Vino e Ristoranti

Parassiti veri, speculatori & furbetti

La querelle del finto Tignanello è ancora sospesa, non vi sono aggiornamenti recenti.

Parassiti dell’ottimo vino italiano sono i 5 messi agli arresti domiciliari e i 4 con obbligo di dimora dopo una operazione molto ben condotta dai carabinieri e dalla guardia di finanza.

I NAS del comando provinciale di Cuneo e i finanzieri del comando provinciale di Asti hanno sgominato l’ennesima banda di contraffattori e falsificatori.

Interessate le province di Asti, Cuneo, Genova, Milano, Pesaro – Urbino, Roma e Brindisi. Brindisi amaro per chi ha acquistato le bottiglie taroccate di Amarone e Ripasso della Volpolicella, Sassicaia, Sito Moresco e ancora Tignanello.

Le cantine colpite dalla truffa sono Antinori, Gaja, Masseto e Ornellaia.

La cantina Antinori era stata coinvolta recentemente nella querelle tra un cliente gabbato e il sito di commercio elettronico Tannico a causa di una bottiglia venduta palesemente contraffatta.

Gli indagati sono accusati di associazione a delinquere, riciclaggio, auto riciclaggio, contraffazione di pubblici sigilli e di indicazioni geografiche e denominazioni di origine.

Frode in commercio di bevande e utilizzo ed emissione di fatture false.

La banda si procurava stock di vino rosso di scarsa qualità e lo trasformava nei vini di grande qualità più richiesti dal mercato.

L’ indagine si è allargata alla extracomunitaria Confederazione elvetica e in particolare nel Canton Ticino dove nel 2016 è iniziata l’attività criminale.

Sono state 54.000 le bottiglie vendute in Svizzera in quell’anno con le quali era stato avviato il commercio che ha portato a realizzare un giro d’affari di circa 1 milione di euro sino al 2019.

Il bilancio dei sequestri effettuati complessivamente nel 2020 dai NAS, ICQRF, CNSA ammontano a decine di migliaia di bottiglie e di etichette contraffatte, 9000 contrassegni di stato di vini DOC e DOCG, 166.000 capsule con loghi e marchi di cantine.

Inoltre sono stati rinvenuti e distrutti oltre 200 chili di sostanze vietate in ambito enologico quali aromi, sciroppi, coloranti, mosti illegali e lieviti per un controvalore di quasi 300,000 mila euro.

Umberto Faedi 


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Redazione

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