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Potrebbero cambiare i criteri di identificazione e classificazione dello spumante “Gavi” e “Cortese del Gavi”

E’ in corso in questi giorni l’analisi e il successivo invio alla Comunità Europea della proposta di modifica dei criteri di identificazione e attribuzione della etichetta DOP di uno dei vini spumante più famosi e conosciuti d’Italia: il Gavi e il Cortese di Gavi.


Tale riforma, che sarà sottoposta all’esame nelle prossime settimane della Comunità Europea, è volta, secondo quanto affermato dal Ministero delle politiche agricole, a fornire al consumatore un ulteriore elemento di trasparenza poiché, attraverso la immissione dei nuovi criteri di identificazione, si permetterebbe a questi di avere un quantitativo maggiore di informazioni riguardanti le caratteristiche del prodotto venduto, e, contemporaneamente, ridurrebbe fortemente la possibilità di addivenire a fenomeni di contraffazione del vino. Come tutti sanno, la produzione del Gavi avviene nelle campagne piemontesi dell’Alessandrino, in particolare nella val Lemme, una area vitivinicola che si espande nell’area sud orientale del Piemonte a confine con la Liguria.

La proposta, messa in atto dal Ministero delle politiche agricole, e approvata con decreto ministeriale del 30 novembre 2011, sarà oggetto nelle prossime settimane di una disamina dell’Unione europea, la quale sarà chiamata a pronunciarsi sulle modifiche alla denominazione e alla descrizione delle caratteristiche organolettiche del vino così come di seguito avanzate dal Ministero.

Con riferimento allo spumante Gavi e Cortese di Gavi, il Ministero delle politiche agricole ha proposto la modifica riguardante la c.d. immissione al consumo delle caratteristiche di sapore, vale a dire le caratteristiche organolettiche che deve presentare al sapore lo spumante di cui sopra prima che possa essere venduto al consumatore, vale a dire: tasso alcolemico minimo 10.50% vol. (11,00% vol., per lo spumante con lavorazione a metodo classico), acidità totale minima 5,0-6,0 g/l, spuma fine e persistente, colore giallo paglierino più o meno intenso, odore fine, delicato e caratteristico sapore armonico e gradevole, dosaggio zero, extra brut, extra dry nel rispetto dei limiti di zucchero previsti dalla normativa comunitaria. 

Pertanto, aspettando una risposta dalla Comunità europea, la potenziale approvazione di tali criteri identificativi consentirebbe ad uno dei vini più raffinati e qualitativamente più prestigiosi d’Italia, di poter ampliare notevolmente il proprio pregio alimentare ed enogastronomico in tutto il mondo.


Francesco Vaglio


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Redazione

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