Stile e Società

La sesta edizione del premio Gino Friedman esalta il valore del vino cooperativo

Una volta riferirsi al vino cooperativo era come scegliere un prodotto di qualità inferiore. L’immagine che più si legava alle produzioni cooperative, era quello di un vino sfuso di categoria inferiore. Un prodotto popolare da consumare nel segno del risparmio estremo. Ora invece la situazione è decisamente cambiata e la qualità delle produzioni cooperative ha subito un’impennata, dovuta alla scelta di dedicarsi non solo ai grandi volumi e alla Gdo.

Oggi queste grandi istituzioni della realtà agraria italiana, operano in maniera differente su più linee di prodotto. Ecco quindi che anche l’Horeca concede spazio a queste etichette, tra gli scaffali di un’enoteca o sulle Carte dei Vini. A tutti questi operatori del vino è dedicato il “Gran Premio Nazionale Gino Friedmann”, padre fondatore del movimento cooperativo vitivinicolo italiano. Manifestazione che ha come scopo, quello di mettere in risalto e portare al grande pubblico, le migliori realtà cooperative sparse sul territorio nazionale.

L’ultima edizione del premio svoltasi il 29 settembre presso il Palazzo della Partecipanza Agraria a Nonantola (Mo), ha restituito la fotografia più recente di questa grande realtà. Grande davvero se si pensa che il 60% della produzione enoica Italiana è di origine cooperativa. In soldoni fa un giro d’affari di 4,3 miliardi di euro pari al 40% del fatturato nazionale.

Una dimensione umana fatta di 498 cantine cooperative, per un comparto dove, secondo dati Mediobanca del 2017, trovano impiego a vario titolo circa diecimila persone. Se si pensa che, come confermano i dati Ismea, il 90% del Teroldego, l’80% del Soave, il 62% del Valpolicella e il 50% del Montepulciano sono costituiti da realtà cooperative, si riesce a comprendere bene la portata di questa realtà. Alla sesta edizione di quello che è ormai considerato l’Oscar del vino cooperativo, hanno partecipato 43 etichette di 9 cantine in corsa per l’assegnazione dei titoli in palio.

Per l’Emilia Romagna Cantine di Carpi e Sorbara, Caviro, Cevico, Riunite CIV, Santa Croce, Terra di Brisghella, Valtidone, per il Veneto Valpolicella Negrar e, Tollo per l’Abruzzo. La giuria diretta da Giorgio Melandri grande firma del giornalismo enogastronomico italiano, ha assicurato la sua competenza grazie alla partecipazione di Leila Salimbeni (Spirito Divino), Adriano Rioli (AIS Modena), Michele Palermo e Antonio Previdi (Slow Food). L’esame dei vini è avvenuto attraverso degustazioni rigorosamente alla cieca, in cui sono stati valutate tipicità, classicità, stile e rapporto qualità prezzo.

Ad aggiudicarsi il 6° Gran Premio Nazionale vino della cooperazione “Gino Friedmann”, più ambito tra i premi in palio, è stata la Cantina di Carpi e Sorbara, con il Lambrusco “Omaggio a Gino Friedmann”, già premiato dal Gambero Rosso nell’edizione 2014 con i Tre Bicchieri. Il risultato è stato accolto con grande soddisfazione da Carlo Piccinini, vicepresidente della Cantina premiata, che a margine della premiazione ha commentato: ”Il premio è una ulteriore conferma della politica seguita dalla nostra cooperativa, che da anni investe sulla qualità in vigna e in cantina. Ricevere il premio destinato ai migliori vini delle cantine cooperative è per noi motivo di orgoglio”.

Certamente la sua gioia è comprensibile vista l’importanza morale del premio, che ben lontano da lustrini e paillettes mette al centro dei propri contenuti il lavoro e la valorizzazione del territorio e delle sue risorse. Elementi cardine della realtà cooperativa, vera e propria spina dorsale della produzione enologica italiana.

Bruno Fulco


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