Tribuna

Ospiti vegetariani o vegani o altro

La polemica sollevata alcune settimane fa, rianimata per il gossip estivo, da una affermazione della ex show girl Alba Parietti, ora opinionista accreditata in varie trasmissioni, mi ha fatto rispolverare un vecchio argomento riguardante i gusti degli ospiti.

Come si comporta la buona padrona di casa nell’invitare commensali con preferenze e convinzioni particolari di fronte a determinate pietanze? Può andare in tilt, facendosi prendere dallo sconforto?

La Parietti ha esclamato, riferendosi ai seguaci vegani: «Siete l’ossessione dei poveri disgraziati che organizzano le cene». Apriti cielo! Il mondo Vegan si è infuriato e i social network sono stati invasi da insulti contro di lei e il suo pensiero. Con tale sollevazione di toni i vegani hanno chiaramente dimostrato di essere intolleranti verso chi non la pensa allo stesso modo e la reazione non può che indurre a riflettere due volte chi intende invitarli a cena.

È, comunque, compito di ogni brava padrona di casa conoscere i gusti personali degli ospiti, l’ho scritto altre volte. Gli invitati sono tenuti ad avvisare dei loro problemi di dieta, ma non possono pretendere che tutto il pasto sia allineato alle loro esigenze.
Se la padrona di casa tiene alla presenza di costoro, garantirà dei piatti “speciali”, come si deve fare verso altre categorie di ospiti “speciali”, ossia coloro che appartengono a culture e religioni diverse dalla nostra, come ebrei ed islamici, ma pure giapponesi e cinesi, e financo americani.

Non è difficile preparare per tutti una cena vegetariana, magari scegliendo gli ingredienti che vanno di moda, molti blog nel web forniscono ricette di gusto, basta avere la buona volontà di accontentare il palato dell’amico vegetariano, il che offre anche l’occasione di sperimentare cibi nuovi.

Ma con i vegan è altra cosa. Poco ne so, lo ammetto, ma quanto ne so mi basta per capire che è meglio siano loro ad invitarmi. Ma attenzione, io sono intollerante al lattosio e al glutine, quindi è meglio resti a casa mia.

Le soluzioni si possono trovare con il buon senso: la migliore per chi invita è preparare due tavoli da buffet ove ognuno sceglie la pietanza che può mangiare; per chi viene invitato o rinuncia all’invito o si adegua.

Il bon ton richiede semplicemente, se io sono vegetariana o vegana, o macrobiotica, o bio convinta, e voglio accettare l’invito, che mi attenga alle regole dell’ospitalità. Non sbandiererò le mie filosofie, per esempio domandando “dove hai acquistato questi ortaggi?”, o additando con disgusto la carne servita agli onnivori. Non posso contare di fare proseliti nella sacra casa altrui, sarei solo una gran maleducata, una che non sa stare in società. Insomma una grande cafona.

donna Maura


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