Curiosità

Nasce il Bio-Distretto FVG

Per la prima volta la regione Friuli Venezia Giulia ha un Bio-distretto, un’area geografica votata al modello biologico di produzione e consumo.

Nei Colli Orientali del Friuli da tempo covava l’esigenza di un gruppo viticoltori di coinvolgere quelle realtà produttive del territorio che si occupano, utilizzano o producono biologico. COLLINA GRAMOGLIANOIl bacino agro-alimentare di riferimento copre un’ampia area, da Cividale a Manzano e San Giovanni, e naturalmente Corno di Rosazzo, dove gli spazi coltivabili sono ridotti a piccoli appezzamenti interrotti da corsi d’acqua e strade, e sfruttano le erte delle colline al confine orientale, per lo più in ottima posizione solare.

Le amministrazioni locali hanno dato il benestare e l’ufficializzazione si è svolta a Corno di Rosazzo (UD) in Villa Nachini Cabassi dell’azienda Visintini, alla presenza dei deputati Massimo Fiorio, già componente della commissione Agricoltura e primo firmatario della nuova legge sull’agricoltura bio, e Giorgio Zanin, componente della XIII commissione Agricoltura e della Commissione Bicamerale per l’Infanzia e la Gioventù.

La sede pro tempore del Distretto, che intanto registra 7 aziende vinicole, è presso la trattoria “Al Postiglione” della Tenuta Perusini in località Gramogliano, sull’omonimo colle.

«Un Bio-distretto è un’area geografica dove agricoltori, cittadini, operatori turistici, associazioni e pubbliche amministrazioni stringono un accordo per la gestione sostenibile delle risorse locali, partendo dal modello biologico di produzione e consumo (filiera corta, gruppi di acquisto, mense pubbliche bio). Nel Bio-distretto, la promozione dei prodotti biologici si coniuga indissolubilmente con la promozione del territorio e delle sue peculiarità, per raggiungere un pieno sviluppo delle potenzialità economiche, sociali e culturali», cita il sito nazionale dell’AIAB.associazione italiana agricoltura biologica

Il primo Bio-distretto parte in Italia nel 2009 nel Parco nazionale del Cilento e nel giro di 3 anni ha coinvolto 32 Comuni, 400 aziende, 20 ristoranti e 10 stabilimenti turistici che promuovono i prodotti biologici del territorio. Rappresenta un laboratorio permanente, nazionale e internazionale, per uno sviluppo equo e solidale del territorio fondato sul modello biologico.

L’Associazione Italiana per l’Agricoltura Biologica ha più di 7.000 associati e collabora attivamente con l’Unione Europea all’attuazione di campagne di promozione delle produzioni biologiche.

Maura Sacher


Grazie per aver letto questo articolo...

Da 15 anni offriamo una informazione libera a difesa della filiera agricola e dei piccoli produttori e non ha mai avuto fondi pubblici. La pandemia Coronavirus coinvolge anche noi.
Il lavoro che svolgiamo ha un costo economico non indifferente e la pubblicità dei privati, in questo periodo, è semplicemente ridotta e non più in grado di sostenere le spese.
Per questo chiediamo ai lettori, speriamo, ci apprezzino, di darci un piccolo contributo in base alle proprie possibilità. Anche un piccolo sostegno, moltiplicato per le decine di migliaia di lettori, può diventare Importante.
Puoi dare il tuo contributo con PayPal che trovi qui a fianco. Oppure puoi fare anche un bonifico a questo Iban IT 94E0301503200000006351299 intestato a Francesco Turri

Articoli correlati

Pulsante per tornare all'inizio