Tribuna

Prosit con il mitico Sassicaia

Prosit con il mitico Sassicaia

Prosit con il mitico Sassicaia

Il fenomeno di questa etichetta-cult lo si deve alla famiglia Incisa della Rocchetta e all’enologo Giacomo Tachis. La prima bottiglia nel 1968.

Alzi la mano chi non conosce il Sassicaia, mito e orgoglio del Made in Italy in campo enoico. 

Ed alzi la mano  chi non ricorda i versi poetici che Giosuè Carducci (primo autore italiano a ricevere il Premio Nobel per la Letteratura nel 1906), 

ha dedicato a questo angolo di Toscana, ricco di magia e di fascino. 

Non possiamo non partire dai “cipressi che a Bolgheri alti e schietti van da San Guido in duplice filar”, 

mentre “per le vie del borgo dal ribollir de’ tini va l’aspro odor de’ i vini l’anime a rallegrar” 

per parlare di questa autentica “perla” dell’enologia toscana e mondiale. 

Un vino-icona che brilla sempre più luminoso nel firmamento stellato dei grandi vini e che tra tutte le Denominazioni spunta il prezzo più alto in Italia e nei mercati inernazionali. 

E’ grazie a questo vino-cult a livello planetario, una delle etichette in assoluto più blasonate, ricercate e amate dai wine lover, 

che la Tenuta San Guido ha contribuito in maniera determinante a lanciare l’Alta Maremma e la zona di Bolgheri in particolare nel Gotha dei grandi vini.

 In verità l’antico borgo, arroccato su una collinetta poco distante da Castagneto Carducci e dalla Costa degli Etruschi,

 di fatto prima degli anni Sessanta non esisteva dal punto di vista enologico. 

Oggi sono 66 le cantine che producono vino in questa fascia di Maremma, ricca di natura e biodiversità, tra le colline e il mare. 

A questo punto Bolgheri può ben dire di aver vinto la sfida, anche se il territorio è molto piccolo: poco più di 1.350 ettari. 

La geniale intuizione del marchese Mario Incisa della Rocchetta

Il fenomeno Sassicaia deve la propria fama ad una geniale intuizione del marchese Mario Incisa della Rocchetta che, 

Il viale dei Cipressi che a Bolgheri alti e schietti van da San Guido in duplice filar

dopo anni di ricerca e con il contributo decisivo di Giacomo Tachis, altro mito dell’enologia italiana, 

trasformò un territorio pressoché sconosciuto e in gran parte abbandonato della Maremma in un autentico gioiello. 

Il sogno era quello di produrre un vino da taglio bordolese per poter competere con i grandi “cru” francesi.  

Arrivato timidamente sul mercato per la prima volta con l’annata 1968 come “vino da tavola”,

 il Sassicaia negli anni successivi diventa una vera e propria denominazione, Bolgheri Sassicaia Doc, caso unico in Italia di una denominazione “aziendale”, 

poiché è interamente inserita all’interno della stessa Tenuta San Guido di Bolgheri, ancora oggi saldamente nelle mani della famiglia Incisa della Rocchetta.

La Tenuta San Guido: 2.500 ettari: campi, vigneti, boschi e un’oasi faunistica

La Tenuta San Guido – va precisato – è una realtà più articolata di quanto non sembri a prima vista. 

Copre una superficie complessiva di 2.500 ettari (90 sono gli ettari di vigneto per la pruzione del Sassicaia)

 con 1.000 ettari di boschi e 500 dedicati all’agricoltura, dove si produce grano duro di altissima qualità, altri cereali e non solo. 

A questa estensione vanno aggiunti i 513 ettari del “Rifugio Faunistico Padule di Bolgheri”,

Il marchese Nicolò Incisa della Rocchetta (al centro) con la figlia Priscilla

oasi affiliata al Wwf, uno splendido esempio di ambiente originario dell’Alta Maremma, 

in quella che è stata la prima area privata protetta in Italia, dal 1959, su iniziativa ancora, del marchese Mario Incisa della Rocchetta.

