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Siamo tutti spiati e i nostri gusti giudicati

Quando utilizziamo i social media sia per lavoro sia ad uso personale, siamo ormai tutti consapevoli che i nostri dati possono essere spiati e carpiti, nonostante i livelli di protezione adottati da noi stessi o dai web broswer di cui ci serviamo.

Anche i nostri gusti, in qualunque sfumatura noi li esprimiamo, sono facilmente indagati, spiati e catalogati, basta un programma avanzato di monitoraggio e in pochi secondi si ottiene una vasta gamma di informazioni reperite da tutti i principali social network, blog, nonché forum e siti di notizie.

Non mi riferisco ai controlli di Stato, finalizzati a contrastare le attività criminali, cui tendenzialmente sarei favorevole purché le informazioni non vengano date in pasto ai media per screditare certi personaggi, anche trasversalmente coinvolti, né a quelli messi in moto dalla Boldrini per arginare non solo gli «hater», gli “odiatori seriali”, ma anche per promuovere censimenti della intolleranza degli utenti della rete verso le categorie superprotette come gli immigrati e le comunità Lgbt.

Penso, invece, a quelle varie piattaforme di social media marketing che hanno la capacità di capire gli orientamenti dell’utente, solo analizzando le parole di interesse maggiormente cercate nel web.
Ma anche la moda dilagante di fotografare quello che mangiamo o beviamo, alla nostra tavola o in ristorante, gratificante per coloro che postano le accattivanti immagini allo scopo di suscitare ammirazione o invidia da parte della schiera degli amici, è una autostrada per mettere i nostri gusti e i nostri “sentiment” in mano a che nemmeno immaginiamo.

Così veniamo a sapere che «È il Mojito il cocktail più “social” dell’estate». Questo è rivelato da una ricerca che, utilizzando una delle più accreditate piattaforme, ha curiosato in rete per scoprire quali sono i drink più fotografati e postati sui social media. Su 2.700 post pubblicati, specie su Instagram, blog e Twitter (coinvolto un pubblico di oltre 83mila persone), il famoso drink di origine cubana compare in ben 1.800 «mention».

E chissà a quale altra azienda di marketing sarà utile venir a saper che tra i piatti più fotografati ci sono quelli con pietanze di mare, seguiti da quelli esotici e non per ultima la pizza. Ove sia possibile riconoscere il ristorante, sarà una ragione di successo per il locale. Tutta pubblicità a nostra insaputa.

Siamo tutti spiati, giudicati e pertanto avvisati.

Maura Sacher

PS: Inoltre, bisogna ricordare che il Codice della Privacy e la Polizia postale raccomandano di evitare di postare fotografie di bambini (raccomandazione diretta alla vanità di nonni e genitori) e altresì di momenti intimi, per evitare che finiscano dove non devono finire, manipolate da soggetti senza scrupoli.


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