Tribuna

San Zeno di Montagna, è tempo di marroni

San Zeno di Montagna, è tempo di marroni Nei tre fine settimana di metà e fine ottobre e nel primo weekend di novembre

San Zeno di Montagna, è tempo di marroni

Lo chef della Taverna Kus Stefano Lorenzi chiede un parere al patron Giancarlo Zanolli

Nei tre fine settimana di metà e fine ottobre e nel primo weekend di novembre si rinnova la tradizionale festa dei marroni e delle castagne. I ristoranti coinvolti.

Puntuale con l’arrivo dell’autunno e dei primi freddi San Zeno di Montagna, la splendida località del Monte Baldo con spettacolare balconata sul Lago di Garda, festeggia Sua Maestà il Marrone di San Zeno con un evento che nei fine settimana di metà e fine ottobre e nel primo weekend di novembre richiama ogni anno migliaia e migliaia di turisti e buongustai.

Una festa la cui origine si perde nella notte dei tempi, ma che quest’anno è particolarmente importante poichè coincide con i 20 anni del riconoscimento della Dop (Denominazione di Origine Protetta) e della costituzione del Consorzio di Tutela che oggi riunisce più di 40 soci con oltre trenta aziende che producono il Marrone Dop.

Il presidente del Consorzio di tutela: “Orgogliosi del traguardo della Dop”

 

Il sindaco di San Zeno Maurizio Castellani (a destra) con il presidente del Consorzio del Marrone Dop di San Zeno Simone Campagnari (al centro) e il direttore Aipo (Associazione Interregionale Produttori Olivicoli) Enzo Gambin.

«Siamo molto orgogliosi di tagliare il traguardo dei 20 anni della Dop con il nostro prodotto che ha una antica tradizione e continua ad essere apprezzato e ricercato proprio qui dove si coltiva” ha dichiarato il presidente del Consorzio del Marrone di San Zeno Simone Campagnari presentando la festa.

“L’attività del Consorzio e dei produttori è stata nel corso degli anni quella di recuperare piante di notevole importanza storica e colturale che vantano anche più di 400 anni di vita.

Lo chef della Tavrrna Kus Stefano Lorenzi con il titolare Giancarlo Zanotti

Infatti, è preferibile recuperare i vecchi castagni anziché piantarne di nuovi poiché ci vogliono circa venti anni per la loro produzione: chi pianta castagni lo fa per i figli perché saranno loro a raccoglierne i frutti.

Quest’anno – ha aggiunto – la stagione si prospetta positiva sia per qualità che per quantità, nonostante la siccità. La raccolta è iniziata in anticipo: si tratta ormai di un fenomeno che si sta ripetendo da qualche anno per i cambiamenti climatici. Le prossime azioni del Consorzio sono volte a creare un magazzino per il confezionamento e sviluppare prodotti innovativi derivanti dai marroni. Oltre ai marron glacé, la birra alle castagne, i marroni canditi alla grappa, i marroni nello sciroppo.

Nel “Giardino d’Europa” una produzione bio di circa 300 quintali

Simone Campagnari, presidente del Consorzio, Stefano Lorenzi, Giancarlo Zanotti e il sindaco di San Zeno Maurizio Castellani

La presentazione è avvenuta nell’antico Palazzo Ca’ Montagna di San Zeno di Montagna alla presenza del Sindaco Maurizio Castellani che ha fatto gli onori di casa e del direttore di Aipo, Associazione Interregionale Produttori Olivicoli, Enzo Gambin.

 

Le stime di produzione sono stabili intorno ai 300 quintali, gran parte dei quali biologici. Il marrone è coltivato su una superficie di 250 ettari (oltre 1000 gli ettari totali) situati dai 250 ai 900 metri nella zona compresa tra il Lago di Garda e il Monte Baldo, nei comuni di Brentino Belluno, Brenzone, Caprino Veronese, Costermano, Ferrara di Monte Baldo e, naturalmente, San Zeno di Montagna. Tutti comuni compresi nella zona dell’unione montana del Baldo-Garda, conosciuta fin dal passato come «Hortus Europae», il Giardino d’Europa.

Da metà ottobre a novembre un fitto programma di manifestazioni

Filetto di Salmerino ripieno di marroni su una crema di zucca

Nella comunità montana del Monte Baldo la castanicoltura ha rappresentato nei secoli passati una risorsa economica importante con i primi riferimenti storici sulla coltivazione del castagno che risalgono al Medioevo.

Quanto mai fitto è il programma della Festa del Marrone e delle Castagne di San Zeno con relativa Mostra Mercato dei marroni che quest’anno ha raggiunto il traguardo delle 51 edizioni.

Per tre fine settimana, il 21/22 ottobre, il 28/29 ottobre, il 1 novembre e il 4/5 novembre chi si recherà a San Zeno potrà acquistare i Marroni Dop direttamente dai produttori in retine chiuse con apposito sigillo, degustarli come caldarroste o nei ristoranti convenzionati della zona come ingrediente principale di diversi piatti tipici accompagnati dalla birra alle castagne e dai vini locali. 

Non mancherà naturalmente il minestrone di marroni, ricetta tradizionale a base di verdura, fagioli e marroni. «Abbiamo intenzione – ha precisato Simone Campagnari – di confermare i listini prezzi dello scorso anno, dai 5 ai 7,5 euro il chilo. E puntiamo ad esaurire gran parte della nostra produzione durante le giornate di festa».

