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Terredora Di Paolo con Lucio nel cuore

Appena uscito il cofanetto dei Tre Taurasi Riserva “Lucio” Mastroberardino dedicato alla memoria del giovane enologo prematuramente scomparso

Terredora Di Paolo con Lucio nel cuore
Un progetto nato nei tempi della pandemia quando si da ancor più valore a tutto ciò che ci lega con i nostri cari. Per la famiglia Mastroberardino ha significato stringersi ancor di più attorno al ricordo indelebile di Lucio Mastroberardino, la cui scomparsa prematura avvenuta nel gennaio 2013 ha segnato per sempre la loro anima.

Dal  capostipite Walter Mastroberardino figura importantissima per la storia del vino del Sud Italia, insieme ai figli, l’enologo Paolo e la sorella Daniela che si occupa dell’export, finanche alla nuova generazione rappresentata dalle nipoti Doriana Enotecnica e Giulia dott.ssa in Economia Aziendale, a tutti è sembrata la maniera migliore per onorare fortemente il suo ricordo e quello della sua passione per la tradizione vitivinicola Irpina, legata a doppio filo a quella familiare.

Così è nata la linea dei tre TAURASI RISERVA DOCG “LUCIO” 2007 Edizione Limitata, progetto carico di emozioni sin dalla scelta del millesimo, quel 2007 particolarmente caro all’enologo scomparso con cui sono state realizzate le tre differenti referenze di Aglianico, vitigno che più lo ha rappresentato, contenute nel cofanetto a lui dedicato.

Terredora Di Paolo con Lucio nel cuore

 

Su tutte le bottiglie la veste grafica bianca e solare dell’etichetta riporta stilizzato il ritratto di un Lucio sorridente, così come la famiglia ha deciso di portarlo per sempre nel proprio cuore conservando gelosamente la memoria della sua personalità.

Un uomo brillante e attento nella produzione di vini altamente rappresentativi del suo territorio, così come alla loro promozione internazionale. Un “amato compagno di viaggio” come ama definirlo il fratello Paolo, portavoce di tutta l’emozione della famiglia ed enologo anche lui, che ha saputo raccogliere il testimone del lavoro di Lucio e nel segno dei suoi insegnamenti lo ha sviluppato nel tempo.

Contenuti affettivi resi anche attraverso la ricchezza dei valori enologici che contraddistinguono questa produzione, come tutte le altre dell’Azienda sin dal 1994. Le tre referenze prodotte per l’occasione provengono dalle vigne di Lapio, Montemiletto e Pietradefusi, tutti Crù presenti nell’albo delle menzioni per la regione Campania, a testimoniare l’importanza della zonazione e le peculiarità delle micro-produzioni che permettono al vitigno di interpretare al meglio il terroir e le caratteristiche pedoclimatiche.

 

Terredora Di Paolo con Lucio nel cuore

 

Tre punti che delimitano una zona all’interno del territorio del Turasi caratterizzata dalla presenza del fiume Calore, intorno al quale le altitudini passano dai 350 msl di Pietradefusi ai 650 msl di Lapio, accompagnate da una varietà di condizioni e caratteristiche di gestione del vigneto che si riflettono sull’identità dei singoli vini.

Basta pensare che tra questi possono intercorrere anche tre settimane di differenza per la vendemmia. Così vale per i suoli che se anche di comune base arglillosa – calcarea esprimono l’aglianico in maniera diversa. Comunque tre grandi Crù di Taurasi che Paolo Mastroberardino descrive così:

“… nella bassa valle del Calore, a Pietradefusi, abbiamo privilegiato un’area atipica per la produzione di vini d’annata come il Taurasi, ma molto vocata alla produzione di Aglianici giovani, esaltandone la vocazione nella produzione di un Taurasi estremamente morbido, elegante, complesso ed armonioso…”

“…nella media valle del Calore  a Montemiletto, troviamo le condizioni per un vino austero, complesso, ricco di tannini setosi ed eleganti e da lungo invecchiamento…”

“…ed in ultimo, nella media-alta valle del Calore, nel comune di Lapio, un Taurasi di grande slancio e struttura, vocato all’invecchiamento, perché nato in terre di illustre memoria enoica – si pensi che, nei secoli scorsi, tale sito di produzione era scelto per vinificare i vini consumati nei banchetti della corte borbonica di Napoli. Volendo brevemente farne cenno, un vino che si caratterizza per la sua complessità strutturale, con bouquet ampio ed intenso, ed eleganti tannini che lasciano il palato piacevolemte vellutato: di grande classe, autoritario ed armonioso…”

Tre vini che nella loro eccellenza sono anche testimoni di come l’Aglianico sia un vitigno dallo straordinario valore, a cui non sono ancora stati resi tutti gli onori che merita e non esplorato a fondo nel suo potenziale.

Per quello che rappresentano a chi ha voluto fortemente questo progetto e per la carica umana che lo sostiene, metterli a confronto in una scheda tecnica forse ha poco senso. È preferibile goderne lentamente lasciandosi tutto il tempo per degustarli uno ad uno, accompagnandoli al buon cibo nel piacere della convivialità, ragion d’essere per cui sono stati fatti.

Abbiamo iniziato quindi dal primo, riservandoci di apprezzare e descriverne successivamente le qualità degli altri due godendone in analoga situazione. Taurasi Pietradefusi Docg Riserva 2007 ha accompagnato meravigliosamente un brasato all’aglianico con funghi e polenta, di cui ha esaltato la lunga cottura.

La sua solida struttura non ha ostacolato la sensazione iniziale di freschezza e dinamismo, con cui si apre a grande finezza e complessità cangiante. Il frutto è gustoso, cioccolato, caffè, spezie dolci e richiami ai profumi di bosco si succedono tra di loro. Bocca di grande equilibrio, tannino elegante di persistenza sottile e vellutata. Un grandissimo vino che senza imporsi per austerità e supponenza, riesce a condurre la sua importanza fino all’ultimo sorso della bottiglia, rimanendo sempre scattante senza sedersi e mai ingombrante nonostante la sua potenza.

Bruno Fulco

 

 

 

 

 

 

 


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