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Record storico per l’export dei vini italiani e per le regioni vinicole

Record storico per l'export dei vini italiani e per le regioni vinicole

Record storico per l’export dei vini italiani e per le regioni vinicole

Il 2021 si è concluso con una crescita in valore delle esportazioni del 12,4 % per i vini italiani. 

A livello di numeri corrisponde a 7,1 miliardi di euro per un attivo commerciale di 6,7 miliardi. 

Il 2021 è stato un anno fortemente condizionato dalla pandemia ma anche dalle spese di rivalsa. 

Sono stati 22,2 i milioni di ettolitri esportati con un implemento del 7,3 %. 

Record storico per l’export dei vini italiani

Le produzioni DOP hanno visto una crescita in valore del 15,8 % e gli spumanti addirittura raddoppiano con un + 25,3 % grazie soprattutto alla esplosione di vendite del Prosecco. 

Le DOP rappresentano i 2/3 dei vini italiani  esportati, in rialzo i vini comuni con + 8,9 % e IGP con + 5,4 . 

I migliori mercati per i nostri vini sono gli Usa con + 18,4 %, Germania e Regno ancora unito. Buoni risultati in Belgio, Canada, Danimarca, Francia, Paesi Bassi, Svezia e Svizzera. 

Fuori dall’Europa ottimo balzo in Cina con 29,2 % e Corea del Sud addirittura con + 75,5 %. Per quanto riguarda le regioni 19 su 20 registrano una crescita rispetto al 2020 che aveva fatto segnare un – 2,2 %. 

Per 16 su 20 i risultati sono migliori rispetto ai due anni precedenti e per 15 il valore delle esportazioni 2021 è il più alto mai registrato finora. Le prime tre in assoluto sono Veneto con + 11,1 %, Piemonte con 12,2 % e Toscana con 16,4 %. 

Seguono Trentino Alto Adige che supera per la prima volta i 600 milioni di euro con + 8,6 % e l’Emilia Romagna con + 19,00 %. 

Incrementi importanti si evidenziano per Lombardia con + 11,8 % e Abruzzo che per la prima volta supera il valore di 200 milioni di euro. 

Buoni risultati in ordine per Friuli Venezia Giulia + 21,5 %, Sicilia + 16,8 % e Puglia + 8 %. Importanti i riscontri anche per Lazio, Umbria che si riporta ai valori del 2019 dopo il forte decremento del 2020 e Liguria. 

Sicuramente lo scorso anno ha visto superare tutti i record con un risultato che avrebbe impiegato cinque anni ad essere ottenuto comparato alla tendenza pre covid.

Adesso la situazione è assolutamente mutata a causa di fattori che fanno prevedere un difficile 2022. 

Gli aumenti spropositati di bollette, carburanti e materie prime riducono i margini di profitto per le aziende. La guerra in atto e il conseguente azzeramento dei mercati russi ed ucraini possono pesare sulle esportazioni. 

Gli acquisti di vini da parte di Russia e Ucraina rappresentano il 6 % sul complessivo per un controvalore di 400 milioni di euro. 

Le persone sono preoccupate e l’umore condiziona le spese e indirizza le scelte nell’acquisto di beni cosiddetti di prima necessità. 

L’inflazione incombe e tende a salire e la stagnazione dei salari possono far passare o quanto meno diminuire la tendenza alle spese di rivalsa e gli acquisti di prodotti considerati non strettamente necessari.

Umberto Faedi 


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Redazione

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