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Salviamo l’extravergine del Bel Paese

Secondo il New York Times, gran parte dell’olio di oliva venduto come italiano proviene da Paesi come Spagna, Marocco e Tunisia. Per Coldiretti queste truffe stanno provocando il suicidio del prodotto simbolo della dieta mediterranea. Come dargli torto!

E’ bastata la pubblicazione di un fumetto sul New York Times, che denuncia la sofisticazione dell’olio di oliva Made in Italy, per creare un inferno. Tutti sapevano, nessuno parlava. Eppure non ci voleva tanto ad accorgersene: come può una bottiglia di extravergine di qualità essere venduta a 2,99 euro nella Gdo?

 

Siamo un Paese “drogato”, perché sebbene le truffe vengono fatte alla luce del sole, tutti fanno finta di non vedere quello che accade. Salvo poi piangere le lacrime di coccodrillo. La rabbia di questa vicenda è che a pagare non saranno i furfanti che hanno determinato questo danno, ma i piccoli produttori, quelli che lavorano onestamente, con buona pace per la politica incapace a difendere la qualità.

 

Ha ragione il New York Times ci stiamo lentamente suicidando, una sorta di eutanasia di un sistema con qualità della vita permanentemente compromessa. Eppure nel febbraio 2013 sotto la spinta della Coldiretti era stata approvata la cosiddetta legge “salva olio” che conteneva misure di repressione e contrasto alle frodi e di valorizzazione del vero Made in Italy.

 

Bene, ancora oggi la legge non risulta pienamente applicata per l’inerzia della pubblica amministrazione e per l’azione delle lobbies industriali. Allora non basta il Collegato Agricoltura alla Legge di Stabilità che introduce la creazione di un marchio per il Made in Italy agroalimentare, a tutela dei prodotti autenticamente italiani. Ci vuole altro presidente Letta, per recuperare affidabilità internazionale!                     


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Piero Rotolo

Direttore Responsabile vive a Castellammare del Golfo Trapani

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