Curiosità

Origin Italia, un ombrello unico per tutte le Indicazioni Geografiche italiane

L’Aicig, l’Associazione Italiana Consorzi Indicazioni Geografiche, ha dato una svolta alla sua fisionomia, aprendosi ad una nuova aggregazione, che mira ad abbracciare le varie associazioni dei Consorzi di tutela nazionali con l’obiettivo di entrare nella rete europea ed essere maggiormente incisiva sui tavoli negoziali.

Con questa novità, l’Aicig, che da sola rappresenta quasi il 95% delle produzioni nazionali protette e garantite, cambia nome e diventa “Origin Italia” e, come recita un comunicato stampa, «avrà come punti saldi il coinvolgimento tra i soci non più solo singole realtà consortili ma anche associazioni dei Consorzi relativi a segmenti di prodotti a denominazione specifici».

Tutto ciò, con il beneplacito del Ministero delle Politiche Agricole e del Turismo, per sperare di avere maggiore voce a livello internazionale nella difesa della tutela delle denominazioni (Dop, Igp e Stg) prima di tutto italiane, forse ancora troppo poco tutelate e valorizzate, nonostante l’Italia detenga il primato nella Unione Europea come numero di denominazioni (299 prodotti Dop, Igp, Stg, 523 vini Docg, Doc, Igt, secondo l’elenco ministeriale aggiornato al 21 novembre 2018).

ORIGIN (Organization for an International Geographical Indications Network) è una rete mondiale fondata nel 2003 sul tema della sostenibilità a tutela dei consumatori, e OriGin Europa è la nuova organizzazione europea, presentata a Bruxelles in marzo di quest’anno, riunendo circa 300 Denominazioni d’Origine.
L’Associazione Italiana Consorzi Indicazioni Geografiche, Aicig, assumendo il nome di Origin Italia e allargando l’adesione ad altri Consorzi, ha inteso «rendere evidente il fatto di essere parte del mondo che riunisce i produttori delle Indicazioni Geografiche non solo nell’Unione Europea ma in tutto il globo».

In sostanza, come è stato spiegato nel corso della conferenza di presentazione del nuovo organismo presso il Mipaaft, tenuta a margine dell’assemblea straordinaria dei soci Aicig, «occorre essere sempre più uniti per aumentare la conoscenza del valore delle denominazioni e allo stesso tempo sensibilizzare i consumatori su temi di stretta attualità sulla tutela dei prodotti».

Fare sistema con una denominazione comune è la via migliore per presentarsi alle istituzioni e rivendicare un ruolo da protagonisti per contrastare le animosità che negli ultimi anni si sono manifestate nelle sedi europee, e che, purtroppo, hanno inciso negativamente riguardo alla difesa del Made in Italy.

Maura Sacher


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