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Sulla torre della salina di Margherita di Savoia (in Puglia) sventola la bandiera Francese

Pubblichiamo integralmente il messaggio appello, che ci è stato affidato da Gianpietro Comolli, sulle proprietà italiane svendute ai cugini francesi, salvare le proprietà statali dovrebbe essere un impegno di tutti noi, vi ricordo che quando Eni andò a comperare i cantieri navali in Francia, i cugini si misero di traverso, benchè il denaro usato per l’acquisto era tutto italianissimo.
Mps banca di Siena svende e cartolarizza al 30% il debito di Atisale spa titolare della concessione del governo di estrarre il sale  alla multinazionale francese Salins spa co leader mondiale.

Il territorio chiede risposte certe, fatti alla luce del sole. A noi interessa  che il  #saleitaliano resti nostro e abbia un valore superiore per qualità, sanità, purezza, metodo estrattivo.

Siamo stati testimoni passivi della cartolarizzazione finanziaria di un credito malato (ndr: cioè un debito difficilmente saldato) giacente nella pancia di MPS Banca di Siena salvata dal Governo Renzi dal disastro economico con i soldi di tutti gli italiani (ndr: giustamente per salvare i risparmi di Toscani ed altri) che è stato acquistato per circa 1/3 del valore reale (ndr: è stato promesso un acquisto di 5,4 mio/euro invece di 16,7 milioni) da una società francese ( ndr: legittimamente stando alle norme di trasparenza bancaria e fatto salvo errori/omissioni giuridicamente da valutare da parte di altri) che guada caso cura gli interessi e rappresenta la soc. Salins spa di Parigi con stabilimenti di sale in 4-5 paesi al mondo, leader in Europa e co-leader nel mondo con più grande colosso industriale del sale mondiale.  Nulla da eccepire, oggi, sulla cartolarizzazione (ndr: sembra che altri stiano valutando cosa fare), ma sul passaggio così indolore, così in silenzio della gestione ed estrazione del sale italiano al leader mondiale del sale industriale vorremmo saperne di più.

DOMANDE DAL TERRITORIO E DALLE MAESTRANZE DI ATISALE SPA.  La società italiana titolare della concessione fino al 2029 era indebitata fino al collo, la Atisale spa controllata dalla Salapia Sale spa. I proprietari di Atisale spa hanno fatto proposte a MPS? Atisale poteva dare continuità? La vecchia proprietà ha partecipato all’asta? Ha fatto controdeduzioni? Quante offerte sono state presentate in asta? Non c’era una società italiana disponibile all’acquisto del credito bancario? L’acquisto di un credito comportata automaticamente l’acquisizione dei pegni fideiussori e le garanzie a pegno? I titolari della asta bancaria sapevano a priori a chi andava il sale di tutti gli italiani, visto che “il sale” è di proprietà dello Stato, è un bene del patrimonio nazionale? Il Demanio che cura le concessioni di estrazioni è stato interpellato? Gli Enti Locali di Puglia hanno espresso (ndr: sono stati interpellati da MPS Banca) un parere? Le maestranze, circa 120 persone e altrettante famiglie, sono state informate preventivamente almeno? I Sindacati dei lavoratori hanno assistito al passaggio di consegne? La concessione in capo a Atisale spa oggi è ancora valida? La concessione è firmata da un amministratore della società ed oggi quell’amministratore è ancora a capo della azienda? Occorre un nuoto atto di concessione? Chi lo fa? I lavoratori sono pagati regolarmente? La estrazione è sotto controllo di esecuzione?  La valutazione della migliore offerta di acquisto, ha tenuto conto delle clausole, eventuali plusvalenze, l’ earn-out aggiuntivo? E’ corretto far rientrare in una asta di un credito, asset industriali di impresa come  revoche o blindature o garanzia della concessione?

Agrodolce

RISCHIO RICORSI, SCIOPERI A MARGHERITA DI SAVOIA SENZA SICUREZZE. Le domande sono tante, molte di più di quelle che abbiamo riportato.  Sembra però che qualcosa si muova. Voci dicono che si stanno preparando fior di ricorsi legali e giuridici su diversi passaggi tecnici che presentano diversi buchi neri fra venditore ed acquirente della cartolarizzazione, oltre che sulla Asta originaria, oltre che sulla detenzione delle azioni ordinare come pegno fideiussorio e mai escusse e mai presentate in assemblee recenti di Atisale spa da parte di MPS Banca che le deteneva in garanzia. Quindi qualche inghippo anche finanziario e di codice delle società probabilmente salterà fuori. Fatto sta che , solo adesso, anche la politica si fa sentire. Se Regione, Provincia e Comune di Margherita c’è un certo profilo silente basso, consiglieri comunali e parlamentari di opposizione in loco, iniziano a farsi sentire soprattutto sul tema della garanzia e continuità di lavoro  essendoci un passaggio di proprietà molto forte, addirittura con una società estera anche se tramite un veicolo con sede in Italia ma non autonomo. Sono state depositate diverse interpellanze in merito, sia a livello regionale che in parlamento. La cosa andrà a finire sicuramente sul tavolo di uno o più ministri dell’attuale Governo. Il tema della “cartolarizzazione” poi sta assumendo anche una valenza politica generale indipendentemente dal fatto contingente. Sembra che MPS a fronte di poco più di 3 mld di euro di crediti deteriorati verso imprese, abbia sottoscritto promesse di atti di solo per 150 mio/euro. tutti temi sul tavolo politico.

NOSTRO COMMENTO SUL VALORE DEL SALE ITALIANO  << Il contesto politico-finanziario-credituale-cartolare non ci interessa, sarà la magistratura e organi competenti a verificare le correttezze. A noi tecnici interessa invece chiarezza, difesa, tutela, valorizzazione del #saleitaliano. Da anni, come ricercatori del migliore made in Italy nel vino e nel cibo, stiamo facendo controlli, certificazioni, tracciabilità sull’offerta di sale italiano e sale straniero,  domande dei consumi e dei mercati. Siamo certi che le maestranze italiane nelle diverse miniere e saline sono di alta professionalità e qualificazione: il lavoro e il trattamento manuale o con mezzi in legno e sistemi antichi è ancora molto alto rispetto ad altri paesi. Vogliamo valorizzare i distretti geografici produttivi, dare una identità di prodotto per i diversi usi in cucina, a tavola e nella salatura di grandi prodotti Dop italiani. Un deprezzamento, una svalutazione, una chiusura di saline, un abbassamento della asticella, una riduzione di fatturato, una crisi di bilanci aziendali, una visione miope o succube di altre logiche “ non produttive” ci allarmano. Il nostro lavoro di anni sarebbe vanificato. Il consumatore si allarmerebbe. Il sale perderebbe ancor più valore diretto e valore aggiunto. Già oggi 1 kg di ottimo-puro-sanitario sale italiano vale 1/10 di un sale indiano o oceanico. La proprietà dello Stato deve essere una garanzia non solo formale , ma sostanziale con relative responsabilità. Il Governo deve affidarsi a competenze elevate e non di basso livello, e inoltre non deve eludere le proprie competenze di controllo.>>


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Redazione

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