obiettivo di raccontare il fascino di queste tecniche enologiche “ancestrali”, ma incredibilmente attuali.

 

«È una iniziativa che si inserisce nella linea del piano strategico di sviluppo di VeronaFiere per il triennio 2024-2026 ed esplora nuovi ambiti b2b e b2c strettamente connessi al settore enologico che ha nel Vinitaly una piattaforma promozionale internazionale in grado di proporre il vino in tutte le sue declinazioni e le sue possibili proiezioni commerciali», ha evidenziato Maurizio Danese, amministratore delegato di VeronaFiere.

Helmuth Köcher: “Le antiche giare di terracotta ci riportano al futuro”

 

«Le antiche giare di terracotta ci riportano al futuro. La terracotta si trova nella terra e la terracotta la ritrovi come parte della vinificazione», ha commenatto a sua volta Helmuth Köcher, il patron del Merano WineFestival. 

«L’uomo produce vino in anfora da almeno ottomila anni, come dimostrano gli scavi archeologici in Georgia. L’Italia ha un grande potenziale, c’è molta qualità e lo dico anche in base al confronto che ho avuto modo di fare negli ultimi quindici anni con i vini georgiani. 

Abbiamo voluto creare questo evento per valorizzare questa antica tradizione che oggi più che mai si rivela un’innovazione, una vera rivoluzione. Ecco perché ‘Amphora Revolution’: un patrimonio antico che può garantire la naturalità del prodotto, in sintonia con la sostenibilità ambientale e che può rappresentare una sfida contro i cambiamenti climatici.”

La pratica delle anfore è nata in Georgia ottomila anni fa

 

Il vino fermentato, invecchiato e conservato in anfore di argilla, una pratica nata in Georgia ottomila anni fa – come confermano recenti scoperte archeologiche – sta vivendo una rinascita in tutto il mondo e offre oggi nuove opportunità alla viticoltura.  

Secondo i sostenitori, l’uso moderno di questa tecnica consente una lenta micro-ossigenazione, temperature controllate naturalmente, pura espressione del frutto e ammorbidimento dell’acidità o, se cotta a temperatura molto elevata, la conservazione dell’acidità. L’anfora, inoltre, offre un vantaggio ambientale e finanziario, con una durata di decenni se non di secoli. 

Quegli enormi otri di terracotta interrati tra il Caucaso e il Mar Nero

Tra i monti del Caucaso e il mar Nero i contadini ancora oggi creano e custodiscono i loro vini in enormi otri di terracotta (Qvevri) che per la loro grandezza (mediamente 1.000 litri)

ed evitarne la rottura, vengono interrati garantendo nello stesso tempo il mantenimento di una temperatura costante sia in fase di fermentazione che di maturazione ed affinamento.

All’interno le anfore sono ricoperte di un sottile strato di cera d’api

Ricoperte all’interno da un sottile strato di cera d’api al fine di limitare l’evaporazione e lo scambio con l’ambiente esterno, le anfore hanno rappresentato per secoli un elemento di modernità nel mondo enologico finché legno, cemento ed inox hanno lentamente fatto precipitare questa antica tecnica nell’oblìo.

Oggi la frenetica ricerca di metodi tradizioni e l’isterico ritorno alle “origini” del vino sta portando molti produttori a proporre fermentazioni creative con la ricomparsa delle anfore in terracotta.

Un arcipelago ricco (a volte) di contraddizioni basate sull’emotività creata dalla visione di questi grandi contenitori che porta confusione e poca memoria storica, perché questa tipologia di vinificazione è molto più di una moda, ma una filosofia che vede nell’affinamento uno spazio prezioso per esaltare le qualità del vino.

In occasione di Vinitaly 2024 (dal 14 al 17 aprile) il progetto verrà presentato ufficialmente attraverso una masterclass condotta da The WineHunter Helmuth Köcher che avrà l’obiettivo di raccontare in anteprima le eccellenze dei vini prodotti attraverso l’antica tecnica dell’utilizzo di giare in terracotta. 

In alto i calici. Prosit! (GIUSEPPE CASAGRANDE)


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