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Una parola di moda “furbetto”

La parola “furbetto”, nei miei ricordi d’infanzia, è sempre stata legata alla caratteristica fanciullesca di schivare con aria d’innocenza la sgridata per una malefatta.

Era una caratteristica del tutto femminile, calzata su quelle smorfiosette di bambine che, sgranando gli occhioni e con la vocina carezzevole, asserivano di non aver “fatto niente”.
La mamma scaltra non ci credeva e minacciava con il dito puntato “Non fare la furbetta con me, eh?”.

Negli ultimi tempi la parola, declinata al maschile e al plurale, è stata usata da mestieranti dell’informazione come epiteto altamente denigratorio appiccicato a quegli individui che, con leggerezza, eludono norme di onestà e rettitudine, come se il loro comportamento non fosse altro che una birichinata.

I “furbetti del cartellino”, per esempio, o i “furbetti che non pagano le tasse”, o i “furbetti del reddito di cittadinanza”.

Le azioni di questi non hanno niente di malizioso, essi sono solo dei mascalzoni che con malevola astuzia commettono una frode.

Ora leggo un’altra peculiarità attribuita alla categoria dei furbetti: prendersi gioco delle norme anti C*d.

C’è il passeggero che sale su un treno veloce a lunga percorrenza, con solo due fermate intermedie, e non ha il Pass. Il controllore, stupito che non glielo avessero chiesto alla partenza, fa fermare il convoglio alla prima Stazione e fa scendere l’incauto “furbetto”.
Furbo, sì, il passeggero che credeva di farla franca contando sulla percorrenza senza scalo, ma più furbo il capotreno che si è inventata la sosta d’emergenza!

E poi sono arrivati i “furbetti del turismo esotico”. Aggirano le restrizioni imposte ai viaggi verso Paesi non europei, e consentiti solo per motivi di lavoro, salute, studio, emergenza o rientro alla propria residenza.
Italiani che prenotano presso agenzie estere e con voli di operatori stranieri.

Una bella “furbata”, intelligente, astuta, creativa, che non fa male a nessuno, non imbroglia alcuno.

Solo le restrittive insulse norme italiane sono raggirate, dimostrando prontezza d’ingegno.

E solo per sentirsi uguali agli altri cittadini europei che queste restrizioni non devono subire.

In quanto a creatività credo che agli Italiani non li batta nessuno!

Maura Sacher


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