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Soave brinda con il nuovo logo: Cadis 1898

Soave brinda con il nuovo logo: Cadis 1898

Soave brinda con il nuovo logo: Cadis 1898

Il logo Cadis 1898 con il direttore generale Wolfgang Raifer

La più longeva cooperativa del Veneto cambia immagine e guarda al mercato con fiducia forte di un bilancio record: 143 milioni di fatturato.

 

Signori, si cambia. La storica Cantina di Soave cambia abito e per farlo si rifà agli anni eroici della fondazione: il 1898. Un ritorno nostalgico al passato? 

Nossignori. 

Tutto avviene nell’ambito di un’ampia riorganizzazione strategica che mira a trasmettere maggiore chiarezza e dare visibilità ad ogni sito produttivo aziendale.

 La Cantina di Soave, la più longeva cooperativa del Veneto e tra le più qualificate realtà del panorama enologico italiano ed internazionale, cambia nome: d’ora in poi si chiamerà CADIS 1898. 

“Cambia la sigla, ma di certo non l’anima che da 125 anni ci guida alla ricerca del miglior risultato per i nostri 2.000 soci conferitori e per tutti quei clienti che da anni acquistano le nostre bottiglie” ha dichiarato il direttore generale di CADIS 1898 Wolfgang Raifer, l’altoatesino allievo prediletto dello storico direttore della cantina, trentinissimo di nome e di fatto, Bruno Trentini.

CADIS 1898 è l’acronimo che riprende le iniziali dello storico nome, accompagnandosi all’anno di fondazione del gruppo: un binomio che porta con sé equilibrio tra modernità e storicità.

Il passaggio di testimone tra Bruno Trentini e l’altoatesino Wolfgang Raifer

Completamente ridisegnato il logo ha un’identità grafica più minimale e contemporanea, così come il nuovo sito internet (www.cadis1898.it), fresco e dinamico, efficace nella comunicazione e nella presentazione della grande realtà del gruppo vitivinicolo.

 Sotto il nome di CADIS 1898 troveranno così spazio le quattro cantine principali: Cantina di Soave, Cantina di Montecchia, Cantina di Illasi e Terre al Lago. 

“Negli ultimi anni ci siamo accorti di una certa difficoltà dei clienti che si trovavano ad acquistare, ad esempio, una bottiglia di Valpolicella con la dicitura Cantina di Soave” ha sottolineato Wolfgang Raifer. 

“Da qui è nata l’esigenza di essere più specifici e soprattutto di dare risalto ad ogni singola realtà territoriale. 

Sul mercato ora si troveranno i vini Soave marchiati Cantina di Soave, i Valpolicella di Cantina di Illasi, i Lessini Durello di Cantina di Montecchia di Crosara e i Bardolino e Custoza di Terre al Lago. 

Le gallerie di Rocca Sveva dove maturano i grandi vini della Cantina di Soave

Tutto ciò è stato fatto con un obiettivo preciso: dare un’identità precisa ad ogni nostra etichetta e al territorio dove nasce, portando allo stesso tempo avanti quella che è da sempre una nostra missione: mettere in primo piano le Denominazioni scaligere e il loro territorio.”

A questa volontà di valorizzazione si legano anche gli ottimi risultati del bilancio d’esercizio 2022, chiuso con un fatturato di 143,8 milioni di euro ( + 16% sul 2021) costituito per il 66 % dal mercato domestico e per il 34% da quello estero. 

Tutto ciò nonostante il calo dei volumi del 6%. I 2.000 soci viticoltori quest’anno hanno visto la liquidazione delle uve salire a 66,5 milioni di euro con una redditività media per ettaro di oltre 10.300 euro.

 “Questi dati ci incoraggiano ad andare avanti su questa strada, consci che il lavoro da fare è ancora tanto, ma sicuri che in futuro arriveranno nuove soddisfazioni” ha concluso Raifer.

La Cantina di Soave è la più grande cantina cooperativa d’Europa. 

La nuova sede inaugurata tre anni fa (investimento 90 milioni di euro) si estende su una superficie totale di 11 ettari, di cui 35 mila metri quadrati coperti: dal conferimento delle uve all’imbottigliamento, dallo stoccaggio alla logistica, dal magazzino automatizzato agli uffici. 

Due sono le linee di imbottigliamento con un potenziale di 80  milioni di bottiglie. 

Tra le etichette più prestigiose della Cantina ricordiamo l’Amarone Rocca Sveva, il Recioto di Soave Poesie, le bollicine Perlit e il gioiello di famiglia, lo spumante metodo classico Brut Riserva Equipe5.

PERSONE CASAGRANDE GIUSEPPE e TRENTINI BRUNO

A proposito di Equipe5, va ricordato che furono cinque giovani ex allievi dell’Istituto Agrario di San Michele all’Adige

e (Leonello Letrari, Bepi Andreaus, Ferdinando Mario Tonon, Pietro Turra e Riccardo Zanetti) a creare nel 1961 quello che sarebbe diventato, assieme a Ferrari, uno dei simboli della spumantistica italiana. 

Negli anni Ottanta, dopo una breve e sfortunata parentesi Buton, il brand, su insistenza di un un altro giovane enologo trentino, Bruno Trentini, fu acquisito dalla Cantina di Soave. 

Equipe5 (Chardonnay 80%, Pinot Nero 20%) matura per lunghi anni nelle storiche gallerie di Borgo Rocca Sveva e sul mercato è considerato uno dei più celebri spumanti metodo classico del panorama nazionale e internazionale. 

In alto i calici. Prosit! (GIUSEPPE CASAGRANDE)


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