
Quanto sei sostenibile?
La misurazione della compliance ESG. Rendicontare la sostenibilità
In un contesto economico e sociale in rapida evoluzione, la misurazione della compliance ESG (Environmental, Social, Governance) non rappresenta un esercizio obbligatorio esclusivo per le grandi organizzazioni. Il mercato e quindi non tanto le normative, rende ineludibile l’adozione di standard riconosciuti e condivisi per garantire trasparenza, comparabilità e credibilità della propria azienda verso il mercato stesso.
La necessità di rendicontare
La rendicontazione ESG è diventata obbligatoria per le grandi società in molti Paesi, ma sta rapidamente diventando un requisito implicito anche per le organizzazioni non obbligate. Le banche, ad esempio, sempre più spesso richiedono informazioni ESG per valutare il rischio e l’affidabilità delle imprese a cui concedono credito. Analogamente, le supply chain, soprattutto in settori globalizzati, spingono le aziende a dimostrare la loro aderenza a criteri di sostenibilità per rimanere competitive. Le aziende stesse, anche se non obbligate dalla normativa, ritengono opportuno comunicare la propria strategia di approccio ai temi ESG.
Gli standard di rendicontazione
Fortunatamente, esistono standard consolidati che forniscono linee guida su cosa e come rendicontare. Il Global Reporting Initiative (GRI) è uno dei più diffusi e apprezzati a livello globale, offrendo un framework dettagliato per le grandi aziende. A livello europeo lo European Financial Reporting Advisory Group (EFRAG) ha sviluppato standard specifici come gli ESRS. Per le non obbligate è stato da pochi giorni emessa la versione definitiva degli standard VSME (Voluntary Sustainability Reporting Standard), che semplificano il processo di rendicontazione adattandolo alle esigenze e alle capacità organizzative e di competenza del mondo PMI.
La sfida della misurazione
Sebbene il “cosa” e il “come” rendicontare siano ormai chiari, il “quanto” resta un tema aperto. Non esiste attualmente uno standard normato e validato a livello ISO per misurare in modo uniforme le performance ESG. Questo vuoto normativo è stato colmato, in parte, da portali e piattaforme che offrono sistemi di rating basati su algoritmi proprietari. Questi strumenti, spesso sofisticati e affidabili, forniscono una base utile, ma non possono sostituire uno standard universale.
Conclusione: iniziare il percorso
In attesa di uno standard ISO riconosciuto, è fondamentale che le organizzazioni scelgano uno standard di rendicontazione esistente e inizino il loro percorso verso una maggiore trasparenza ESG. Adottare pratiche di rendicontazione oggi non solo aiuta a soddisfare le richieste di stakeholder e partner, ma prepara l’azienda a futuri sviluppi normativi, posizionandola come un soggetto responsabile e proattivo sul mercato globale.
Sono Roberto Crepaldi co-fondatore di ESG Solution srl SB. Se vuoi avere maggiori informazioni vista il sito https://www.esg-solution.it/
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