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Pasqua dei Cretini

L’Italia e’ da anni sotto il tallone di ferro  della cosiddetta Comunita’ Europea.  E pensare che diede il via con i Trattati di Roma alla fondazione di quella che e’ diventata una vera e propria trappola per il nostro paese e un utile strumento in mano ad altri stati.
Per alcuni lustri la Francia ha fatto il bello e il cattivo tempo, vi ricordate quando alla frontiera gli agricoltori cugini (?) rovesciavano il contenuto dei camion carichi di frutta e svuotavano le cisterne col nostro vino?
E quando con i bulldozer si schiacciavano tonnellate di arance per aiutare la Spagna, il Portogallo, i paesi poveri dell’Africa.
Adesso dobbiamo subire l’importazione di 35000 tonnellate di olio di dubbia qualità e di scarsa igiene per aiutare la Tunisia, e questo per due anni con grave danno per l’olio italiano che ha la qualità migliore al.mondo  e ripercussioni sulla occupazione e la conseguente  probabile chiusura  di oleifici.
Ricordate la scorsa estate la bufala della malattia che avrebbe colpito gli olivi del Sud Italia? Con la UE che pretendeva l’estirpazione di decine di migliaia di piante secolari?
E’ finita con una meschina figura delle istituzioni europee e lo sradicamento di pochi alberi.
Ma a chi giovava?
Alla Spagna che produce un olio di bassa qualità e con odore sgradevole.
E le quote latte che hanno comportato la chiusura di centinaia di stalle e l’abbattimento di migliaia di mucche, così importiamo latte da Germania e paesi dell’Est sicuramente di qualità inferiore al nostrano e con problemi sanitari.
Per non parlare della frutta che proviene dall’Africa o dalla Spagna con ogni genere di facilitazioni che porta ogni anno alla chiusura di aziende frutticole plurisecolari.
L’ embargo alla Russia ci costa quasi un miliardo di euro nel settore agroalimentare e 3,5 nel manifatturiero. Una delle regioni più colpite da questa nuova guerra fredda e’ l’Emilia Romagna.
Chiudo con una buona notizia, e’ Pasqua: il piano Juncker per la ripresa assegna la quota maggiore degli investimenti all’Italia. Buonissima notizia, ma la percentuale di spesa pubblica destinata dal “governicchio” alla scuola, alla cultura e alla educazione è la più bassa in assoluto.
La buona scuola? No, la Pasqua dei Cretini.
Umberto Faedi


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Redazione

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