I Viaggi di Graspo

Su Creccu (la Quercia) di Raimondo una vita in viaggio da Ortueri a Muggia del Friuli e ritorno

Su Creccu (la Quercia) di Raimondo una vita in viaggio da Ortueri a Muggia del Friuli e ritorno

Su Creccu (la Quercia) di Raimondo una vita in viaggio da Ortueri a Muggia del Friuli e ritorno

Da sx Aldo Lorenzoni, Raimondo e Teresa Frau assieme a Luigino Bertolazzi

 

Sembra la trama di un romanzo la vita di Sebastiano, ma è una storia molto comune per i ragazzi sardi del suo tempo.

 Parte dall’isola come giovane arruolato nel corpo della Guardia di Finanza destinazione il continente, prima a Roma e poi assegnato ad una caserma del Friuli precisamente a Muggia dove viene impiegato come cuoco. 

La soddisfazione di Raimondo nel presentare i suoi gioielli

Un lavoro che ama da subito perchè soddisfa la sua grande curiosità del fare ed apre le porte della conoscenza sui vitigni ed i vini friulani soprattutto i più rari.

Non a caso quasi di nascosto oggi nel suo vigneto a Ortueri custodisce una piccola collezione di dodici vitigni Friulani.

Finalmente, dopo 14 anni di continente, può tornare a casa ad occuparsi della terra dei suoi genitori, il progetto che ha maturato in Friuli ora può realizzarsi assieme a Teresa , diventata sua moglie. 

Nasce l’azienda Su Creccu a Ortueri, ed è una azienda che fa tesoro delle esperienze di Raimondo.

Raimondo, Ilaria e Teresa Frau

In primis un agriturismo dove l’ospitalità si concretizza in cucina ed a tavola dove far degustare i cibi e le rarità culinarie di questa terra preziosa e generosa. 

Poi l’allevamento per il latte, i formaggi e la carne, l’orto per le verdure e un forno per il pane. 

Il capitolo vigna è un argomento importante per Su Creccu declinato in una serie di vini di ottima potenza e beva dove il sapiente apporto di Cannonau, Monica e Bovale Sardo danno grandi risultati come nel Mandrolisai Superiore Fidelia o il Rosso Telargia che è un mix di uve del Mandrolisai unite anche con Carignano e Freisa. 

Raimondo ci presenta il suo ORO, il Lacconargiu

Il nome Telargia è in onore a quello della mamma di Raimondo e l’etichetta è un insieme stilizzato dei campanacci della maschera principale della Barbagia.

Ma il vino sicuramente più identitario e rappresentativo dell’azienda è il Lacconargiu, un vitigno che fino a qualche anno fa si credeva simile all’ Albarenzeuli, vitigno tipico del sassarese, e che il nome fosse una variazione locale.

Panorama viticolo Sardo

In realtà, studi approfonditi dell’AGRIS hanno dimostrato che si tratta di una specie a se stante, con caratteri definiti non associabili ad altre cultivar, ma accostabile per caratteristiche organoletitche all’Arvesiniadu. 

L’attività di recupero è stata fatta da Raimondo anche a Gianni Lovicu di AGRIS con tutte le micro vinificazioni effettuate nella cantina di Raimondo. 

Il grande lavoro di ricerca ha permesso di registrarlo con il nome Licronaxu, un nome tipico del Campidano ma per lui è solamente Lacconargiu. 

È questo un bianco dorato e potente sia in termini aromatici che nel gusto la quarta gamba della produzione di Su Creccu. 

Raimondo e Teresa Frau nei vigneti intorno al loro agriturismo

Sono però tante le tradizioni sarde che questa famiglia, con la figlia Ilaria, vuole proporre un fra queste è riferita al dolce che si prepara per il giorno 17 gennaio San Antonio chiamato “su Pistiddu“. 

Si tratta di un delizioso dolce tradizionale di pasta sfoglia o frolla ripiena di sapa (mosto cotto), oppure di miele.

Vale la pena dedicare una immagine alla etichetta del Lacconargiu

Sulla pasta dalla forma rotonda si fanno dei bellissimi ritagli in rilievo dai quali si intravede il ripieno. 

Il termine Pistiddu deriva da pistiddare, che sta ad indicare una via di mezzo tra caramellare e fare una marmellata, ed è naturalmente riferito al buonissimo ripieno. 

 Racconta Teresa, che il dolce viene preparato e impastato il giorno 16 alla vigilia della Festa di Sant’Antonio. 

Alla sera viene acceso il falò e tredici abitanti del luogo, di nome Antonio, girano in cerchio per tredici volte in senso orario recitando per tredici volte il Credo in lingua Sarda, questo per sciogliere un voto al Santo. 

Agli Antonio della rappresentazione viene offerto il dolce “su Pistiddu” con vino, in segno bene augurante per le attività agricole e per la vita di comunità.

Racconti sinceri e di grande suggestione…ma il viaggio continua

Il viaggio continua…..

Aldo Lorenzoni e Luigino Bertolazzi

Foto di Gianmarco Guarise

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