La parola ai produttori

Rossi di Medelana un giovane Frascati con quasi cinque secoli di storia alle spalle

Dal 1500 ad oggi una grande realtà agricola della campagna romana oggi dedita con successo anche al vino

Per Rossi di Medelana la definizione di “radicato sul territorio” calza a pennello data la presenza antica nel territorio del Frascati. Infatti prima dell’approdo al vino, avvenuto in epoca recente, l’Azienda vantava già una solida tradizione agricola sviluppata nel corso dei secoli, a partire dal 1500 con le coltivazioni di vite, olivo e grano, essenze tipiche dell’attività rurale della campagna romana.

Distesa originariamente su 85 ettari nel corso dei secoli, la tenuta è stata ridisegnata nei confini dei suoi 25 attuali dei quali 11 dedicati alla viticoltura. La tenuta è sempre stata solidamente nelle mani della famiglia senza intromissioni di proprietà esterne, arrivando di generazione in generazione nelle mani deiproprietari attuali.

l valori della tenuta raccolta  intorno al suo nucleo di Casale Vigna Ferri dove sono anche le cantine di vinificazione, oltre che per  l’impegno nella custodia del territorio, sono rintracciabili anche per la testimonianza della sua memoria storica riguardo ad alcuni tra gli avvenimenti più importanti della storia contemporanea del nostro paese.

Tra i più importanti certamente quello che vide la presenza di Giuseppe Garibaldi datata nel 1875, ospite della famiglia Ferri ramo dei Rossi di Medelana. Un passaggio che rimane significativo per il suo discorso pubblico, proclamato in una Frascati allora fortemente influenzata dal potere vaticano  e a questo fortemente critico.

Il segno della storia rimane indelebile anche negli ambienti ipogei della tenuta, dove  rimangono scolpiti  i segni dello scavo e le iniziali graffiate sui muri di chi, durante i bombardamenti degli alleati, si è rifugiato nella profondità delle cripte oggi fortunatamente utilizzate per scopi meno drammatici come l’affinamento dei vini.

È in questo contesto suggestivo che ad un certo punto, da parte della proprietà rappresentata oggi da Federico Rossi di Medelana, è maturata la decisione di alzare l’asticella della propria esperienza nella viticoltura. Decisione premiata dall’ottimo esordio  di Frascati Superiore DOCG Vigna Ferri 2021, affiancato dalle altre produzioni da uve Syrah, Bellone, Malvasia Puntinata.

 

In questa evoluzione fondamentali le figure di Aldo Conigli responsabile tecnico agronomico dell’azienda e Aldo Lombardi responsabile commerciale che hanno risposto alle nostre curiosità:

Una tenuta piena di storia presente da secoli nell’area del Frascati eppure la prima produzione di un vino e del 2021. Cosa vi ha spinto ad intraprendere questo passo?

La volontà del proprietario dopo anni di conferimenti, nel credere che i propri prodotti potessero avere rilevanza sul mercato attuale.

Prima da osservatori della Doc Frascati ed ora dal suo interno e pienamente coinvolti. In quale stato          di salute e di sviluppo progettuale avete trovato la viticoltura locale?

Sicuramente ha avuto progressi, ma la strada è ancora lunga. Per fortuna cominciano ad essere in molti a produrre grande qualità nel Lazio e di conseguenza presto si dovrebbe uscire dal “limbo”.

Un esordio di ottimo livello con il Vigna Ferri 2021, a cui si affiancano tre bianchi e un rosso. C’è un progetto di ampliare la gamma oppure preferite concentrare la qualità sulle produzioni già esistenti?

Migliorarci è il ns scopo principale ma stiamo progettando un metodo classico da bombino in purezza. Le ns cantine scavate nel tufo dovrebbero essere ottimali a tal fine.