 

Il valore della denominazione, un patrimonio anche culturale

 

Minestrone di marroni di SAn Zeno nella pagnotta di pane

“La Denominazione d’origine protetta Marrone di San Zeno, la terza in provincia di Verona dopo l’olio del Garda e il formaggio Monte Veronese, è un patrimonio colturale e culturale, che è congiunto al suo territorio di produzione” ha spiegato Enzo Gambin, direttore di Aipo, Associazione Interregionale Produttori Olivicoli.

“Una ricchezza da valorizzare: il turista richiede sempre più di stabilire una relazione con i prodotti agroalimentari del territorio, soprattutto se hanno profondi legami con i luoghi e con le esperienze degli individui.”

Caratteristiche del Marrone di San Zeno e raccolta dei ricci

Ravioli di pasta viola ripieni di cappone e marroni con spuma di speck

Il Marrone di San Zeno di Montagna si presenta con una forma ellissoidale e con una caratteristica buccia sottile, lucida e di colore marrone chiaro con striature più scure.

Dopo la raccolta, che può essere a mano o con mezzi meccanici, i ricci sono accumulati per un periodo tra i dieci e i quindici giorni così da permettere una leggera fermentazione che fa maturare il frutto e lo fa durare nel tempo (Ricciaia).

Un’altra tecnica di maturazione (Novena) prevede l’inserimento dei Marroni in un contenitore d’acqua per nove giorni durante i quali avviene una leggera fermentazione che fa maturare i frutti come nella “ricciaia”. I Marroni asciugati e calibrati vengono scelti e inseriti in apposite reti chiuse. 

Alla Taverna Kus il filetto di salmerino ripieno di marroni su crema di zucca

Suprema di faraona ripiena di marroni con salsa al tartufo del Baldo

La giornata di presentazione della Festa dei Marroni ha avuto come degno epilogo un momento conviviale alla “Taverna Kus” di Giancarlo Zanolli, un ambiente rustico ed elegante ad un tempo, reso originale da un’ampia collezione di specchi e ceramiche e dal sancta sanctorum, un’antica “giasàra” dove riposano oltre mille etichette. Vini locali, nazionali ed internazionali per la gioia dei wine lover.

Protagonisti dl pranzo naturalmente i marroni di San Zeno proposti dallo chef Stefano Lorenzi. Un matrimonio d’amorosi con i vini del Consorzio del Bardolino e dell’antico distretto Montebaldo Doc.

Per l’occasione i commensali hanno potuto brindare con il Bardolino classico 2022 di Enzo Righetti (Cavaion) e con il Bardolino Montebaldo Vigna Morlongo 2021 Villabella (Calmasino) premiato dal Gambero con l’Oscar dei “Tre Bicchieri”. 

Apre le danze un filetto di salmerino alpino (dell’azienda trentina “Trota Oro” di Preore) affumicato al legno di castagno e ripieno di marroni di San Zeno su una crema di zucca con carciofi, sedano rapa croccante e semi di basilico. Un piatto da standing ovation.

 Una bontà il tradizionale minestrone servito nella pagnotta di pane

Mousse di marron glacè con copertura di cioccolato e babà al rum

Come piatto simbolo della festa naturalmente non poteva mancare il tradizionale minestrone di marroni di San Zeno servito nella pagnotta di pane.

Un classico intramontabile della tradizione contadina, dai sapori schietti e genuini che è possibile assaggiare anche negli stand del Festival del Marrone Dop di San Zeno di Montagna nei fine settimana di metà ottobre, fine ottobre e primo weekend di novembre.

Breve pausa ed ecco arrivare i ravioli di pasta viola ripieni di cappone e marroni di San Zeno con spuma di speck, la sua demi glacé e una cialda croccante. Piatto intrigante al pari della suprema di faraona ripiena di marroni di San Zeno con salsa al tartufo del Monte Baldo e porri al forno. Una bontà.

Dulcis in fundo il “Marrone della Taverna”: una peccaminosa mousse di marron glacé con cupola di cioccolato bianco Dulcey 35%, composta di ribes nero, babà al rum, croccante ai cereali e gelato al latte di montagna. Un omaggio al territorio e un benvenuto all’autunno.

Nei ristoranti di San Zeno fino al 12 novembre i menu di castagne

Sono quattro i ristoranti di San Zeno che dal 12 ottobre al 12 novembre proporranno i menu degustazione di castagne. All’insegna dello slogan “Segui il Riccio” su Facebook, oltre alla Taverna Kus stimoleranno le papille dei buongustai il Ristorante “Al Cacciatore” (località Prada Bassa), il Ristorante Bellavista (Contrada Cà Montagna) e il Ristorante Costabella (Via degli Alpini).

Tra i piatti più sfiziosi segnaliamo i maccheroncini di castagne con sugo di porri e guanciale; i tortelloni di castagne e patate con ripieno di stracotto di manzo; gli gnocchi di patate viola con ragù di cortile e crumble di castagne; lo strudel di castagne, salsiccia, funghi e patate con fonduta di Monte Veronese. Buon appetito e in alto i calici. (GIUSEPPE CASAGRANDE)


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