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Prosit al Trentodoc “Re di cuori Revì”

Prosit al Trentodoc "Re di cuori Revì"

Prosit al Trentodoc “Re di cuori Revì”

 

Presentato nella splendida cornice di Castel Beseno la Riserva 2012 della famiglia Malfer di Aldeno: 70% Chardonnay, 30% Pinot Nero (120 mesi sui lieviti).

Paolo Malfer brinda con i figli Giacomo e Stefano (foto Renato Filippi)

Di castello in… castello. Dal Buonconsiglio a Castel Beseno. Dalla Loggia del Romanino, splendida sede di alcuni eventi del “Trentodoc Festival delle Bollicine di Montagna”, alla maestosità della storica fortezza che domina la Vallagarina. 

Solo la magica atmosfera della Sala del Trono di un castello così imponente poteva rendere esclusiva la presentazione dell’ultimo gioiello della famiglia Malfer: Sua Maestà il “Re di cuori Revì” 2012.

Uno spumante regale, austero, opulento, che regala emozioni fin dal primo sorso. 

Un Trentodoc Riserva Extra Brut (70% Chardonnay, 30% Pinot Nero) con residuo zuccherino di 5 grammi litro che, dopo un lunghissimo affinamento sui lieviti (120 mesi) e una lunghissima attesa, ha visto la luce nell’aprile scorso per la sboccatura. Ieri a Castel Beseno l’ingresso regale in società delle preziose 1.500 bottiglie dell’annata 2012. 

Annata che concide con l’anniversario di fondazione, 40 anni fa, dell’azienda vitivinicola di Aldeno: il 1982. 

Trentodoc la “Champagne d’Italia”, Aldeno la “Piccola Epernay del Trentino”

Riavvolgendo il nastro, proprio in quegli anni (Settanta-Ottanta del secolo scorso) Aldeno si era creata la fama (assieme a Cimone e Garniga) di “Piccola Epernay del Trentino”.

Era stato Gino Veronelli, poeta del vino, della terra e del cibo, ambasciatore ante litteram del made in Italy (prima, molto prima di Slow Food, del Gambero Rosso e di Oscar Farinetti) a battezzare questo angolo di Trentino come la “Champagne d’Italia”. 

E lo sapevano i personaggi gaudenti della città che frequentavano le cantine di Aldeno per assaggiare quelle mitiche bollicine, prodotte nel garage di casa (siano sempre benedetti i mitici “vin de garage”) con il cosiddetto metodo familiare, antesignano del metodo “champenois”. 

Poche, anzi pochissime bottiglie, rare e preziose. 

Una bottiglia di spumante (metodo familiare) al giorno toglie il medico di torno

“Mi basta una bottiglia al giorno” amava ripetere l’amico Ezio Mosna, vignaiolo per passione, parafrasando il famoso detto che una mela al giorno toglie il medico di torno. 

Lui di bollicine “sur lie” nel garage di casa (vi si accedeva da una scaletta segreta della cucina) ne imbottigliava 365 proprio come i giorni dell’anno. 

Parte erano per sé e parte (molte) per gli amici che andavano a trovarlo. Altri lo seguirono in quegli anni al punto che ben presto Aldeno divenne la capitale trentina delle bollicine. 

E’ il caso di Paolo Malfer che dopo anni di verifiche, di prove tecniche, di micro vinificazioni nel 1982 fu stregato anche lui dall’affascinante mondo delle bollicine e gettò il cuore oltre l’ostacolo coinvolgendo l’intera famiglia.

Revì: da poche centinaia di bottiglie alle decine di migliaia di oggidì

Da poche centinaia di bottiglie oggidì sono molte decine di migliaia le bottiglie che escono dalla cantina di Aldeno con il marchio Revì Trentodoc. 

Lo chef stellato Peter Brunel del Ristorante PB di Arco (Trento)

Il nome “Revì” deriva dal toponimo della zona di produzione, zona che secondo la leggenda era particolarmente vocata alla coltivazione di una vite dalla quale si otteneva un vino regale: il “Re vin”, il re delle bollicine trentine.

Una sfida che, oltre a papà Paolo, coinvolge anche i figli Giacomo e Stefano con il supporto prezioso di mamma Carmen. 

Nove le etichette della maison: il Revì Brut, il Revì Dosaggio zero, il Revì Rosè, il Revì Demi Sec, il Paladino (Riserva Blanc de Blancs), il Cavaliere Nero Rosé Riserva (Pinot Nero), il Lumé millesimato Brut, il Blasè Dosaggio Zero (42 mesi sui lieviti e 24 di affinamento dopo la sboccatura) e il “Re di cuori Revì” (120 mesi).

Colore luminoso; bouquet fascinoso; avvolgente e armonico in bocca

Un re, di nome e di fatto, come abbiamo avuto il piacere di verificare durante la presentazione del millesimo 2012 nella Sala del Trono di Castel Beseno. 

Splendido il colore: solare, brillante, luminoso come la splendida giornata che ha accolto gli ospiti a Castel Beseno.

 Persistenti le bollicine, fascinoso il bouquet che spazia dai sentori di frutta matura (pesca, mela cotogna, mela Renetta) alla frutta secca, dalle spezie alla genziana, dalla liquirizia alle note balsamiche con una piacevole “nuance” di crosta di pane. 

In bocca è avvolgente e armonico con un bellissimo equilibrio che nobilita la struttura, tipica delle grandi riserve Trentodoc. 

Leggermente “petillant”, il Re di cuori Revì esalta nel calice la freschezza e la sapidità delle bollicine di montagna. 

Conquista al primo sorso e nei successivi conferma l’opulenza di uno spumante, meglio di un vino maturo che, senz’ombra di dubbio, può sfidare il tempo per longevità e persistenza. 

Meritato il riconoscimento dei “Tre Bicchieri” assegnati dalla guida del Gambero.

Spettacolari gli amuse bouche e i piatti sfiziosi di Peter Brunel

 

La degustazione, guidata come sempre dal re dei sommelier trentini, Roberto Anesi, ha avuto come ciliegina un finale altrettanto regale con le sfiziose proposte dello chef stellato Peter Brunel. 

Spettacolari gli amuse bouche: polenta soffiata; pappa, oro giallo e oro nero (perle di tartufo); battuta di carne Garronese, barbabietola, amaranto e orzo; Ceviche di trota centenaria (da standing ovation); verdure all’agro della Val di Gresta.

Come piatto caldo al cucchiaio Peter Brunel ha servito uno dei suoi must: uovo e uova, anguilla, topinambur e paprika dolce affumicata. 

E come dessert: olive candite, cioccolato, crumble all’olio del Garda e il coreografico albero del limone. 

Che altro aggiungere? Semplicemente chapeau.

In alto i calici. Prosit.

  


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