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Turismo lento, sulla Via Francisca non solo un cammino di devozione

La Via Francisca del Lucomagno è il tratto lombardo della Francigena, un antico cammino che fin dall’anno Mille veniva percorso dai pellegrini che, dal nord Europa scendevano per raggiungere Roma, la Città eterna, attraverso dei particolari itinerari intrapresi a piedi, con umiltà e devozione.

Un progetto di valorizzazione del suo tratto italiano è stato intrapreso negli anni sorsi da nove realtà e 50 enti in collaborazione con la Regione Lombardia e la Provincia di Varese, anche con il sostegno del Fondo Europeo di Sviluppo Regionale di Regione Lombardia, e alla fine ha avuto l’ufficialità di entrare a far parte dei grandi cammini italiani.

La Via Francisca del Lucomagno parte dalla frontiera svizzera sul lago di Lugano e lungo 135 km, divisi in otto tappe, a circa 17 km l’una dall’altra, attraversa cinque parchi naturali e alla fine, costeggiando i navigli, approda al ponte coperto di Pavia sul Ticino.

Da Pavia verso Ovest si diparte il cammino che porta fino a Santiago di Compostela, mentre verso Sud prosegue come Via Francigena fino a Roma.

Il lavoro intrapreso negli ultimi dodici mesi ha visto la mappatura dell’intero tracciato, il posizionamento di oltre mille segnavia, la creazione di una rete di accoglienza con più di 600 posti letto, lo sviluppo di un’apposita App e la pubblicazione della Guida ufficiale, redatta da Marco Giovannelli e Alberto Conte per Terre di Mezzo editore.

La Via Francisca del Lucomagno, accessibile anche alle biciclette, è l’occasione per scoprire o riscoprire un territorio ricco di testimonianze storiche, artistiche e naturalistiche, e stimolare quell’aspetto del “turismo lento” che tra i modi di viaggiare è forse il più appagante, perché permette anche di assaporare le eccellenze gastronomiche dei territori.

L’ottimizzazione della Via Francisca ha generato un controvalore economico per il sistema delle accoglienze e attività economiche locali superiore a 250 mila euro. Più di 3.000 le notti passate nelle oltre 40 strutture, tra ostelli, pensioni e B&B, che si trovano lungo il cammino e più del doppio i pasti consumati.
Un segnale importante, soprattutto in un momento di grande difficoltà per tutto il settore turistico.

Maura Sacher


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