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Scaccomatto all’olio italiano: inizio di una lenta fine per l’eccellenza italiana?

Un nuovo durissimo colpo viene inferto dalla UE agli unici eccellenti prodotti alimentari italiani.

Il parlamento europeo ha autorizzato l’arrivo massiccio di olio tunisino in Italia.

Non solo, questa ennesima pugnalata alla nostra agricoltura e di conseguenza alla nostra economia.

Avviene in modalità di de tassazione per favorire l’economia tunisina mettendo però in crisi il comparto olivicolo italiano.

Non bastava l’assurda imposizione dell’eradicamento di piante talvolta plurisecolari a causa della xilella, per fortuna non portata a termine.

I produttori olivicoli italiani sono da anni assolutamente non tutelati dagli organi comunitari.  Faticano a tutelare l’olio italiano, il migliore del mondo per qualità e varietà.

E così l’invasione non si ferma, anzi raddoppia parafrasando il titolo di una celebre trasmissione televisiva.

Le importazioni di olio tunisino sono aumentate paurosamente: + 734 %! La Tunisia diventa il terzo fornitore di olio per imprenditori spregiudicati.

Ma c’è qualcosa che non torna.

L’italia è la prima importatrice mondiale di olio d’oliva o presunto tale, nonostante, a parte quest’anno, l’andamento della produzione sia stata sempre molto positiva ed abbondante.

Il nostro è indiscutibilmente il miglior olio del mondo e contemporaneamente siamo primi per importazione di olio di infima qualità e spesso insalubre.

Con questa misura le importazioni sono destinate a schizzare alle stelle e il nostro olio sovratassato. Preda di pastoie burocratiche, e a volte di assurde procedure di certificazione, è destinato a sparire progressivamente.

Voci attendibili di corridoio a Bruxelles riferiscono che il provvedimento è stato fatto ad hoc per mettere in difficoltà l’Italia.

Erano 56.700 le tonnellate a dazio zero autorizzate ad entrare in Italia e questa becera misura porterà la quota a 90.000 tonnellate.

Questo quantitativo coprirà quasi completamente l’intero ammontare importato annualmente.

I produttori olivicolo italiani avranno sempre più ostacoli alla loro produzione d’eccellenza, e questa strategia di annientamento è purtroppo assai ben concepita.

Infatti se i consumatori nostrani volessero boicottare l’olio tunisino all’atto pratico sarebbe veramente impossibile.

Purtroppo non è possibile capire, anche leggendo attentamente le etichette delle bottiglie, la reale provenienza.

Molti storici marchi sono stati comprati da gruppi esteri e ciò consente di dare una parvenza di italianità alle bottiglie.

Nelle quali sono mescolati oli di infima qualità con quelli nazionali.

Oppure compare nelle etichette la dicitura “oli provenienti da paesi dell’Unione Europea”, il che significa che quasi certamente si tratta di olio spagnolo, di qualità bassa e profumi spiacevoli.

Almeno in questo caso si riescono ad identificare bottiglie di scarso valore che di solito sono proposte a basso prezzo.

È il basso prezzo generalmente indica bottiglie che non contengono olio extravergine o vergine italiano.

Poi ci sono le sofisticazioni, ma sono un altro spiacevolissimo aspetto dell’universo olivicolo.

E così dopo la sentenza sfavorevole sulla dicitura Aceto Balsamico questo è l’ennesimo regalo alla nostra agricoltura.

Grazie Europa!

Umberto Faedi 


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Redazione

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