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Novello, ne vogliamo riparlare?

Nato alla fine degli anni ’70 ha avuto uno straordinario sviluppo nei primi anni 2000, con 17 milioni di bottiglie prodotte, poi l’inarrestabile declino. Quest’anno solo 2 milioni di bottiglie immesse nel mercato. Una fine ingloriosa che non merita!

 

L’Italia è un Paese dalle dinamiche stranissime: cuochi che non hanno mai cucinato diventano star della cucina; prodotti nocivi alla salute inspiegabilmente registrano vendite record e per altri crollano i consumi.

 

E’ andata così per il vino novello che quest’anno con 2 milioni di bottiglie prodotte ha toccato il minimo storico, malgrado le nuove norme sulla produzione emanate dal Mipaaf da qualche anno. Eppure il novello è stato il protagonista del nuovo millennio con una produzione che ha sfiorato 17 milioni di bottiglie.

 

Quali colpe ha avuto? Probabilmente l’anatema lanciato da Luigi Veronelli è stato determinante o, quantomeno, premonitore della fine di questo vino. “Senza vigna se non addirittura senza vino”, lo ha definito Veronelli, poiché il novello in Italia non è mai stato legato a un determinato territorio.

 

Eppure grazie a questo vino dai profumi ammalianti e beverino, un buon numero di persone si è avvicinato al vino. Del resto non tutti siamo esperti sommelier o degustatori in grado di valutare le caratteristiche organolettiche del vino, ma ciò non toglie che ci piace berlo.

 

Ai produttori poi gli ha permesso di battere subito cassa, con l’immissione anticipata del prodotto sul mercato e, infine, attorno al novello si erano create una serie di iniziative di promozione del tutto originali. Ma tutto ciò non è servito a bloccarne il declino.

 

Adesso che le regole di produzione sono cambiate, vogliamo provare a riabilitarlo? Dal 2012, infatti, la menzione tradizionale “novello” è riservata ai vini Dop e Igp tranquilli e frizzanti; il processo di fermentazione con macerazione carbonica dell’uva intera deve riguardare almeno il 40 per cento del vino (in precedenza era il 30); deve essere ottenuto interamente con prodotto della stessa annata e non è consentito il taglio con il 15 per cento di vino proveniente da altra vendemmia, il periodo di vinificazione non può essere inferiore a 10 giorni e l’immissione al consumo è anticipata al 30 ottobre di ogni anno.

 

Vogliamo dare un’altra occasione al vino novello? Sono convinto che questo vino abbia in sé le caratteristiche per avvicinare al nettare di bacco le nuove generazioni, grazie ai suoi profumi avvolgenti e al gusto morbido. Magari per le prossime festività, proviamo a sceglierlo a tavola e a regalarlo, chissà che non riusciremo a recuperare estimatori!

 

 

Piero Rotolo

p.rotolo@egnews.it

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


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Piero Rotolo

Direttore Responsabile vive a Castellammare del Golfo Trapani

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