Altro vanto della famiglia sono i cavalli, con la famosa Razza Dormello Olgiata, da cui sono nati esemplari che hanno fatto la storia dell’ippica,

 su tutti il leggendario Ribot, uno dei più forti galoppatori di tutti i tempi, imbattuto in carriera, con sedici vittorie consecutive nei più importanti Gran Premi disputati.

Azienda storica, eccellenza del made in Italy nel vino, ma non solo

San Guido è un’azienda storica, un pilastro dell’eccellenza del made in Italy, nel vino (è la cantina con il tasso di redditività più elevato d’Italia), ma non solo. 

Priscilla, la figlia del marchese Nicolò Incisa della Rocchetta

Un’azienda che guarda alle sfide future con lungimiranza, grazie alla guida e ai valori condivisi della famiglia Incisa della Rocchetta. 

Famiglia che è affiancata da Carlo Paoli, storico direttore generale di Tenuta San Guido, e da Alessandro Berlingieri, dal 2018 amministratore delegato di Tenuta San Guido, che ora, come comunica la stessa azienda, ne diventa anche presidente. 

“Nell’arco degli ultimi 50 anni, la lungimiranza di Nicolò Incisa della Rocchetta ha portato la Tenuta San Guido a diventare una moderna impresa che, alla tradizione familiare, 

affianca la competenza di un gruppo di professionisti coadiuvati da Carlo Paoli, direttore generale di Tenuta San Guido dal 2009.” 

Il marchese Nicolò, la figlia Priscilla e la passione delle nuove generazioni

Nella nota si legge ancora: “Nicolò Incisa, insieme alla sua famiglia, ha oggi individuato in Alessandro Berlingieri, la persona giusta per portare avanti l’azienda nel rispetto delle sue tradizioni e filosofie, nel ruolo di presidente e amministratore delegato. 

Nicolò Incisa mantiene la sua presenza, come presidente onorario, accompagnando le nuove generazioni nel conservare e sviluppare il patrimonio familiare di Bolgheri.”

La prima annata del mitico Sassicaia uscì nel 1968 come vino da tavola

In questo nuovo assetto, sua figlia Priscilla ha il compito di rappresentare e raccontare, come responsabile delle relazioni esterne, il legame indissolubile che esiste e sempre esisterà tra l’azienda e la famiglia. 

La nuova generazione è attualmente rappresentata da cinque cugini. Una squadra con competenze e passioni eterogenee cresciuta dentro e fuori i confini della Tenuta e legatissima a questo territorio.

 “A loro e ai loro figli è affidata la storia e la continuità della Tenuta San Guido” chiosa il marchese Nicolò.

Il ruolo storico dell’Associazione mondiale “Primum Familiae Vini”

“La Tenuta San Guido è una realtà articolata – ha dichiarato a WineNews Priscilla Incisa della Rocchetta –

 guidata dalla nostra famiglia e da mio padre Nicolò che supervisiona e si assicura che tutto vada nella direzione tracciata e condivisa, 

con la collaborazione di Alessandro Berlingieri, che oltre ad essere in azienda dal 2018 è un amico storico della nostra famiglia, e di Carlo Paoli. 

Priscilla Incisa della Rocchetta tra le barrique del Sassicaia

È una realtà in cui non c’è solo il vino, e che guidiamo insieme ai miei cugini Giovanni e Piero Incisa, figli di mio zio Enrico, e Jozsef e Stefano Hunyady, figli di mia zia Orietta. 

Ognuno con le sue competenze, i suoi interessi e le sue esperienze. 

Facciamo parte delle Primum Familiae Vini (associazione che riunisce le 12 famiglie produttrici di vino di più antica tradizione e importanza a livello mondiale, ndr). 

E questo essere famiglia, essere un’azienda familiare, con dei valori condivisi, ci consente anche di guardare con serenità a progetti a lungo termine, per la tenuta San Guido. 

Guardando anche al fatto che la nuova generazione ha complessivamente già sei figli, e quindi già pensiamo anche alle prossime generazioni. 

La Tenuta San Guido è il Sassicaia, ma anche molto di più. 

È biodiversità, è un ecosistema dove tutto viene gestito con equilibrio per perseguire il massimo della qualità in ogni aspetto”. 

Nel segno della famiglia Incisa della Rocchetta. In alto i calici. Prosit.


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