L’esperienza di imbottigliare i propri vini solo in tempi recenti ha forse dato modo di avere una visione meno ingabbiata nella tradizione, se così fosse quali sono gli stili di vinificazione e gli altri territori che vi piacciono e da cui prendere ispirazione?

Il ns enologo Carlo Roveda, ci ha spinti a produrre vini sempre più longevi a differenza di quello che si è sempre pensato sul territorio in tempi brevi: la giusta mineralità, raggiunta con la maturità dei ns impiantitrentennali, ci consente di poter proporre sul mercato vini bianchi strutturati, ricchi di profumi e notefloreali, sempre freschi, particolarmente apprezzati dalla ristorazione. Per meglio approcciarci al risultatorichiesto, poniamo sempre massima attenzione alle epoche di vendemmia in funzione della stagionalità edelle ns varietà autoctone.

Gli autoctoni sono sempre la migliore garanzia di rappresentare il territorio oppure si può esprimerlo anche attraverso gli altri vitigni?

Il terroir deve essere la base di partenza, per imporre il giusto piede identitario, ma la ricerca e l’utilizzo in affiancamento di vitigni aromatici, in grado di apportare alla struttura dei ns vini, quelle note floreali,              morbide e durature, potrebbe ancor più restituire qualità ai ns vini.

A quali livelli qualitativi e a quali posizioni nei mercati internazionali possono ambire i vini della Doc Docg Frascati?

Per assurdo al momento è ancora più semplice vendere la denominazione docg “Frascati” in ambito internazionale, in ambito locale s’incontrano ancora resistenze soprattutto uscendo dal Lazio.

Siete presenti anche nella Roma Doc, una denominazione che con il suo nome genera un appeal dal potenziale infinito. C’è il rischio che nel tempo questo potrebbe rappresentare un limite e spingere i produttori a sedersi?

Il brand ROMA DOC è sicuramente di grande impatto internazionale, ma dobbiamo uscire dalla mentalità locale ancora una volta della concorrenza spietata, dedicando a queste nuove spinte territoriali, tutte le ns energie, puntando veramente a migliorare l’offerta dei ns vini regionali.

A parte il vino gli 85 ettari originari la tenuta rappresenta da secoli una grande realtà agraria del territorio, oggi 25 ettari di cui 11 vitati. Qual è il vostro modello di agricoltura?

Il ridimensionamento della superficie avvenuto nel tempo, dovuto per lo più ad espropri e ad alcune cessioni avvenute per riqualificazione urbana, hanno di fatto portato oggi alla consistenza di circa 25 ettari. La superficie vitata gestita e condotta, pari a circa 11 ettari, ci consente di poter contare nell’immediato futuro su una produzione di 80/100.000 bottiglie/anno, un target importante anche per il margine di contribuzione, rapportato all’investimento industriale posto in essere.

Quali sono secondo voi le sfide più importanti per il futuro dell’agricoltura?

Il dr Federico Rossi di Medelana, attraverso il recupero strutturale dei fabbricati storici presenti nel compendio rurale posseduto in Frascati, ha dimostrato e insegnato, non solo a noi addetti ai lavori, ma a tutta la cittadinanza, che i periodi di crisi vanno affrontati con ottimismo e impegno; recuperare la bellezza storica del territorio antropico, ponendolo al centro degli investimenti, ancora prima del potenziamento colturale, la dice tutta sulla sensibilità di questa famiglia radicata da oltre quattro secoli di storia nella gestione agricola dei propri fondi.

Mai come ora potremmo dire che non c’è futuro se non nel rispetto delle tradizioni, le conoscenze contadine, unitamente al le innovazioni agrarie. La forza delle piccole e medio imprese rurali, che chiudendo la filiera agroalimentare, si affacciano singolarmente sui mercati al consumo e turistici del territorio, sono fuor di dubbio la ricchezza di questo Paese in evoluzione, alla ricerca di un riscatto imprenditoriale dovutogli.

Bruno Fulco

 

 

 

 

 


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